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Due poeti allo specchio (Gloria Chiappani Rodichevski e Sergio Daniele Donati)

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TRE AZIONI PER SERGIO di Gloria Chiappani Rodichevski 1 Ti scrivo di gialli ocra che s'imparentano agli azzurri per divenire profondità, collina, bosco. 2 Ti guardo con le mani piene di versi. 3 Ti parlo dalla distanza d'un sorriso nel desiderio che tu possa sommarmi a ciò che decidi di tenere. TRE DOMANDE PER GLORIA di Sergio Daniele Donati  1 Nelle valli del sogno cogli anche tu il soffio d'un grigio Ostro di consapevolezza? 2 Sul palmo delle mani granelli di sabbia. È la mia o la nostra vita che pulsa? 3 Una parola cala lenta; appartiene a una voce che parla la lingua dell' Antico . Te ne bagni anche tu le ciglia? ____ NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE Gloria Chiappani Rodichevski , laureata in Lingue e letterature straniere moderne, è iscritta all'Albo Professionale dei Giornalisti. Attraverso la sua attività giornalistica, e come fondatrice e direttrice del portale Morfoedro , si occupa di spettacoli, d'arte e di cultura. Tra le sue pubblic

Due poeti allo specchio (Emanuela Mannino e Sergio Daniele Donati)

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Sono foglia, fresca rossa dispersa su un letto di vento coi suoi capricci coi suoi intrecci di ilare pianto. Tu cerchi il tuo ramo in un amo di cielo, io cerco il mio cielo nelle tue gambe nelle mie cosce tra le mie cosce le tue dita tra le mie dita. Il tuo giardino canta la mia umida rosa tocco di cuore il tuo lieve sfiorato ardore. Tu cerchi il tuo ramo e ti fai amo nero di bocca rosso di anima che non trabocca. Potesse il sole bruciare tutte le mie foglie fresche rosse disperse e scosse potesse il vento che mi vive accanto voltarmi via da te, da ciò che non è dai mari e le conchiglie tutte uguali dalle femmine montagne senza ali. Potesse il baluginio della notte staccare la luna e accendere un c'ero io c'ero tu dov'eri non c'eri. Sulle labbra di un fiume lontano eri, sui tulipani di un freddo domani eri, sopra ai ponti ai metri agli attimi lontani. Potesse il destino togliere la tua mano dal fuoco della mia mano le gambe dei tuoi passi distorti dal primo sentiero van

Deserti - Due poeti allo specchio (Anna Rita Merico e Sergio Daniele Donati)

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A Sergio perché ci disse di Anna Rita Merico Rabbi dipanaci l’osso della parola abisso Rabbi moltiplicaci parola e testo così che ne possiamo intravedere domanda non farci restare ne l’interrogazione L’interrogazione è la sponda del Libro tra Libro e Libro l’interrogazione interrogazione e assillo emergono dall’oblio di scrittura e morte e gioco drammatico diciamo ne diciamo scoprendo forma e limite nel foglio bianco su cui incideremo ne incideremo a partire da dialogo silenzioso Rabbi ma qui l’abisso è fondo con occhi lacertati perdiamo nome nel senza pelle di un pensiero sentiamo vuoto e interruzione e vento e soffio Di linguaggi diciamo parola per domandare parola per rispondere linguaggio che interroga e linguaggio che risponde Narraci la grammatica Rabbi siamo tormentati da frammenti poltiglie ebbrezze senza limite ignoto fughe l’abisso ci ha tolto nome Deserto è volto d’abisso come segnare tracce e orditi nel rischio? come possiamo annotare il dentro delle bussole su questi grani

Due poeti allo specchio (Michele Carniel e Sergio Daniele Donati)

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L’impronta del tormento disegna il volto e credo nel dolore cristiano delle piaghe, ma Dio non mi parla (simmetrica illusione) Che me ne faccio, Madre, delle mani giunte? - Abito la colpa con gli occhi sacri del figlio - - Considero un alibi l’essere nato in tempo - - Svuoto dalle tasche una congiura di passi - - Arresto la mortalità dell’anima nel corpo - Un’ombra uscita illesa dal crollo delle luci restituisce alla pelle una parvenza di carne. Sangue, ossa, respiri, poco altro mi sollevano [Raccoglimi, Madre, come fossi una lacrima]. Michele Carniel - inedito 2023 Esiste una via  - forse la più antica - che spezza il gesto e cuce i lembi di ferite eterne. Le mani giunte  - aprile; ora - impediscono ai palmi  di raccogliere olii eletti dal cielo e il sacro, lo sai,  risiede nella terra sporca, sotto le unghie del contadino. Svuota le tue tasche da ogni ingombro che il  nulla crudele t'impone,  ma lascia che là resti un sassolino, a memoria del flusso che ci

