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Tre poesie inedite di Leo Luceri

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  I stin agra tis tàlassa  (1)  èmasa to nòima atta pràmata stin agra tis tàlassa èmasa na min ‘llimoniso avevo tempi di cristallo in attesa dietro le onde ricordi paralleli che speravo ricongiungere avevo miti da salvare dei da richiamare avevo una lingua che attraversava le acque andava di là con suoni geminati rivedeva queste sponde con vocativi in e avevo venti sconosciuti che scioglievano cordami verso itache incomprese avevo un pelago che da millenni raccontava di possibilità mai svanite avevo alle spalle generazioni ben avvezze a cambiare i riti a mutare i fonemi raccolsi i fili tirai paure sogni momenti richiamai le voci gli antenati erranti a farmi compagnia per la rotta 1 - dal griko:  in riva al mare imparai il senso delle cose in riva al mare imparai a non dimenticare II O fengo ìone ciuri satti pu stin akra esù katèvenne E tàlassa mana asimegna èmene na se sianosi otikanè mùttize Traduzione dal griko La luna era padre mentre a riva scendevi Il mare madre d’argento aspetta

Due inediti di Antonella Caggiano

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Ave Maria di lacrime piena vieni fra noi allarga il mantello alba Madre piegata Urla in petto il dolore l’orrore il massacro il disonore - Dio non è con noi – Madre santa Vieni Maria di sangue intrisa sia tu benedetta anche in terra stendi le tue mani sul sudario delle creature dona loro il sonno dei giusti portali al tuo seno – noi non siamo capaci – Madre addolorata, per l’amore al figlio, amata, amaci! Allarga le mani su noi criminali portaci a te, Madonna di perdono piena Madre tenera, madre paziente inveisce il cielo solitario Stringici adesso, nell’ora della morte. Amen! ____ Il mattino incalza il cuore, il cuore non hai da anni – pranzo di avvoltoi – E allora non ti resta che partorirti alla luce sperperare sorrisi, anche alle foglie morte ballare in macchina, a squarciagola urlare la gioia del non ritorno. Si nasce nudi. _____ NOTE  BIOBIBLIOGRAFICHE Antonella Carmen Caggiano è nata il 13 luglio 1971. Laureata in Lettere nel 1997. L’amore per la scrittura risale a

Cinque inediti di Giuseppe Nisi

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Orme Lacrima dopo lacrima Cercano la fuga I miei sogni Come stalattiti Dal soffitto del cuore. Ogni tanto Nel silenzio della notte Uno si stacca e cade via Svanendo come nebbia Tra i raggi del mattino. Della notturna evasione Null’altro mi rimane Come traccia Se non una tenue Scia d’inchiostro Sulle guance e Sul bianco del cuscino. E in questo scarno calamaio Devo esser lesto ad affondare il pennino dei pensieri Prima che l'onda del giorno poi Cancelli il resto. Ecco Se me lo chiedi sappi Che di null’altro che questo Si fa la mia poesia: D’orme di sogni Ormai fuggiti. _____ Un dì d'estate fra le crete Un sole forte E gocce di sudore. È calda l’ombra dentro la rimessa. Ti stringo forte... Non andare resta. Un bacio rubato Poi d’un tratto Lesta scappi via. E ancora ora Come allora Ogni volta che il pensier T’inciampa Sento il dolce Sulle labbra schiuse Il caldo in pancia E sulle gambe Il timido bruciare Delle ortiche. _____ Scheggia Ci cerchiamo io e te Nell’alba d’ogni giorno In

Tre inediti di Laura Valentina Da Re

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_____ Sono migrata nel frammento identico al tuo dente bianchissimo, in quella primavera di neve non mi dai culla, di nuovo mi pietrifichi per traverso e il cumulo è galassia. Divento la natura la conifera lunare quando un'epoca mi esclude. (©️ Laura Valentina Da Re 29 settembre 2023) ____ La mia paranoia crede a tutti è presente nel letto immagina giardini gelidi viole di una follia velata, la nenia che ringhia di solitudine il frastuono che adoro concepito sul lino ascolto ogni cellula muta, avessi in mano uno schianto lo farei ubriacare. (©️ Laura Valentina Da Re 24 settembre 2023) _____ Incomincio da un fermento scomparso azzurra e supina a ripetermi nell'argilla che nessuno frena, ma fuori, sulla collina tumefatta di stelle i melograni tempestosi hanno fretta di unirsi ai roghi ultraterreni, come ieri anche il sole trema. (©️ Laura Valentina Da Re 07 ottobre 2023)

