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Visualizzazione dei post con l'etichetta Dialoghi poetici coi Maestri

Dialoghi poetici coi Maestri - 41. Sandro Penna

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Era l’alba sugli umidi colli  e la luna danzava ancora assorta colle lepri del sogno. La lattaia discendeva il suo colle. Ognuno amava  la propria casa come una scoperta. (Sandro Penna) Là volsi lo sguardo a un futuro incerto; si crepò come foglia il sogno - stille di sangue verde  dalle sue vene - e iniziò allora il mio canto. (Sergio Daniele Donati - inedito 2022)

Dialoghi poetici coi Maestri - 40. Antonia Pozzi

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  Innocenza Sotto tanto sole nella barca ristretta il brivido di sentire contro le mie ginocchia la nudità pura d'un fanciullo e l'ebbro strazio di covare nel sangue quello ch'egli non sa. Antonia Pozzi Santa Margherita, 28 giugno 1929 (Tratto da: Antonia Pozzi - Mia vita Cara Interno poesia Ed.  - 2019) Io non so della mia infanzia o forse ne nascondo le tracce nei punto e virgola della mia scrittura; fui invece statua di sale a lungo incapace di guardare avanti. E recuperai l'innocenza a tirar sassi nei fiumi per contarne i rimbalzi.  Ebreo ebbro nello strazio, puoi crederci Antonia, fui spesso, e tengo sempre un sassolino in tasca; che assorba lui il mio antico desiderio di evanescenza. Sergio Daniele Donati Milano, 18 maggio 2022 (Inedito )

Dialoghi poetici coi Maestri - 39. Patrizia Valduga

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Anima, perduta anima, cara, io non so come chiederti perdono, perché la mente è muta e tanto chiara e vede tanto chiaro cosa sono, che non sa più parole, anima cara, la mente che non merita perdono, e sto muta sull’orlo della vita per darla a te, per mantenerti in vita. Patrizia Valduga  Da Requiem (Einaudi, 1994) Se fossi petalo mi coricherei ai tuoi piedi o mi farei muschio verde per rendere più morbido l'atto che strappa lembi di tessuti pregiati: la richiesta di perdono.  E se fossi poeta scioglierei la parole che ora s'incagliano tra gola e sterno; perché perdono è parola che rende la mente schiava del desiderio d'uscir da sé stessa. Ma non ho ancora - e tu sai quanto la cerchi - la delicatezza del petalo né le lire e le cetre del rapsodo o dell'aedo - e queste forse le cerco meno - allora ti ascolto e mi siedo  su quel muto muro a secco,  assieme a te, ad ascoltare  il canto lieve di un addio. Sergio Daniele Donati Inedito 2022

Dialoghi poetici coi Maestri - 38. Mariangela Gualtieri

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Adesso fa notte – fa preghiera Apre le serrature del silenzio fa apparire la mappa siderale e ci inginocchia per quello spazio immenso fra qui e l'orlo del cominciamento quando le spine dorsali stanno tutte tese (Mariangela Gualtieri - da “Senza polvere, senza peso”, Einaudi editore) Un vento - un vento divino, planava sulle acque, prima dell'inizio degli inizi. Svolazzava con ali di farfalla su caos e abisso. Fu - dicono - un urlo a strappare i lembi del nulla e a riempire di luce, - una luce divina - ogni possibile esistenza. La notte mi guardo il palmo della mano. Non c'è olio sacro tra i suoi solchi, ma so di poter trovar rifugio nello spazio vuoto tra le lettere. (Sergio Daniele Donati - inedito 2022)

