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Visualizzazione dei post con l'etichetta Specchi e labirinti

(Redazione) - Specchi e labirinti - 19 - Ombre e selve in Sarita Massai

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A cura di Paola Deplano Chi legge un libro più di una volta trova ad ogni incontro con le sue pagine nuovi dettagli e nuovi pensieri da esplorare ed accogliere. Poi, spesso, - bisognerebbe dire quasi sempre - incontra nelle crepe dello scritto uno o più interrogativi a cui a volte non riesce a dare una risposta. Gli Ebrei, da sempre abituati non solo a leggere il Libro, ma anche a meditarlo e a darsi le loro personali risposte, nel leggerlo e rileggerlo notano che la creazione della donna è riportata due volte. Nella prima ci si limita a dire che gli esseri umani sono stati creati maschio e femmina, nella seconda il racconto si arricchisce di ulteriori particolari, come la questione della costola sottratta nel sonno. Certamente, sarà perché la seconda volta è la spiegazione della prima. Oppure no. A questo punto viene in soccorso la fantasia, che da un racconto all’altro, allontanandosi sempre di più dalla Fonte, diventa leggenda e folklore. La leggenda vuole quindi che non solo le nar

(Redazione) - Specchi e labirinti - 18 - La gemina arte di Alessandro Ardigò in “Cedere e altre cose dette d'amore" (Eretica Edizioni, 2022)

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  A cura di Paola Deplano Dante Gabriel Rossetti scriveva e dipingeva, Michelangelo era scultore e poeta, un certo da Vinci, per soprammercato, era persino scienziato e inventore. Insomma, ci sono molti illustri precedenti in cui una singola persona viene baciata da due o più Muse, una guancia per ciascuna – e, nel caso di Leonardo, persino sulla bocca. Non è solo, quindi, Alessandro Ardigò, nella duplice strada dell’espressione del sé attraverso una gemina arte. Cedere e altre cose dette d’amore (Eretica Edizioni, 2022) è, per adesso, l’ultimo libro di poesie di quest’autore, corredato dalle fotografie di Eugenio Tonoli. Una scelta che la dice lunga sull’impossibilità, per Ardigò, di vivere la poesia solo come mero esercizio di scrittura. Senza l’immagine, sembra dirci, la poesia si avvia per il mondo senza una valida gemella che la sorregga e la rispecchi. In questo libro il poeta/disegnatore si ritrae per consentire che siano le immagini di un estraneo a fare da controcanto – a no

(Redazione) - Specchi e labirinti - 17 - A proposito de "L’estate dell'altro millennio " di Umberto Piersanti

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A cura di Paola Deplano Non ho mai nascosto – anzi, ho piuttosto esibito, scrivendone sia qui che altrove – la mia sconfinata ammirazione per il poeta Umberto Piersanti . Del resto, quando uno è definito da più parti una delle voci poetiche più rilevanti del Novecento, c’è poco da aggiungere. Nel mio piccolo, però, qualcosa la vorrei aggiungere: non esiste solo il Piersanti poeta, ma anche il Piersanti narratore.  L’estate dell’altro millennio , edito da Mursia nell’ormai lontano 2013, è una delle sue migliori opere in prosa, sia per la compattezza e la coerenza di scrittura che per le tematiche trattate.   E questo, mi preme sottolinearlo, è stato detto non solo dalla sottoscritta, ma, tra gli altri, da un poeta a me molto caro ed indiscutibilmente “enorme”, Mario Luzi, che ho avuto il privilegio e l’onore di conoscere personalmente a Siena, durante gli anni universitari. In poche righe egli traccia il miglior biglietto da visita di questo romanzo: (Da il Venerdì - la Repubblica 06 l

(Redazione) - Specchi e Labirinti - 16 - Il numero oscuro (un racconto di Paola Deplano)

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A cura di Paola Deplano Uno scherzo, il giorno del tuo compleanno. Soffocandoti dalle risate, organizzasti il tuo funerale. A ciascuno assegnasti un compito. A Gennaro, il giornalista, l’articolo di commemorazione; a Chiara, la musicista, la messa da requiem; a Simona, la poetessa, una poesia da declamare in un grande parco pieno di gente colorata; a Giulio, l’architetto, la bara fuori dall’ordinario – «Rosso lacca, mi raccomando!» puntualizzasti – e lui ridendo, preso dal gioco, disse subito di sì. Gli altri non ricordo, ma era una tavolata piena di gente, tutti i tuoi amici, e a ciascuno dicesti cosa fare, da qui a cent’anni, naturalmente. Aspettai invano il mio turno, ero lontanissimo da te, anch’io a capotavola, ma dall’altra parte. Non ci fu nessun incarico, per me. Cioè, arrivò la torta e ti distrasse. C'ero rimasto male, ma non dissi niente. La terrazza sul mare risuonò a lungo, quella sera, delle nostre risate. Ero geloso di Gennaro, che si era trionfalmente seduto alla tua