Due poesie inedite di Silvana Pasanisi

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LE LENZUOLA Queste tue sono lenzuola ottuagenarie che usa la gente di ricamo dal poco orlo e dallo sfiancamento del tessuto Le ho stese all’aria come un dipinto aperto c’erano i vapori del sonno il clima alto del risveglio Che impegno ogni volta trovare la piega serratura per il buon tempo Stamattina ho ricavato la cenere e spostato il fiume ho visto il bianco mentre le aprivo al sole d’istinto ho attraversato le mura e ho riconosciuto i nomi delle piante senza saperlo prima la direzione dei venti dov’è il maestrale quante cose porta il libeccio come sopravvivi col vento di scirocco imbastito a mano lenta e calda tenuto insieme da un quadrato di sventure Per un attimo all’ora del ritiro le perdo quelle rughe bianche trovo l’alloro nel tè la forma del pane e di tutto mi prendo la mia parte ____ IL FERRO DI PORCO Non chiamatele donne con quella presunzione antica aggiustata solo da un quarto di smorfia precisamente sulla parte sinistra del labbro Distinguete usate il ferro di porco A vos

Quattro inediti di Francesca Innocenzi

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  la me bambina è trepida si sente vacillare senza appiglio il corpo è cosa che sobbalza lo sovrasta una cresta di vertigine. Quando il nastro della strada apre il fianco al litorale, lei si sposta sorpassa la linea del visibile. Pensa agli uomini che attraversano il mare uomini bambini facce allungate e scure con scosse senza gesto rovistano nei corpi, nervi cartilagini ossa in scampo di tramonto. Di qua e di là dei confini, dicono dilagano frontiere oscure e benedette dove asfissie e spasmi atrofie ecchimosi gelo sono vie per la salvezza. l’agorafobia percuote il ritmo del respiro come quando un flusso di luce si frantuma in singhiozzi di fotoni a intermittenza. La figlia corre al chiuso discioglie nei muri i segnali di nebbia. Il padre, racconta a diciotto anni si aggrappava ai pali per non seguire in quota gli aquiloni biancoruvido lascito di sangue. _____ NOTE BIOBIBLOGRAFICHE Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). Laureata in lettere classiche, è dottoressa di ricerca in po

Tre inediti di Rita Bonetti

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Avrei ancora parole da dirti tra le tue labbra un brusio lieve a suggerire il sonno fra il sonno e la veglia vieni verso la mia bocca come l'onda verso la battigia e il tuo sognare  mentre accade è tutto luna e profumo di fiori bianchi una stanza, una poesia voci che sbocciano ogni estate mi sono sempre fidata di loro sono io ciò che manca a metà _____ Il respiro già arso di giugno gonfia le tende della mia stanza come vele distese la tua testa posata sul mio seno tra le dita una carezza sospesa è polvere di tempo tardivo la tua voce profonda canta la mia bocca e miei fianchi la tua pelle profuma di terra prima del temporale oltre la finestra il tempo è un battito d'ali fra il dondolio degli alberi ____ Sei nel nero che cancella il mondo per ultima dimora un'urna grigia in un silenzio freddo di rugiada la mente va a un passato andato altrove chissà se esisti ancora da qualche parte di certo non c'è nulla che ci faccia superare la distanza i

Inediti (e poesia in grafica) di Raffaella Rossi

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  Sul dormiveglia del crepuscolo si accendono le prime stelle e muore il mio disincanto per cercare nella volta celeste qualcosa che ti rassomigli, non ho mai dimenticato la direzione di un tuo sorriso. Restano le mani chiuse pugni chiusi senza rabbia non sfondano vetri e non c’è sangue redentore sulle nocche. Sono pugni che trattengono la tua anatomia facciale trasparente afferrata in un batter di ciglia: profanare gli angeli per averti tentare di dormire per sognarti. Voglio una pasqua lenta che mi lasci abbandonata sulle crepe della terra argillosa a concimare l’ultimo bucaneve. Non posso risorgere dopo tre giorni ma posso morire ancora per il mio bacio mancato mentre accenno un sorriso disperato. Io non ci sono non so dove ho lasciato la pelle. Dovrei rotolare in orizzontale per riavvolgermi tutta intera ma perderei la meraviglia di alzare lo sguardo o di lasciare l’occhio spalancato sul ramo con le albicocche. Devo mettermi in verticale tessere una pelle compatta adattarla alle nu