Dialoghi poetici coi Maestri - 37. Francesco Scarabicchi

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Da quel giorno Da quel giorno ogni giorno con te parlo, ma che dialogo muto, che silenzio dalla parte da cui non viene il vento. Tratto da Francesco Scarabicchi - Il prato bianco Einaudi editore (2017) Potrei declinare, Francesco,  in tutte le lingue conosciute ogni lemma che si è disperso  e diluito nel soffio di quel dialogo evanescente. L'assenza, lo sai, è la più ciarlona delle presenze; raramente tace per lasciare spazio al sospiro; allo spettacolo del presente. Non è più il silenzio  il mio problema; al contrario, è dirsi vinti da un nemico ectoplasmatico che mi sussurra parole di seduzione e poi svanisce, ridendo della mia incredula espressione. Tu sei il Maestro, Francesco e reciti in pochi versi i vocabolari della mia sofferenza. Sergio Daniele Donati - inedito 2022 ____ NDR: Potrete trovare un altro dialogo poetico con Francesco Scarabicchi a questo  link

Dialoghi poetici coi Maestri - 36. Hermann Broch

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Nell'oggi ritroviamo il passato... Nell'oggi ritroviamo il passato non trasformato, ecco perché ci è così difficile superare il passato come passato. Quando in ogni nuovo oggi sentiamo anticipatamente il domani, possiamo strappare il domani, possiamo strappare facilmente di mano al credente «passato» il suo desiderio di colpa. Hermann Broch Tratto da: La verità solo nella forma De Piante ed. (2021) Trad. di Vito Punzi _____ Si tatua sulle nostre pelli la colpa del passato. Un'orma d'orso  in un boscaglia densa di spine aguzze, rende testimonianza del nostro limite. Restano sempre impronte d'artigli e scorticate cortecce, sogni sventrati d'un domani che langue, fino all'illusione  del «giorno dopo». È il domani, Hermann, a nutrirsi della colpa, per non perdere odori boschivi e sudori plantigradi. Sergio Daniele Donati - inedito 2022

Dialoghi poetici coi Maestri - 35. Víctor Rodríguez Núñez

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nessuno sa il tuo nome                  per questo ti si ritrova in mezzo ai rami siderali sapere è qualcosa di più                  del ferro a v sulle anche della luna il vento conta sillabe                  dissotterra eclissi scaglia itinerari sul viso il mistero ti esprime malgrado quel fiore che ti ha dato il nome non sei un'impressione                  un tragico profumo semplicità incrostata d'astri segature che sussultano                  il segreto canoro e non c'è maggior virtù in questa sagra perché tu stessa ti formi con niente porti il fango dalla                 pioggia primordiale Víctor Rodríguez Núñez tratto da  il quaderno del topo muschiato Taut editori 2020 _____ questo affanno a cercare nomi poggia su una salda insicurezza di cui il firmamento ride - e son risate di stelle morte - sa il Creatore del nostro limite della scatola vuota di significato e del canto che non ha termine  alla ricerca di lemmi corruschi - e sono luci di lemmi già mor

Dialoghi poetici coi Maestri - 34. Amelia Rosselli

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  C’è come un dolore nella stanza C’è come un dolore nella stanza, ed è superato in parte: ma vince il peso degli oggetti, il loro significare peso e perdita. C’è come un rosso nell’albero, ma è l’arancione della base della lampada comprata in luoghi che non voglio ricordare perché anch’essi pesano. Come nulla posso sapere della tua fame precise nel volere sono le stilizzate fontane può ben situarsi un rovescio d’un destino di uomini separati per obliquo rumore. (Amelia Rosselli, tratto da Documento) ____ Gli oggetti testimoniano Sono sentinelle mute e testimoniano il nostro passaggio, Amelia, gli oggetti nella stanza, come pelli di biscia a terra. In ogni stasi è scritto il dolore del cambiamento - la piuma di merlo sul prato ne ricorda il volo -. E non so se sia viltà, Amelia, o grandezza d'animo il mio rifiuto d'ogni domanda. Le lascio fuori dalla stanza del ricordo come pattine un po' malconce e abbandonate. (Sergio Daniele Donati, inedito 2022)