(Redazione) - Specchi e Labirinti - 15 - SULLA XXVIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO “METAURO”

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  A cura di Paola Deplano Era il 1994 e in un ristorante di Urbania (PU), ci fu l’incontro casuale tra il poeta Umberto Piersanti, il sindaco della città, Giuseppe Lucarini e l’Assessore alla cultura della Provincia, Alberto Berardi. Da questo evento fortuito nacque l’idea di istituire un Premio letterario che conosciamo attraverso le parole di Feliciano Paoli, uno dei componenti della giuria tecnica: «Il Premio Letterario Metauro nasce nel 1994 ed è giunto quest’anno alla XXVIII edizione. Attraverso una qualificata giuria tecnica, presieduta dal Presidente Umberto Piersanti, vengono individuati tre significativi libri di poesia contemporanea pubblicati in Italia nel biennio che precede l’edizione corrente. Il Premio è sostenuto e promosso dall’Unione Montana Alto Metauro e dai Comuni che la compongono; l’iniziativa è appoggiata anche dalla Regione Marche. Comuni appartenenti all’Unione Montana e cioè: Borgo Pace, Fermignano, Isola del Piano, Mercatello sul Metauro, Montecalvo in Fogl

(Redazione) - Specchi e Labirinti - 14 - APPUNTI SULLA POESIA DI VALENTINA CIURLEO (CON QUALCHE INEDITO)

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  A cura di Paola Deplano La poesia ci piace indistinta, lieve come un gatto, enigmatica quanto basta, senza niente che pesi o posi. A cosa accenna, allude, ammicca Valentina? Qual è il suo messaggio nella bottiglia, quello che aspetta impaziente, dopo aver varcato oceani, di esser letto? Valentina, ti prego, con la tua poesia, dicci chi sei. Ma soprattutto, dicci chi siamo noi, oltre che ipocriti lettori, tuoi simili, tuoi fratelli.   Smonto singolo lamento rituale del mio fragile senso. Indosso lo stesso abito quello nuovo non lo hai visto. Ai lati della mia allucinazione. Vagito di silenzio stordisce cute. La stanza colpita per l'intera superficie. Disarmante il senso d'impotenza di fronte agli scompensi uno come tanti in mezzo alla sommossa. __ Dimenticavo la provenienza un fiato sospeso e poi riconobbi gli occhi lungo la siepe verde. Apparenza svelata un intendere che cuoceva Terra. Il busto d'uomo dritto, affiancato alla gola. La dimenticanza abbandona a ridosso del b

(Redazione) - Specchi e Labirinti - 13 - Il giovane Pasolini e l'antico Pascoli

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A cura di Paola Deplano L’annuario dell’Università di Bologna, a proposito del piano di studi di Pasolini Pier Paolo di Carlo numero di matricola 3416, iscritto alla Facoltà di Lettere dall’anno accademico 1939-40, recita così: A.A. 1939-40 Letteratura Italiana (Calcaterra): la poesia di Vittorio Alfieri (esercitazioni sul Goldoni); Letteratura Latina (Funaioli): le origini della letteratura romana e Tito Livio; Storia della filosofia (Saitta): la filosofia dell’Umanesimo nella seconda metà del Quattrocento e illustrazione del Discorso sul metodo di Renato Cartesio; Letteratura greca (Coppola): la tragedia greca ed in particolare l’Ippolito di Euripide; Storia greca (Solari); la seconda guerra per l’indipendenza greca; Storia moderna (Simeoni): l’Italia dagli accordi di Bologna alla pace di Cateau-Cambrésis; Filologia romanza (Parducci): i più antichi trovatori provenzali e il romanzo picaresco; Lingua e letteratura tedesca (Bianchi): il Romanticismo in Germania e in particolare Novali

(Redazione) - Specchi e Labirinti - 12 - Girando intorno a Mario Praz (Terzo episodio)

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A cura di Paola Deplano L’ultima uscita della rubrica “Girando intorno a Mario Praz”- una sorta di “rubrica nella rubrica” - è dedicata all’incontro con un altro elzeviro del grande anglista, seguito da una breve recensione del suo saggio più importante, a partire dal quale si sono formate intere generazioni di studiosi . UN CASO IMPROBABILE Il Lessing lasciò scritto che il genio può solo occuparsi di avvenimenti che son radicati l’uno nell’altro, di concatenazioni di cause e d’effetti: ridurre questi a quelle, pesare questi contro quelle, escludere il caso dappertutto, far sì che ogni cosa avvenga in modo che non sarebbe potuta avvenire diversamente, questo egli sosteneva essere il compito del genio. Non dovevano trovarsi impossibilità in un dramma, e il poeta tragico aveva senz’altro da scartare quegli avvenimenti storici che apparissero incoerenti. Per questa stessa ragione, della improbabilità del complesso intreccio, Augusto Guglielmo Schlegel faceva riserve sull’ Edipo Re . La v