Post

Polittico della diserzione

Immagine
Lo sai, diserto la luce e mescolo dall'ombra - in lingua antica - deserto e parola e scorgo lontani i fuochi di tribù non coltivate all'ascolto. Là soltanto si tinge  il mio sangue  d'un richiamo straniero. Canti davanti al pozzo il tuo desiderio, Moabita; la parola è deserto. Ti ascolto di lontano come si ascolta il grido del falco mentre scompone  l'unità del cielo in tangram improbabili. Coltivo il grano  e mi nutro di carruba; il dattero resta un ossimoro, un miraggio silenzioso nel deserto della parola.  Il tuo canto è miele,  la mia mano forata; una caverna da cui soffiano libecci color ocra d'un desiderio antico  d'unione.  Il resto tace, scolora ogni luce tutto torna al suono  poi lento al silenzio; anche il nostro eterno gioco di creature silvane davanti alle rocce  della bellezza senza nome d'uno sguardo furtivo. Testo (inedito 2022) e foto di Sergio Daniele Donati   ©

Deserto

Immagine
  "Deserto" -  autoritratto di Sergio Daniele Donati  © Mi dici " taci " e disconosci l'urlo del mio sterno, il fischio di poiana dei miei occhi e quella titubanza, forse ancora bambina, che rende la mia parola balbuzie sdentata. Eppure taccio; ci pensi il vento a seminare tra le rocce semi secchi di comprensione. Io mi faccio pioggia, anzi speranza di goccia, e rido a crepapelle dall'oasi senza nome  del tuo insegnamento. Foto e testo inedito (2022) di Sergio Daniele Donati  ©

(Redazione) - Nota di lettura su "Voce del verbo mare", di Simone Consorti (Arcipelago Itaca ed)

Immagine
  A cura di Sergio Daniele Donati Simone Consorti è autore nato nel 1973 a Roma, dove insegna in un liceo. Ha esordito con “L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’  ”(Baldini e Castoldi 1999, Premio Euroclub 2000, Premio Linus) e pubblicato i romanzi “ Sterile come il tuo amore ”(Besa, 2008), “ In fuga dalla scuola e verso il mondo ”(Hacca, 2009), “ A tempo di sesso ”(Besa, 2012),“ Da questa parte della morte ”(Besa, 2015), “ Otello ti presento Ofelia ” (L’erudita, 2018), “ La pioggia a Cracovia ”(Ensemble, 2019), “ Vi dichiaro marito e morte ”(Ensemble, 2021).  Diverse sono le sue raccolte di poesia tra cui “ Nell’antro del misantropo ” (L’arcolaio 2014) e “ Le ore del terrore ”, (L’arcolaio, 2018).  Nel corrente anno è uscita per i tipi di Arcipelago Itaca ed . la sua raccolta Voce del verbo mare. La silloge si presenta subito al lettore come opera di incisiva maturità in cui emergono con chiarezza alcune tematiche di fondo con ogni probabilità care al poeta.  La poesia d'esordio d

Il quarto Alef-Bet - 05 (Dalet/He)

Immagine
Sono cinque - e forse più - gli accessi del Sacro  al nostro Corpo e cinque i messaggeri alati della parola. Il primo dice dicendo , il secondo parla dal silenzio, il terzo giace  immobile nelle paludi fertili  del vuoto tra le lettere, il quarto veste l'abito d'un sovrano sdentato  e ride dell'inciampo e della balbuzie  d'ogni nostro dire. Del quinto non cercare il volto; abituati alla curva della sua schiena povera mentre mescola polveri e ingredienti e borbotta in lingua antica formule di ritorno alla terra rossa delle origini.  

Roma: due poesie di Maria Gabriella Cianciulli

Immagine
Autoritratto della poeta Foto di Sergio Daniele Donati © ROMA Il tempo sfocare nel rosa scivolare di scialle sui palazzi i colonnati con pudore avvolgere il cupolone le sue ancelle Fingermi fu leggero come guardare a Oriente Vidi la voce delle maree risalire il Tevere ansando tra i pini un bisbiglio fuso al miagolio dei gatti in amore la mia casa senza pareti mi parve immensa (Inedito) Foto di Sergio Daniele Donati © VIA DEI SABELLI Via dei Sabelli annusa le rosette nello sbadiglio del mattino tra i palazzi appena tinti lo stridore del tram si apre il varco con la giostra sonnolenta profumata di latte e di baci di madri Come possono due rondini disertare la primavera per scrivere il diario di un giorno in avaria? Una scommessa finita male la ragione di un lamento vergine quanto i passi che tessevano la ragnatela E pensare che il bandolo della matassa lo avevamo strappato all’arcobaleno appena sfogliato E c’era già l’ombra silente sulla sopraelevata che ingoiava Roma gattara (Dalla  rac