Dialoghi poetici coi Maestri - 33. Ghiannis Ritsos

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Foto di Sergio Daniele Donati Lentezza Mezzanotte passata. Dove vuoi andare a quest’ora? I bar del porto sono chiusi. I marinai si sono tolti le divise bianche. Forse dormiranno. Alcune chiatte, pesanti come fossero gravide, cariche di legname, navigano lente sull’acqua scura con i vetri rotti della povera luna. L’una e mezzo, le due, le tre e un quarto. Le ore si trascinano, e l’odore del legno appena tagliato, umido, non cancella l’enorme ombra che sta in agguato davanti alla dogana, là dove, appena ieri, bei giovani pescatori subacquei sbattevano sugli scogli i robusti polpi tra un liquido bianco denso come sperma. Karlòvasi, 16.07.1987 (Da  Molto tardi nella notte , traduzione italiana di Nicola Crocetti, Crocetti ed., 2020. ) ______ Eppure, Ghiannis, è in quell'ora che è forse ora di tornare allo sguardo sperso e nebuloso, alle cataratte delle intuizioni,  alla presenza lontana di suoni ovattati; nella nebbia.  È quella, Ghiannis, l'ora del risveglio, e dell

Dialoghi poetici coi Maestri - 32. Pier Paolo Pasolini

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Ho voluto la mia solitudine sono senza amore, mentre, barbaro o miseramente borghese, il mondo è pieno, pieno d’amore… e sono qui solo come un animale senza nome: da nulla consacrato, non appartenente a nessuno, libero di una libertà che mi ha massacrato (Pier Paolo Pasolini) UNA SOFFERENZA SOLITARIA So dove va lo sguardo se nega, nel sogno, il proprio dolore. E so che tu hai saputo, non tanto declinare le lettere d'una sofferenza solitaria, quanto descrivere quelle che tutti noi rifiutiamo di trasformare in vita per non dirci vivi. La vita nostra pesa proprio perché non animale e il nome che portiamo sul dorso ci è stato donato troppo spesso da padri assenti. (Sergio Daniele Donati - inedito 2020)

Dialoghi poetici coi Maestri - 31. Umberto Piersanti

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VOLTI volti, volti nella mente infissi, sempre più infissi e incerti, e poi così lontani, lontani e persi, nell’oscura veglia mi siete d’intorno, vicini, così vicini alle mani e agli occhi, padre da un grande tempo dimori oltre la valle che la nebbia copre, la grande nebbia che sta oltre, oltre ogni casa e campo, come chi ha la vista quasi spenta risalgo con le mani alla tua fronte, su ogni piega mi soffermo e insisto, del tuo magro sorriso ricerco il dono e i tuoi occhi madre sono i più chiari, io me li stampo dentro, mi fanno il sangue lieto e nulla può il dolore che m’abbranca, restano chiari e azzurri oltre lo sguardo, lo sguardo mio che tanto s’appanna sorella dalla veste chiara ora m’allacci i pattini e spingi alla discesa, lascia ch’io tocchi ancora i tuoi capelli così lunghi e scuri l’altra ha quei tacchi larghi, larghi e spessi degli anni di guerra, tra le ginestre lei rifulge tanto che degli occhi appannati lacera il velo e padre e madre, e la bruna sorella l’altra più chi

Dialoghi poetici coi Maestri - 30. Paul Éluard

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Liberté ô vertige et tranquilles pieds nus Liberté plus légère plus simple Que le printemps sublime aux limpides pudeurs. __ Libertà o vertigine e quieti piè nudi Libertà più leggera più semplice Dell'aprile sublime di limpidi pudori (Paul Éluard - da Les Mains Libre  In "Paul Éluard - Poesie" La vita felice edizioni Traduzione di Franco Fortini) ___ Ils sont si vagues  et sans un regard  nos accents  sur le poids de la terre noire;  beaucoup plus délicat, Paul,  et sublime  c'est savoir se pencher  sur les accents opposés  de la légèreté du papillon  de la liberté. ___ Sono così vaghi e senza sguardo i nostri accenti sul peso della nera terra; ben più delicato, Paul, e sublime  è sapersi inclinare su gli opposti accenti della leggerezza della farfalla  della libertà. (Sergio Daniele Donati - Inedito 2022 -  Traduzione dal francese dello stesso autore)