Due poeti allo specchio (Rossana Nicotra e Sergio Daniele Donati)

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Forse l'acqua ha inghiottito il Loto. Ceduti all'assenza, è argento ammattito  (non si sta in nessuna pochezza) tra le possibilità infinite s'instrada un destino disubbidisce, è frode alle anime. Fiorirà il Walnut -e saremo franchi lo sento- la lucentezza delle idee il pianto del neonato, la tenerezza che si schianta contro ogni male. È una strana primavera questa. Rossana Nicotra - inedito 2023 Un forse vivace governa il mio passo e affolla d'ipotesi lo sguardo di lepre, prima della fuga. Non medito più da tempo e ho scelto la gabbia della parola per non dire del nulla che legifera sui miei respiri. Io me ne andrò - anzi, già vado - e della selva dei miei simboli non resterà altro che una nota tenuta - un suono costante - finalmente liberato dalle catene dei significati. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

Due poeti allo specchio - dialogo attorno al Sacro (Giuseppe Carlo Airaghi e Sergio Daniele Donati)

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Un inno di meraviglia Al nostro dio certo spiace molto che molte cose non siano andate per il verso previsto. Scrive allora, in bella calligrafia, bigliettini augurali di frasi edificanti e motivazionali. Per rincuorare e per distrarre versa alcune gocce insipide di pioggia lungo i deserti in primavera e dice: questo è quello che disseta. Sopra ogni goccia stende i colori di un precario arcobaleno fatto soltanto di riflessi. Forse si sente in colpa e inadeguato di fronte agli errori commessi per sbadataggine e approssimazione ma il danno ormai è stato fatto, ogni rimedio è un evidente rammendo sopra la tovaglia del corredo buono. Noi fingiamo di non notarlo per non creare ulteriori imbarazzi, per non apparire irriconoscenti. La frutta matura pende dai rami troppo in alto per le braccia dei bimbi ma il suo profumo, il suo profumo, non possiamo negarlo, penetra ovunque; persino nelle isolate case in ombra con le persiane sprangate. Ogni scelta è stata fatta in buona fede, dicono alcu

Due poeti allo specchio (Federico Preziosi e Sergio Daniele Donati)

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Noi che ci innamoriamo del dolore Noi che ci innamoriamo del dolore senza colpo ferire ripieghiamo i nostri mondi sulla scia del vento  da come cambia il nostro orientamento chiediamo al frutto di farsi germoglio o allo scarto tossico del concime  di ricondurci a forza nel maggese, ma nel momento dei superamenti restiamo a lungo orfani  in carenza d'affetto per le cose create come dèi in libera uscita   al quarto-quinto giro, alzato il gomito  quale maledizione si riserva? Facile a dirlo... ma adesso è ora che si ritorni a casa e la lingua incespata nel velluto rivendichi qualcosa  al serico svestirsi dell'immaginazione. (Federico Preziosi  - inedito 2023) Credo ci innamori il taglio e la speranza orfana  che il sangue versato  irrori un lampo di verità nelle pupille dei figli. Della ferita non ci attrae  la sutura e dentro di noi canta il canto che chiama  corpi estranei nelle vene, é quella l'ora profuga in cui le stelle intonano per i nostri deserti cori di non appartene

Due poeti allo specchio (Annalisa Mercurio e Khan Klynski)

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Ceramica Artigianale di Antonella Giannuzzi Uno scritto a quattro maRi non ho più labbra da donare alla carne dopo aver nascosto tra trama e ordito i tuoi nodi scalzi non ho che vertebre di fango in attesa sul tornio; resti d'una voragine che non trovano balsamo negli spigoli della notte mentre un bruire d'anime segna inesorabili assenze dammi una bocca da imbastire ridente con la prudenza d'un rovescio di pioggia, fossi già morta cara tramoggia, come le lingue arrotolate al catrame in direzione ostentata e contorta, ciò che riposa nelle anguste cantine di certi borghi accarezzati dal bosco, quell'evidenza di rottami, due viandanti, che spreme sigarette sugli avanzi, fragili amanti lascio le vestigia la tenuta d'un coltello orfano di manico per le strettoie del silenzio e della parola ingoiata incisioni ridotte in cenere dall'aspersione del sale e dal mormorare scomposto d'atavici princìpi in un precipitare che strappa il sen

