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(Redazione) - Estratto dalla raccolta "Epidermide rara" (eretica ed., 2023) di Raffaella Rossi - con nota di Sergio Daniele Donati

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Un recente dialogo della sezione   Poeti allo specchio de Le parole di Fedro  (lo trovate  qui  ) ha visto come coautori la poeta Raffaella Rossi e il sottoscritto. L'occasione di quel dialogo mi è stata propizia per rileggere a fondo la silloge Epidermide rara della stessa poeta, apparsa per i tipi di Eretica edizioni nel corrente anno.  La scrittura di Raffaella , lo si è detto in più occasioni, è sempre una scrittura curata dai tratti che non disdegnano un certo lirismo positivo pur mantenendo, specie nelle composizioni più brevi, un effetto potente di apertura nel lettore.  Pubblichiamo qui un estratto di alcune sue poesie brevi, tratte dalla citata raccolta. Sono poesie  spesso declinate alla seconda persona singolare, in cui al lettore pare contemporaneamente che l'autrice si rivolga sia a sé stessa che ad un indefinito fruitore del suo dire.  Si percepisce inoltre un incedere della parola da un ventre emozionale molto presente e forte, capace di veicolare, tuttavia, mess

Dialoghi poetici coi Maestri - 60 - René Char

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39 Nous sommes écartelés entre l’avidité de connaître et le désespoir d’avoir connu. L’aiguillon ne renonce pas à sa cuisson et nous à notre espoir. ( René Char ) ____ Siamo divisi tra la brama di conoscere e la disperazione di aver conosciuto. La spina non rinuncia al suo morso,  noi alla nostra speranza. (Trad. di Giorgio Caproni ) ________ Nous subissons constamment le fardeau de nos souvenirs prénatals et le cri du faucon au coucher du soleil nous donne l'illusion d'un retour  à ce que nous  n'avons jamais connu. (Sergio Daniele Donati) ____ Subiamo costantemente il fardello delle nostre memorie prenatali e il fischio del falco al tramonto ci dona l'illusione d'un ritorno a ciò che mai  abbiamo conosciuto. (Traduzione dal francese di Sergio Daniele Donati)

Due poeti allo specchio (Raffaella Rossi e Sergio Daniele Donati)

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Prendere in prestito il dolore degli altri non è come ristorarsi con l’acqua si beve dal calice amaro come nel Getsemani (lo allontani il Padre se vuole) ma è viscerale per me essere umana, è l’accordo segreto tra me e il cielo è la truffa che mi ha indebitata devo pagare la solitudine che mi hai lasciato. Così oggi mi mortifica anche la cipolla in cucina chiede perdono per provocarmi il pianto, sono io a chiederle perdono se dovrò dividerla e mi perdonino tutti se a volte non sono stata sufficientemente garbata se mi ferisce l’occhio addormentato degli altri. Il calice è pure il mio ma dall’orlo già sporco beve solo chi non ha paura. Raffaella Rossi - inedito 2023 Da quali deserti  giunga quel dolore che spezza lo sterno nelle mie notti insonni io non saprei dire. Ne conosco però il movimento e so  che è spirale, mulinello, gorgo; o, a volte, buco nero  che assorbe i miei fiati,  per espellerli nei silenzi  di galassie immobili, di camposanti di stelle mor

Un racconto di Simone Consorti tratto da " Un posto vicino al tramonto" (Pav ed.,2023)

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Illustrazione di Valeria Fraticelli Casagemas Non sono impotente perché bevo, ma il contrario. E, comunque, la depressione non è la causa della mia impotenza ma la conseguenza. Germaine queste cose non vuole capirle. Lei è una ragazza semplice, alla fine. A letto si mette in posa come quando le faccio un quadro. Sta lì immobile e aspetta che faccia tutto io. Dopodiché tira fuori una faccia delusa come se il quadro mi fosse uscito bianco, una faccia che subito nasconde dietro un’altra. «Ci riproviamo la prossima volta,» dice, «non è successo niente.» Esatto: non è successo niente! Il fatto che lei vada con altri è la causa o la conseguenza della mia impotenza?  Di sicuro va a letto con Meunier ‒ perché le paga tutte le scarpe ‒ e con Pablo, i cui occhi sono una catastrofe. So da lui che la mia donna gode come i gatti. Gli ho chiesto di descrivermela ed è stata minuzioso, facendole il verso. Cinque strilletti acutissimi, striduli.  « Dietro il collo devi morderla, come se avesse la c