Un anno in Redazione

Immagine
Foto di Arianna Bonino Con il mese di ottobre si è concluso il primo anno di lavoro della Redazione de Le parole di Fedro .  È stato un anno intenso e di grande lavoro collettivo che ha dato a ognuno di noi splendide soddisfazioni. Con questa uscita speciale la Redazione tutta ha voluto far dono di un suo atto di presenza e di ringraziamento per voi, fedeli lettori, che ci avete in questo anno seguito con tanto affetto.  Ognuno ha pertanto lasciato il suo contributo per voi lettori nella speranza che venga recepito come tributo collettivo della Redazione a ciò che per un litblog è più importante: i suoi lettori. Per la redazione Sergio Daniele Donati  (caporedattore) Foto di Stefania Lombardi _____ Compleanni nei film/serie di Stefania Lombardi Ebbene, sì, siamo al primo compleanno della redazione di Le parole di Fedro. Nella mia rubrica, “ Riflessioni, non recensioni ”, ho parlato di alcuni film e di alcune serie TV. Vogliamo vedere assieme i vari compleanni al loro interno? Foto t

Stanze del "piccolo male"

Immagine
Ho smesso d'indicare al mondo vie da me mai percorse e mi sono seduto  su una panchina arresa  ad ammirare piccioni  ed esseri umani becchettare ai miei piedi briciole e detti di speranza. La discesa nell'Ade della parola si fa in silenzio, il volto coperto d'un vello rosso e le mani in guaine di pelli selvatiche  ad evitare ustioni. Le cime degli alberi, a volte, si piegavano a coprire la memoria e versi di gracchi lontani risvegliavano lacrime d'argilla sui miei volti immobili. Era il momento dell'oblio; dell'oblò appannato su un abisso sotterraneo ove pesci senza vita producevano scariche elettriche di conoscenza ancestrale. Mi teneva la mano mia mamma, durante quelle mie assenze, quando infante guardavo il vuoto incapace di ritorno. Mi teneva la mano e - ora lo so - piangeva mentre mio padre di là nella stanza dell'angoscia si dondolava lento e opponeva il corpo  al timore della mia - della nostra - follia. Nessuno sa - ma io so -  delle grid

Stanze della lacrima del bello

Immagine
Suoni che mutano nell'istante dell'incontro. La discesa sacra  del femminile rende  cauta la mia attesa e un tuono di silenzio dà cadenza ai passi e all'armonia del sottosuolo. Ho atteso eoni la tua venuta e il mio cambiamento - si forgiava allora come flauto silvestre.  Tu non guardare i miei zoccoli, osserva come abbasso  lo sguardo se t'avvicini alla mia malcelata timidezza. D'autunno si forgiano le intenzioni dei giovani amanti e sui muschi su cui si deposita il sidro sacro del loro desiderio resta una traccia di latte la danza della rinnovata stagione del verde amore dei boschi. In alto, sotto la pianta dei nostri piedi siamo alberi sacri per miriadi di formiche mirabolanti che scambiano per radici i nostri inciampi silvani. Ci dicono angeli solo perché volgiamo la schiena  a un passato indicibile e ci copre di rimpianto un vello di lino mal tessuto le cui tinte ocra, però, sono vestigia d'un rappo

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 13 - Suicidio e "perdizione del tempo" in Jarmila di Ernst Weiss

Immagine
  A cura di Sergio Daniele Donati Ernst Weiss fu autore di enorme spessore nel panorama culturale mitteleuropeo ed ebraico. (1) Nato nel 1882 a Brno, nella provincia della Moravia, da famiglia ebraica, condivise la sorte del suicidio con altri tormentati autori della sua epoca, Zweig in primis.  Questo dato del suicidio [Nda] è essenziale per capire ed è presente nella sua ultima opera Jarmila c he, a parer di chi scrive, si situa in diretto legame con altre immense opere della tradizione ebraico-mitteleuropea.  Salta all'occhio di tutta evidenza, ad esempio, il legame in linea di contenuto con   Amok  di  Stefan Zweig  -    ma anche con lo Zweig di Lettera di una sconosciuta  - (2) e con il Giobbe. romanzo di un uomo semplice  di Joseph Roth  (3) , opere centrali di quel periodo che nei prossimi tempi saranno oggetto di note di lettura sempre su questa rubrica. Jarmila,   ultimo romanzo di Weiss, è la storia di una passione travolgente in cui i personaggi sono delineati con tr

(Redazione) - Dissolvenze - 12 - RACCONTO A QUATTRO ANTE (parte prima e seconda)

Immagine
A cura di Arianna Bonino Questo armadio racchiude quattro brevissime storie. Ma, una volta aperte tutte e quattro le ante di questo strano armadio, si scoprirà che la storia è una e una soltanto. Forse. "MOUSE" BY SHIBATA ZESHIN (olio su tela) PRIMA ANTA: THE END “… fu così semplice, aprì il libro blu e lesse quella dedica …”. Era di fretta ancora una volta e quella mezza frase, quelle parole, lette di sfuggita, si mischiarono alle altre dei pensieri, all’”ordine del giorno”, alle liste delle cose da fare, a quella delle email da inviare, parole diverse che troneggiavano in primo piano, mentre le parole di quella frase -“ fu così semplice, apri il libro blu e lesse quella dedica …” - precipitarono sul fondo della mente, dove navigavano già tra le quinte le solite “fine mese, scadenze, impossibile…”, così come altre cianfrusaglie che aspettavano il momento giusto per entrare in scena. Quella frase del libro blu era scritta su un foglietto già calpestato da qualcuno in ascen