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Stefania Giammillaro)

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MODESTIE Conto dieci passi  - e dieci al ritorno -  prima di dirmi Uomo.  E anche allora  si ride in cielo della mia pretesa  d'esser già nato.  Allora conto altri dieci passi  - senza ritorno -  prima di non dirmi più. Sergio Daniele Donati - inedito 2023 NUN S'ADDUNA Nun rinesci a cunfunnirimi ca sugnu bedda (sì) Maliditta biddizza ca nun s’adduna ca mi vardi rintra l’uocci e mi capisci mi piacissi cririri ma veni sulu n’ menzu l’anchi a pussidirimi e mancu mi vardi ma mi rici ca sugnu bedda (sì) Maliditta biddizza ca nun s’adduna Vastassi na canzuni di na stidda p’arricriarimi u cori ma ti fa priautu u to silenziu ‘nzivatu ca stavota nenti mi rici mancu ca sugnu bedda (no) Biniditta biddizza ca cancia ‘mmarazzi pa viriognia E s’adduna sì, ri essere 'a cruci ri sta menzogna Traduzione dal siciliano della stessa autrice NON S'ACCORGE Non riesci a confondermi che sono bella (sì) Maledetta bellezza che non se ne accorge che basta guardarmi negli occhi per capirmi

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Maria Gabriella Cianciulli)

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  MIRACOLO È miracolo osservare resine dorate colare da cortecce antiche e sfiorarne i collosi elementi per sentirsi ancora una volta fossili e prigionieri felici dell'ambra della parola. È miracolo non darsi alla fuga di fronte al bello che spaura perchè la solitudine ne è la compagna fedele. Miracolo e trovarsi qui, io e te, a dialogare del niente che è dietro ogni lemma, incantati dal suono di lira dell'illusione del significato. Sergio Daniele Donati  - inedito 2023 DELLA PAROLA Della parola che viaggia sulle ali della colomba colgo solo lo spiro per farne alcova alla mia inquietudine Fucina d’ambra e miele di ritorno da riti antichi ove scorre la vita in assenza di persuasioni Nuvola e terra sciami di umori impeto di ruscello che assale di brividi il letto impietrito In riparo dal dicibile come l’amore poi che il bello ci rincorre per sfumare in un bacio appena sfiorato Io e te ne siamo immagine Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023

Due poeti allo specchio (Carla Malerba e Sergio Daniele Donati)

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Mi dicono hai voce argentina io penso sia il cuore a tenersela stretta tra vicoli e androni che segnano passaggi improvvise aperture di valichi a un vento diverso per tempi e stagioni. Mi riapproprio dei doni: è tattica costringere l'ombra a un angolo angusto, murarla intonare un canto aurorale sulle tenebre del mondo. Carla Malerba - inedito 2023 Un richiamo dell'Antico, un fischio di pastore, un latrato di cane, un suono di Shofar, e poi urla bambine nel cortile e soffi rabbiosi di gatto: sono le voci che mi abitano. Il cuore, dici? E ometti - saggia - il possessivo.  Sono troppe le voci  che m'attraversano per un cuore solo - e per di più ballerino. Meglio diluirle a terra come pioggia di temporale.  Mi abitano mille voci e un solo terrificante Silenzio, tiranno; un'assenza feroce, un canto mai cantato, la parola mai ascoltata. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Ilaria Sordi)

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SCARNA È scarna e stretta la via della scintilla, troppo breve e fragile quella della lucciola. Io son così, brillo la notte ma se mi prendi sul palmo della mano ho il sembiante d'una pulce. Sono fuochi fatui le mie parole, il valore delle mie intuizioni è nel buio intermittente; e non potrà mai esser detto. Sergio Daniele Donati (inedito 2023) La ghiaia sotto i passi cantava la nenia della notte e noi camminavamo bambini -le lame nude dei sorrisi- nello smarrimento delle ipotesi Brilla ancora nostalgia come quei lumi lontani nella conca delle mani tutto lo stupore in fiore: briciole di luce le tue parole per ritrovare la strada La casa ora è un'idea più vicina al cuore. Ilaria Sordi (inedito 2023)

Due poeti allo specchio (Mirjana Zarifović e Sergio Daniele Donati)