Due inediti di Loredana Lorusso

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  Ode alla ciliegia. Se di un colore potesse la passione vestirsi a festa solo per un giorno Sicuramente le invidierebbe il rosso vibrante, intenso, profondo fino all’osso tanto da far pensare d'esser bollente al tatto Pregna e sierosa sfera tumida di rugiada Rimanda all’eros e l’eros a lei rimanda Turgida e tonda possiede una fossetta dove la lingua per un tratto indugia prima che il labbro possa trattenerla a che le dita strappino il picciolo piccolo imene raccolto su quel polo di un frutto nato apposta per piacere Invoglia al morso la sua carne soda come di un gluteo o un seno all’acme di un amplesso Segno coi denti i lembi pezzo a pezzo ingorda del suo succo che mi cola inesorabilmente fino in gola Dolce con retrogusto acidulo la polpa in bocca giro e mi rigiro Mentre il nocciolo resta a titillare dell’eccitata lingua le papille che insoddisfatta chiede nel finale che un’altra, e ancora un’altra e un’altra ancora possa quel desiderio erotico appagare. L’odore Se mai ti fossi c

Quattro inediti di Mariateresa Bari

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Anestesia di cielo Sulla panca del silenzio  l’anima parla Di suoni dispersi nell’affanno code  dimenticate nel vitreo dei pensieri taglienti capelli  sfarinati nel fango di false squame da indossare Quando il cielo nel biancore sbanda e  d’azzurro non fiata Il passo che acquieta C’è un passo nelle maniche slabbrate del tempo  saio e sandali indosso che acquieta il fuoco nel suo irrompere violento a consumare ossa di viandante Il rosso ghiaccia i pensieri  e le salmodie dei padri  nella terra del silenzio Dove sotterrate gambe  invecchiano l’estate mentre inverna anche la rosa Sosta Si allaga la stanza d'occhio  tra palpebre d'acqua cola l'oltre nei nostri vetri appannati Strizzo sogni di pesci guizzi di sassi  spruzzi di pace Scosto suoni silenti e sosto Transumanza Transumanza, di silenzio in silenzio Tesa la seta di silenzi smerlettati di preghiere  sulla secca delle attese si vergavano parole  senza nome Fiore nudo nell’immersione  battesimale del cielo  aureola i

Sei inediti di Doris Bellomusto

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Vento e foglie morte Regalatemi vento e foglie morte e solstizi, eclissi di luna e sole l'intenzione di un amore inesistente e fragili istanti di meraviglia. Rosa, rosae Forse un petalo sgualcito si veste di rugiada per essere il mantello di una fata La tana della volpe Il graffio del tempo scalfisce i giorni, la tana della volpe li nasconde, astuta li consuma con lenta parsimonia ma il cuore non si sazia e resta ingordo. Non basta la somma dei giorni ci vuole il tempo eterno. Evoluzione Sono fatta di voli e cadute vanità e veleno vinti o avvinti i miei vasti desideri di cielo e mare covano senza voce fra l'ombelico e il cuore. La rivoluzione è un atto involontario. Nel lago del cuore Quante mute creature di cenere e vento nascondo nel lago del cuore? Quante sono le gocce che piove il cielo quando con tocco lieve la paura cede il passo alla nostalgia. La tenerezza La tenerezza non è tenue né lieve è il taglio obliquo che recide il cuore fraziona l'intero i

Tre inediti di Federico Preziosi

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Spogliarsi del presente Adesso vendo il cielo come nubi che fracassano il cranio, come pane sbriciolato per fame, come sete dissipata ai deserti, come afrore di percosse risorte nei madori. E se ti viene in mente di fermare questo corso, ricorda di rapire tutti i fiori. Che i morti non ricevano nemmeno un'attenzione o una moina dall'immondo spogliarsi del presente. Disprezza l'arte Disprezza l'arte il proprio amato pubblico perché disarma il verbo ed il cervello e della fonte ignora tutta l'acqua che non assorbe, ma trattiene e stagna. Un nuovo giorno I miei colleghi mi cavano lo spirito da una supply chain di cazzi propri ma in segretezza dicono qualcosa del senso di restare in un ufficio. È un giorno nuovo per una faccia nuova in mezzo a tanti volti sconosciuti. Chissà se ci si trova e se il badge aprirà una porta oltre il nome che ricorda? Vogliatemi comporre in queste pause tra un caffè annacquato e un piatto riscaldato: in me un tempo si è spezzato. Doversi rom