Dialoghi poetici coi Maestri - 29. Paul Celan

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MANDORLA di Paul Celan Nella mandorla – cosa sta nella mandorla? Il nulla. Nella mandorla sta il nulla. Lì sta e sta. Nel nulla – chi sta? Il re. Lì sta il re, il re. Lì sta e sta. Ricciolo ebreo, non diventare grigio. E il tuo occhio – per dove sta il tuo occhio? Il tuo occhio sta davanti al nulla. Sta verso il re. Così sta e sta. Ricciolo d'uomo, non diventare grigio. Mandorla vuota, blu regale. MANDORLA di Sergio D. Donati Sono sei milioni di gocce, Paul, e scivolano lontano - sempre più lontano. Ci concediamo mille e una volta - come nelle fiabe notturne dei nostri cugini - l'onore assurdo - crepa in un ghiaccio ossimorico, luce nella cecità omerica - di ricordarne i nomi. Ma sono gocce, e scivolano, lontano dai nostri segreti, e il loro attrito sulle nostre pelli, figlie di plumbei camini  e del silenzio che strazia, lascia ustioni - e numeri - in eterna memoria. Non so cosa ci sia  nella mandorla, Paul, ma conosco il dolore acido che mi causa quando sfiora q

Dialoghi poetici coi Maestri .28 - Georg Trakl

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Georg Trakl - foto di repertorio Di notte L'azzurro dei miei occhi si è spento in questa notte. L'oro rosso del mio cuore. Oh come quieta ardeva la luce. Il tuo manto azzurro avvolse chi affondava; La tua bocca rossa suggellò l'ottenebrarsi dell'amico. (Da Sebastian im Traum - in Georg Trakl «Poesie», a cura di  Ida Porena, Einaudi Editore 1979 - seconda edizione) ____ Azzurro Azzurro - addio di falena, canto sussurrato al lume; Bianco - dito rugoso puntato  su stelle indifferenti. Rosso - passo nudo e felino su sabbie fini.  ( Sergio Daniele Donati - inedito 2021)

Dialoghi poetici coi Maestri - 27. Claude Roy

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Claude Roy - foto di repertorio Neige/Vent/Silence La lumière blanche de la neige Le flocons tombent en retenant leur suffle Il neige du silence Le silence en silence caresse le silence Le très noir corbeau lui-même empêche son cri de déchirer le ciel Si nous allons plus loin sur le chemin de la lande nous entenderons parler la mer indifférente la vague histoire gris qu'elle raconte au vent En cette saison le jour finit avant de commencer Paris - Samedi 25 avril 1992 (Tratto da Claude Roy Le pas du silence - suivi de Poèmes en amont - ed. Gallimard 1993) ______ Neve/Vento/Silenzio La luce bianca della neve I fiocchi cadono trattenendo il fiato Nevica del silenzio Il silenzio in silenzio carezza il silenzio Lo stesso nerissimo corvo Impedisce al suo grido Di lacerare il cielo Se andassimo più lontano lungo la landa sentiremmo parlare il mare indifferente la vaga storia grigia che racconta al vento In questa stagione il giorno finisce prima di cominciare (Traduzione libera di S

Dialoghi poetici coi Maestri 26. - Dialogo a tre ( Yehudah Amichai, Erez Biton ed io)

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Deserto del Negev Durante un viaggio verso Arad, il grande poeta israeliano Yehudah Amichai e il superbo poeta non vedente Erez Biton si ritrovarono nelle colline del deserto del Negev. Erez chiese a Yehudah di descrivergli il paesaggio del deserto. Amichai prese allora la mano di Biton nella sua e tacque. Nel 2010 Biton pubblicò una poesia in memoria di quell'istante di scambio silenzioso, cui rispose poi Yehuda Amichai col testo che sotto si riporta. Ho immaginato spesso di assistere a quell'incontro; anzi penso di avervi davvero assistito. ________ Erez Biton Dire il deserto (dedicato a  Yehudah Amichai) La tua mano taciturna Ha abbozzato davanti a me Oasi nel deserto Verde su verde. Come vasi comunicanti Una mano tocca l’altra. Sono passati attraverso i tuoi occhi A me La grandezza del dire E la meraviglia Del roveto ardente. (Erez Biton-2010 trad Sarah Kaminski, Università di Torino) ____ Yehudah Amichai Una volta ho viaggiato lungo il Mar Morto con un poeta cieco. Vo

