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Due poeti allo specchio (Rossana Nicotra e Sergio Daniele Donati)

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  Chi ama il sonno non ha paura del vuoto. Alla lentezza del sogno si affianca la luce di un' alba per una rivoluzione. Silenzio, dormi stella stellina in un cielo di bombe perché se piegati riusciamo a vedere prendere forma il tuo sogno nel sonno di tutti, è bellezza che rimane mia bimba. Nel vuoto vince l'amore. Rossana Nicotra. Inedito Chi ama il sonno pronuncia senza conoscerli lemmi arcani che spezzano in coriandoli giocosi i balzi della parola.  S'apre al vuoto un dire nuovo - o forse antico - ed, è vero, non spaura nel sogno il volto che si trasfigura  e punge come stella i chiaroscuri dell'esistenza. Sergio Daniele Donati . Inedito Perché ti chiedi di oltrepassare. Quando nell'acqua percepisci ogni increspatura, anima vecchia ogni creatura, ogni onda. Mutevole è il fondo e il tempo che ti fa caotica e impulsiva come le maree di un oceano, ma forse sciogli nuotando in solitudine. Ai piani agli accordi più alti riuscirai a trovare le risposte per quella luce c

Due poeti allo specchio (Danila Di Croce e Sergio Daniele Donati)

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  Sono gli occhi a cambiare colore, a scurirsi col tiro della luce. E perché mai non muta questa voce cerea, che non s’abbronza di vite vizze o di piazze ariose e intelligenti com’è il traffico dei fogli nei libri in fila sopra i banchi dell’estate? Non s’impregna quest’iride del pianto lento che le madri allungano agli anni del distacco, con la presa che regge a malapena il fiato e le spalle chine sulle culle bianche dei domani, dei ritorni, delle primavere perse a interrogare il sole, a farlo uscire. Neppure s’imbeve, la voce, d’estasi feline che assottigliano lo sguardo fino a non farlo più riapparire. Di Danila Di Croce - inedito 2023 Leggevo negli spazi vuoti  tra le tue lettere  un balzo felino una resa a ritroso,  la tav che fa  l'amore con l'alef - chissà sotto il tocco  di quali mani arcane. E mi sono perso nel suono delle tue domande  cui non so dar risposta che non sia il suono stesso. So però, e qui ti dico, che ogni voce muta  solo se si sa chiamare il mutamento, 

Due poeti allo specchio (Ugo Mauthe e Sergio Daniele Donati)

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  voglia di ho voglia di scrivere come si può aver voglia di ballare una notte intera o addentare a mani nude uno stinco non di santo ma di unto sacrosanto o se astemio non fossi bere alcolici di quelli che scuotono le ossa come giochi di vento nella bufera ho voglia di scrivere come se non ci fosse un domani ora che un domani forse ancora c'è per un'ora o settimana o le dita di più mani ho voglia di scrivere e solo riesco a leggere e quando leggo ho voglia di scrivere e scrivo che ho voglia di scrivere qualcuno qualcosa a chi appartiene la voce che chiama l’anima e la scena che appare reale subito non reale assomiglia a un ricordo ma non c’è un passato che l’abbia incontrata gli occhi pesano nel viso come stivali nella neve poltiglia sotto pressione sgocciolio che non disseta la voce non sa tacere contrabbanda un sogno per farne una visione risvegliarsi non cancella il ricordo che non hai vissuto eppure possiedi Testi inediti (2023) di Ugo Mauthe Ho voglia di Ho voglia di no

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 22 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte prima

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  A cura di Sergio Daniele Donati Parlare di Etica della parola poetica - lo   si sa bene - significa addentrarsi in una selva di contenuti invisa ai più e, per molti aspetti, avversati anche in modo esplicito.  "La parola, specie se poetica, non dovrebbe avere contenuto etico in sé", si dice, "ma dovrebbe essere sotto costante attenzione solo l'elemento estetico di ogni scrittura poetica". L'assunto, intendiamoci bene, non è privo di una sua dignità filosofica e giuridica, perché, appunto, confina con ogni discorso relativo al principio sacrosanto della libertà espressiva. Il poeta, si sostiene, non deve essere limitato nella sua scelta lessicale, formale e/o contenutistica.  Tutto deve poter esser detto, o scritto. E non sarò certo io a voler negare questo dato di libertà. Tuttavia rimarco che questo ragionare forse si fonda su una visione assai antiquata, e forse sorpassata di etica, secondo la quale la stessa attiene solo al significato di ciò che viene