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SE TU TORNASSI Se tu tornassi porteresti il tuo vaso, la tua cenere, e io conterei, conterei il tuo vaso, esso viene dal tuo tempo di cenere, viene al mio tempo. Altri vasi nella casa del santo. Nei suoi occhi, le nostre bianche mandorle, come sono entrate? Solo divinando, solo ignorando, è il sapere, lo dicono i tripodi, lo dicono i sassi. Spremi la mandorla sulle nostre bocche, santo, la rosa è scarlatta, portala alla signora che leviga il vento. Ai crocicchi, dove ogni cosa è in disparte, e prima del corpo e prima del sangue… lei incede rugginosa e si volta alle campane ieri rinnegate, alle fosse le appende e leviga le rose. Forse hai un nome signora? Ah, ma scendono, nelle campagne camminano, vengono… Santo, santo del pane caldo dei morti, sulle tue labbra le nostre parole sanguinano, pronunciale tu, dalle a noi, non le abbiamo mai udite. È l’ultimo giorno, noi andiamo dietro l’ombra a impiegare i vasi, tu spremi la mandorla, spremila, e diremo che è buona. Mirjana Zarifović  -

Due poeti allo specchio (Donato Nitti e Sergio Daniele Donati)

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Molti fiumi ho attraversato alla ricerca di prodigi ed incanti sussurrando inevitabili versi ogni volta meno sorpreso. Svanisce il tuo profilo come la memoria con l’ultimo testimone l’arcobaleno dopo la pioggia un sogno che nessuno sogna i riflessi sul mare dopo il tramonto. Molti fiumi ho attraversato o forse un solo fiume Molti libri ho letto, o forse un solo libro. Molti uomini sono stato. O forse un solo uomo. DONATO NITTI - INEDITO NOTA BIOBIBLOGRAFICA Donato Nitti , nasce, studia e vive a Firenze. Sagittario ascendente acquario, viaggia molto, soprattutto in Cina. Avvocato con una passione per il diritto dell’arte, un dottorato di ricerca, alcuni incarichi di insegnamento in università di Shanghai. Un amore per la filosofia esistenzialista ed uno per il buddismo giapponese, inizia a scrivere nel 2010, all’inizio soltanto per sé. La pandemia è un momento di riflessione, e nel tempo dilatato di quei momenti matura l’idea di pubblicare una raccolta di versi. Dall’incontro con Mariel

Due poeti allo specchio (Annalisa Mercurio e Sergio Daniele Donati)

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  Sono solo tamburi. Gli scuri nascondono echi di teatri a esedra oltre un inchino d'occhi sui muri tutt'intorno a questa gabbia – costole di sabbia in attesa. Sul baratro manca altra terra e sotto i piedi in silenzio ci divora Clessidra. Annalisa Mercurio - Inedito 2023 In fondo non è un caso se la parola fine porti con sé più significati. È così sottile il filo di lino che congiunge lo scopo del nostro esistere alla sua conclusione. Clessidra,  dici?  Ricordo la Valle  di luglio, e della terra bruna  che scivolava tra le mie dita. Una meridiana su un muro lanciava il suo monito souviens toi de vivre (1). Clessidra, certo, con dentro i granelli inesorabili delle nostre dimenticanze. Sergio Daniele Donati - Inedito 2023 (1) - in dialetto valdostano " Ricordati di vivere"

Due poeti allo specchio (Antonio Nazzaro e Sergio Daniele Donati)

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Antonio Nazzaro ritratto da Eleonora Buselli Caro Sergio, sinceramente non ho capito cosa vuoi che scriva ma ci provo. Prima di tutto per sopportare la compagnia perenne dell’acufene metto musica, non una qualsiasi, ma Fito Paez , cantautore argentino, visto che fra qualche giorno andrò a vivere a Buenos Aires. Già torno al mio vestito abituale ovvero quello di emigrante. Forse la poesia in fondo è questo, qualcosa che emigra sul foglio bianco e poi viaggia tra le dita di mani che sfogliano… Questa partenza spero che sia l'ultima ma visto il mio peregrinare di paese in paese degli ultimi trent’anni preferisco non dire niente a riguardo. Partire è qualche cosa che sempre mi ha fatto sentire libero di tutto, anche di dimenticare volti amici, nemici e gli amori. Ah gli amori… Lascio in quest’ultimo viaggio forse l’amore più bello e intenso della vita, che ha compiuto sessant’anni un paio di mesi fa. Si può abbandonare amore per amore? Bella domanda. Non ho una risposta ma è quello che