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(Redazione) - Estratto dalla Raccolta di Giovanni Laera "Maritmie" (Marco Saya Ed., 2023), con nota di lettura di Annalisa Mercurio

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  Maritmie è l’ultima opera di Giovanni Laera pubblicata da Marco Saya Editore (collana Sottotraccia a cura di Antonio Bux). La Puglia, in questa raccolta, si fa canto di sirena, falda sotterranea, lingua subacquea. In questa soluzione salina si scioglie il verbo di Laera che evapora per tornare: un ciclo d’acqua e sale capace di asciugarsi sulla radice di un substrato dialettale dal quale Laera estrae musica. La seconda breve sezione della silloge è un cuore infantile osservato a distanza, il mistero di uno sguardo sottile e profondo, un intarsio dialettale di estrema eleganza che si fa proiezione di una terra apparentemente arida ma capace di generare frutti straordinariamente intensi. La padronanza della parola di Laera permette all’autore di accompagnare il lettore con leggerezza in una continua ricerca semantica ed emotiva. Allitterazioni, rime interne e baciate sono testimoni della volontà di mantenere salda la tradizione senza però rinunciare a un verso che suona estremame

(Redazione) - Figuracce retoriche - 10 - Allegoria

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A cura di Annalisa Mercurio Su questa figura potremmo scrivere interi volumi, ma tranquilli, non sono un tipo logorroico e cercherò di essere chiara e concisa. Il caro Mike Bongiorno a questo punto direbbe Allegoria  deriva dal greco antico αλληγορία , composto da ἀλλή allon più ἀγορεύω agoreuo , letteralmente un altro e parlare. Indica un d ire diversamente , o meglio, parlare d’altro, leggere tra le righe (non è il parlare d’altro quando, colti in flagrante, cercate di sviare l’attenzione). L’ allegoria è una figura retorica con una funzione piuttosto complessa: deve esprimere qualcosa di astratto attraverso un’immagine concreta. Per fare questo, l’ allegoria parla attraverso simboli e si utilizza quando si vuol dare alla parola un valore differente da quello che possiede letteralmente. Se vogliamo essere ‘precisini’, questa figura retorica si divide in tre grandi sottocategorie: allegoria morale, allegoria politica e allegoria religiosa; la sua intenzione è sempre quella di sol

(Redazione) - Figuracce retoriche - 09 - Tautologia, Diafora, Antanàclasi

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  A cura di Annalisa Mercurio E siamo arrivati in quel limbo tra l’estate e la sua fine, in cui le foglie stanche meditano se sia o no il tempo di cadere; stanno per riaprire le scuole. Questa nostra aula virtuale è rimasta sempre aperta, e questo venticello settembrino ci porta ‘ nuove ’ figure retoriche da esplorare. Apriamo le finestre e lasciamole entrare! TAUTOLOGIA Non ho detto tatuaggio! Ho detto tautologia ! Ormai giochiamo con le paronomasie, stiamo diventando bravi! Avete memorizzato bene il termine?  Ora torniamo seri, ed entriamo nel vivo della questione. La  tautologia è una figura retorica nella quale (come in altre figure di ripetizione) andiamo a ripetere un concetto, allo scopo di rinforzarlo; solitamente, si utilizza per ribadire qualcosa di ovvio (per esempio il buio è buio). Perché sia una tautologia, non è però necessario (come in altre figure retoriche che abbiamo già trattato) che un termine sia ripetuto tale e quale, infatti, anche frasi come il buio è scuro o

(Redazione) - Figuracce retoriche - 08 - Uno "speciale" su Gianfranco Maretti Tregiardini

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  A cura di Annalisa Mercurio Agosto richiede una puntata speciale. Per questo motivo ho deciso di proporvi un ripasso, attraverso la nota di lettura di un libro particolare, che ho molto amato. Andremo a leggere una scrittura che mi piace definire liberata . Quella di Gianfranco Maretti Tregiardini, infatti, è talmente slegata da convenzioni lessicali, da farci talvolta pensare che vi siano refusi. L’autore che vi propongo è invece talmente grande da potersi permettere di creare neologismi con i quali ci trasporta in un clima fantastico, a tratti elfico. ANIMADARIA Vita e umori dei Tregiardini di Gianfranco Maretti Tregiardini ¹ Introduco quest’opera con l’aiuto del Preludio ad Animadaria di Marco Munaro: “ Quando scrisse Animadaria Gianfranco Maretti non era ancora diventato Tregiardini. Preso da una rapsodica felicità in pochi mesi fuse e versò la materia vivente dei suoi numerosi diari vegetali (…)nella forma inedita di un libro breve che superava di colpo tutte le sue precedenti

Due poeti allo specchio (Annalisa Mercurio e Sergio Daniele Donati)

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Di Annalisa Mercurio - inedito Come se avessimo avuto un numero di parole un contratto a termine tra le nostre corde vocali. Abbiamo sprecato tutto imprecando, sporcando di pece boccioli di myosotis. Avessimo centellinato le spine avremmo ancora qualche 'ti amo' vivo tra lingua e denti un'altra mano da giocare. Schiena a schiena stiamo fissando le ultime otto parole in calce su quella parete sbiadire. Di Sergio Daniele Donati - inedito Non può che finire in assenza di parola l'eccesso di parola. Avessi taciuto allora non mi fermerei ora - lo sguardo umido - a raccogliere verità scritte a pennarello su un muro. Ma ogni parola  è eco lontana e seme di fiori azzurri in scorza nera. Tu questo lo sai e sai del legame tra una scrittura  mancina  e la bellezza  della sbavatura  d'inchiostro;  sul foglio bianco. Si dice , alle volte,  sperando  che un inciampo attenui la verità della parola; perché al vero non siamo pronti, ma l'assenza del