Poesie di Antonella Lucrezia Puddu

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  Salvami Dimmi 'salvami' ed io ti salverò Leccherò il dolore ingoiandolo Tremerò al passaggio potente di carezze senza causa Chinerò il capo al cospetto della tua benedizione Prima di sera il fuoco tiepido della nostalgia tornerà vivo al salire lento del tuo corpo sul mio. Fenice Assioma confuso senza pudore Amore Si ritrovarono senza ragione A ridosso l'uno dell'altra Corpi ribelli guerrieri di pelle carne senz'ossa lasciate a bruciare per poter ritornare. Profumi d'umore caduti a sudare in pozzi di vita goduta acqua implorata che continua a mancare, a grondare, inferni di eco di giorni proibiti d'incontro voluti a respiro venuti ad andare. E dopo aver fatto l'amore per ore ed ore senza peccato tra cenere e fiato bendati sull'orlo di prato infuocato dalla torrida onda, risorsero insieme dall'unico seme. Train Svuotando nel viaggio il mio più intimo Intero, nell'abisso increspato di carta regalo, spero un dono, un gelato. Cerco, nel silenzio

Due poeti allo specchio (Davide Cortese e Sergio Daniele Donati)

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  Di Davide Cortese - inedito 2023 Questi versi non faranno tremare la mafia non sono scomodi, non attaccano il potere. Non concorrono in alcun modo alla fine della guerra. Sono bellamente inutili, è vero. Cosa farsene di queste pagine gentili? Fiori di carta da infilare nei fucili? Di Sergio Daniele Donati - inedito 2023 A cosa serve un firmamento che inutilmente poggia sul piano inclinato dei nostri desideri? E che dire dell'ostinato progetto di dar senso ai suoni  che chiamiamo parole? Niente è più mafioso d'un verso incapace d'esistere senza scopo, così,  come esiste da sempre  la conta degli istanti  che ci separano dalla morte. ____ NOTE BIOBLIOGRAFICHE Davide  Cortese  (Isola di Lipari, 1974) ha pubblicato la sua prima silloge poetica, ES , nel 1998. A questo libro sono seguite le sillogi: Babylon Guest House, Storie del bimbo ciliegia, ANUDA, OSSARIO, MADREPERLA, Lettere da Eldorado, DARKANA, VIENTU (una raccolta di poesie in dialetto eoliano) Zebù bambino e Teneb

Tre poesie di Floriana Coppola

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  Accade così. Un momento definisce un bivio, un incontro, un inciampo e allora la solitudine diventa un abito stretto che non contiene più e si lascia andare   una dopo l’altra le strade e i vicoli scuri la rapida scesa dagli angoli ancora bui il chiarore, così incandescente e bianco,  bagna la fronte  umida, la ringhiera del piano  e il davanzale pieno di piante  un passero nascosto tra i vasi una finestra scalza, lo spigolo duro del balcone il sole, inseparabile prigionia lo spazio tra il corpo e la luce prende a piene mani il vento  rovista nei panni  stesi tra i fili appena rigidi  ponti sospesi tra le case e le ciminiere tra le cucine e i focolari accesi stana il canto la rosa scarlatta, il piacere infinito la danza sbagliata ritorna, la carta capovolta del Mago la Stella sulla pelle svapora il canto  delle sue ciglia nere    così sul marmo sciupato degli scalini su ogni carezza, il manto liscio della schiena     la tigre si struscia nel salotto buono di casa  aggroviglia la coda

(Redazione) - Quattro anni assieme - Buon compleanno "Le parole di Fedro"

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Happy Birthday "Le parole di Fedro" __ Può un pazzo dire di non aver saputo di esistere prima di aver preso in mano una penna e tentato di comporre poesie con un vocabolario stretto, da bambino: cielo, mamma, papà, mare ? Poi capita che quel pazzo legga a sedici anni Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig  e ne rimanga folgorato - al punto da rileggerlo diciotto volte nell'arco della sua esistenza, trovandone significati sempre nuovi. E intanto il pazzo leggeva e studiava e scriveva, lasciando però tutto nei cassetti.  Strabordavano, colavano parole da quei legni, come sudori che dovevano però rimanere nascosti.  Ma la parola -  si sa - è ribelle e una volta detta o scritta pretende il suo volo, non può essere costretta in una gabbia dorata che solo chi la pronuncia può osservare.  Ecco perché è nato Le parole di Fedro, figlio di un'idea precisa.  La parola è orfana e pretende, col tempo, di tornare al suo genitore biologico o, a