Stanze d'Abruzzo
Il bello che emerge bussa insistente su tempie arrugginite e incita ad aprire un portone di legno antico, troppo a lungo serrato. Ne estrae resine e gocce d'ambra e apre uno spiraglio nella stanza - s'inonda di luci prismatiche, colori tenui, portatori d'un messaggio unico e inesorabile: il bello, dimenticato, mette radici profonde anche in chi vuole dimenticare. La luce scalda tenue e costante come candela il palmo delle mani e scioglie l'animo indurito di chi ha trovato difesa nel proclamare ciò che non vive. Tacita un dire, troppo a lungo abusato, e accorda al silenzio un'intenzione pura. Il bello è un ventre materno che protegge in una gestazione lenta una parola nuova. e fa esplodere in midolli rinvigoriti petardi sorridenti d'intuizioni ridenti e puerili. Il bello è un sarto sapiente che cuce con fili di lino e canapa la parola alla parola, il silenzio al silenzio, e richiama da terra mulinell