Dialoghi poetici coi Maestri 25. - Cees Nooteboom

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Cees Nooteboom - Immagine di repertorio Di tutti i ritmi trovò giorno e notte il più bello. Uno, due, e grazie a Dio niente tre. Venne solo dopo, quando tutto fu finito, una cifra oscura travestita da zero. Come nasce un'opera d'arte? Quando comincia un mottetto, una poesia, una luce che appare senza fonte? Chi pensa un primo verso prima di pensare? Oppure: come da una palude di riflessi, una lotta nel fango tra un allora e un immaginario ora, sorge quell'unico, visibile istante in cui il tempo non misura quel che svanisce (Cees Nooteboom- tratto da L'occhio del monaco Einaudi, Torino, 2019) _____ Due Il due scolora e opera una scelta tra il passo di ritorno e l'inciampo nell'ignoto. Percorre entrambe le vie  lo sguardo del poeta quando attende un fremito  del polpastrello per dire del tempo trascorso a sublimare - in parola -  la propria tacitazione. (Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)

Dialoghi poetici coi Maestri 24. - Franz Schubert

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Franz Schubert - Ritratto  Incompiuta Morsi di dubbio; timori -e speranze- d'un ritorno all'inverno delle nebbie stavano là;  nel midollo, nelle arterie. Progetti di scrittura, segni d'abbandono, parole senza seguito; la vita era sogno, allora. Sogno, stasi; e paura. E non c'era mano, padre, sulla mia nuca. "Io me ne andrò, non farò più ritorno; mi dissolverò, come vuoi tu". La penna urlava  grida di sopravvivenza.  Andavo solo in quella palude d'ombra  e il foglio si riempiva di parole scollate,  unte di rabbia. Iniziò allora il mio viaggio; e se ora torno, padre, è per chiederti conto della tua assenza, non per aprire il palmo e mostrarti le gemme raccolte sotto il fango.

Dialoghi poetici coi Maestri 23. - Patrízia Cavalli

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Patrizia Cavalli - Foto di repertorio Addosso al viso mi cadono le notti  e anche i giorni mi cadono sul viso. Io li vedo come si accavallano formando geografie disordinate: il loro peso non è sempre uguale, a volte cadono dall’alto e fanno buche, altre volte si appoggiano soltanto lasciando un ricordo un po’ in penombra. Geometra perito io li misuro li conto e li divido in anni e stagioni, in mesi e settimane. Ma veramente aspetto in segretezza di distrarmi nella confusione perdere i calcoli, uscire di prigione ricevere la grazia di una nuova faccia. Patrizia Cavalli - tratto da Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992 _______ Mi capita a volte di contare i passi verso una meta  che perde a ogni istante contorni, cadenze e tempi. L'errore non è nel calcolo, o nel tentativo di misurare  uno spazio infinito. Cerchiamo d'altronde ordine da sempre e tracciamo linee immaginarie  nel cielo per orientarci la notte e far approdare  le nostre navi in porti di sogno. È questo l'Uom

Dialoghi poetici coi Maestri 22. - Paul Klee

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Paul Klee - Immagine di repertorio La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell’opera. Gli intellettuali la guardano andando indietro nel tempo In avanti – verso il futuro – la guardano solo i creatori (Paul Klee - 1908) _____ I tre tempi convivono - bisbigli di bambini, la notte - in ogni battito di ciglia - un ritmo del ritmo - Non chiederti, Paul dove stia l'errore  della mente Avanti e Indietro sono solo gli eppure nella lingua di chi crea (Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)