De profundis (una scrittura in onore di Vladimr Lubarov e Arvo Part)

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  Opera di Vladimir Lubarov Ci sono stato a lungo davanti a quello specchio che pareva riprodurre all'infinito una nenia di memoria, terzine di suoni che erano balzi - avanti e indietro, per poi tornare, chissà dove.  Chissà dove? E ho tenuto a lungo lo sguardo fisso sulla candela sullo scrittoio alla ricerca dell'anima nera e nobile che sostiene ogni nostra tremula speranza.  Nero all'interno, bianco in mezzo, azzurro fuori, queste sono le alchimie di una fragile fiamma.    Ma tu non c'eri, né mi accompagnava la tua voce, non più. Allora mi sono rivolto ai semidei che abitano la mia libreria e ho cercato parole, lemmi di conforto. Ma le lettere si mescolavano come sotto uno sguardo fortemente dislessico e componevano continui nonsense in lingue arcane e sconosciute. Una sola aveva contorni di fuoco: una Alef, muta e regale.  Mi guardava dentro le iridi senza cercare nulla, o forse cercando il nulla che le abitava.  Fu allora che una goccia d'ambra mi rigò il viso. 

Maria Pia Latorre legge "Miracoli del giorno" di Paolo Polvani (Macabor ed., 2023) con prefazione di Massimiliano Damaggio e postfazione di Isabella Bignozzi

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  Quando ho avuto tra le mani “ Miracoli del giorno ”, ultima fatica letteraria di Paolo Polvani , ho cominciato a congetturare su quali fossero i miracoli in cui l’Autore si sia imbattuto (perché di questi tempi i miracoli scarseggiano) o a quali miracoli egli, in particolare, si riferisc a . Certo è che il miracolo, in qualsiasi modo lo intendiamo, reca in sé un dono, una sorpresa prorompente che travalica l’evidenza dei fatti che accadono, spesso ingabbiati in schemi rigidamente logici, che poco spazio lasciano all’irrazionale. Centinaia di correnti di pensatori razionalisti non hanno mai creduto e anche oggi non credono ai miracoli e sono soliti liquidare i fatti straordinari e incomprensibili come eventi semplicemente non ancora dimostrati poiché non se ne conoscono, ad oggi, le leggi ad essi sottese. C’è, dunque, una realtà piana, semplice, perfettamente rispondente alle categorie di causa-effetto, e poi ci sono i fatti inspiegabili. Dal senso del magico di un tuono negli albori

(Redazione) - Il maschile - 03 - Il maschile nella Beat Generation. Gay, Queer, lessico ribelle e libertà delle donne

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  A cura di David La Mantia Quale fu la sessualità nella Beat Generation, aldilà della violenza espressiva tipica del movimento. Ci furono donne ad essere parte di quel cambiamento? Ci fu una vera rivoluzione sessuale? America anni Cinquanta: boom economico, con immaginario da famiglia del Mulino bianco, case moderne, elettrodomestici, cani e pantofole. Sembra un E den. Ed invece persiste il ricordo recente della Seconda Guerra Mondiale, la Corea e poi il Vietnam con le loro bare senza senso e senza gloria, con i loro reduci vergogna della Nazione, con il picco di spesa per gli armamenti e la guerra fredda, con Martin Luther King e Il razzismo. Anni di contraddizioni, pieni di sogni e di sconfitte. È in questo humus che si afferma la Beat Generation. Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William S. Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Philip Lamantia, molti altri meno noti che seppero affermare una società diversa, senza mitologie predisposte, anzi forse con una unica leggenda, quella di u