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(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 19 - Una piccola riflessione a ruota libera (la vocina)

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A cura di Sergio Daniele Donati Ogni volta che inizio a scrivere un articolo per questa rubrica, più che per altre, la vocina si fa sentire.  È una specie di bisbiglio, un sussurro che mi chiederebbe di dargli corpo e sì, forse, persino nome. Il più delle volte volutamente fingo di ignorarla e allora lei monta in cattedra con le domande irose: chi ti credi di essere per commentare quell'autore? che certezza hai della validità di ciò che stai per dire? chi sei, in fondo, tu per dire ciò che menti ben più elevate della tua hanno già detto, per affrontare temi su cui si sono diffusi i migliori pensieri? Tu, Sergio, proprio tu, perché scrivi sulle altrui parole? Questo è il tenore del questionamento della vocina  che, ad esempio, tace molto di più se scrivo poesia, quasi a concedermi, come lo si concede a chiunque, la facoltà di parlare del mio mondo. La  vocina , al contrario, mi rimprovera e mette in allerta solo quando mi accingo a scrivere note di lettura, recensioni, impressioni,

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 18 - Su "Fenomenologia del Silenzio" di Anna Rita Merico (Musicaos editore, 2022)

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A cura di Sergio Daniele Donati  Fenomenologia del Silenzio (Musicaos editore - Poesia 36 , 2022)  è la raccolta poetica di Anna Rita Merico che raccoglie sue composizioni dal 2004 al 2021. Non sfugge a chi vi scrive che la coraggiosa e ossimorica scelta di voler de-scrivere il Silenzio attraverso la Parola abbia una sua storia, molto antica, ma non sfugge nemmeno quanto della parola Silenzio si abusi nella poesia contemporanea, depotenziandone così il più profondo significato.  Non è questo il caso, giacché la poeta fa pochissimo uso del termine Silenzio nelle sue composizioni, dandogli tuttavia vita, quasi fosse un personaggio ectoplasmatico e sempre presente di un'opera teatrale d'antan. Cercherò quindi, in questa breve nota, di farvi percepire la presenza del Silenzio nelle linee poetiche di Anna Rita Merico, ma non senza aver prima fatto cenno ad una lettura del silenzio che mi é molto cara.  Quello della parola é  sempre, che se ne sia coscienti o meno, un movimento che d

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 17 - Su "La dittatura dell'amore" di Antonio Nazzaro (Edizioni Delta, 2022)

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A cura di Sergio Daniele Donati Perdita e assenza sono due sostantivi così vicini tra loro che nel linguaggio comune si tende a renderli sinonimi. Entrambi richiamano il regno della mancanza, di ciò che non è, o almeno non è più con noi .  Entrambi ci fanno abbassare lo sguardo al suolo e creano quel nostalgico rimpianto che è una delle fonti del poetare quando eccelso. Eppure Perdita e Assenza hanno anche un contenuto opposto, perché si può perdere solo ciò che si è avuto, mentre certe assenze sono ab origine.  E solo il poeta sa distinguere le diverse tinte d'un rimpianto per ciò che si è perso e il vuoto di un'assenza nata col nostro stesso primo respiro. La perdita delinea il perimetro di un mondo che conosciamo - nostro - l'assenza è la misura del continente dell'Altrove. La silloge di Antonio Nazzaro "La dittatura dell'amore"  (Edizioni Delta, 2022)  nel suo delineare la sofferenza di una perdita e di una mancanza che lascia solchi profondi sia in c

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 16 - Sul delicato poetare di Floriana Porta

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A cura di Sergio Daniele Donati Parliamo tutti spesso di delicatezza , e di tale sostantivo facciamo l'icona di una certa poesia; un valore irrinunciabile a cui ispirarsi anche e soprattutto per contrastare le asperità della nostra vita quotidiana.  E a questa esigenza e falso archetipo di un poetare delicato spesso facciamo coincidere i nostri sogni e desideri, quasi che la poesia non avesse più la funzione di svelare anche la crepa, lo strappo e la fessurazione, ma solo di coprire ogni nostra titubanza e inciampo con un linguaggio di sogno.  Ebbene quella è la falsa delicatezza della parola, la trappola che evita di parlare del meccanismo che si rompe, si incaglia e non porta con sé a chi la riceve alcun valore. Poi -  fortunatamente - esistono poeti capaci di far emergere ciò che io chiamo la vera delicatezza , la fragilità e il valore di una parola cosciente tanto del suo limite, quanto delle sue potenzialità.  Una parola delicata non è mai coperta atta a nascondere il vero, è,

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 15 - Una dichiarazione d'amore

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A cura di Sergio Daniele Donati Sono decine le sillogi che ancora devo recensire, commentare, accogliere su Le parole di Fedro, e decine gli inediti, le proposte di lettura che arrivano e lasciano senza fiato per profondità di linee e tensione espressiva.  Meritano  tempo e calma e letture profonde. M i ripeto quindi, come un adagio imparato a memoria, che ci sarà tempo per tutto, finché saprò restare nel tempo.  Però il tempo non è solo una successione infinita di istanti, una linea che ci proietta chissà dove, da un passato ad un futuro.  E nemmeno la scrittura è solo una successione di tratti sul foglio.  Tempo e scrittura sottostanno alle regole strette del moto lineare, tanto quanto a quelle sognanti del moto circolare.  E non c'è istante che non torni, diverso e identico, prima o poi; e non c'è parola che non torni, prima o poi, alla sua sorgente: il silenzio. La vita, come la scrittura, è un grande rotolo e l'ultima lettera di ogni narrazione richiama la prima che p

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 14 - "Poesia degna e sobria": a proposito “Khamsin” di Maria Grazia Galatà (Marco Saya ed., 2021)

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A cura di Sergio Daniele Donati Nel 2021 è uscita per i tipi di Marco Saya Editore la silloge  Khamsin di Maria Grazia Galatà, raccolta che sicuramente si caratterizza per la maturità dei tratti stilistici e di contenuto.  Come altrove nella produzione copiosa dell'autrice, troviamo anche in questa raccolta il richiamo al dominio di una geometria del sentire, quasi ad una familiarità con l' aritmetica del sentire.  Già alla prima composizione della raccolta quanto sopra appare evidente.  Ne riportiamo il testo qui sotto ed è tramonto di un passo dentro ogni spina di spine  la fine di un luogo  la forma dell’angolo nel limite ignoto  e dimmi – le tue albe quali sono? La misura è già presente al secondo verso in quel passo che appare non incerto ma cadenzato e diretto verso la fine di uno spazio ben delineato.  Una finis, un exitus, un tramonto  che trova specchio nella domanda finale, con una simmetria che non può non esser colta da chi legge.   E non si può non notare che qu

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 13 - Suicidio e "perdizione del tempo" in Jarmila di Ernst Weiss

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  A cura di Sergio Daniele Donati Ernst Weiss fu autore di enorme spessore nel panorama culturale mitteleuropeo ed ebraico. (1) Nato nel 1882 a Brno, nella provincia della Moravia, da famiglia ebraica, condivise la sorte del suicidio con altri tormentati autori della sua epoca, Zweig in primis.  Questo dato del suicidio [Nda] è essenziale per capire ed è presente nella sua ultima opera Jarmila c he, a parer di chi scrive, si situa in diretto legame con altre immense opere della tradizione ebraico-mitteleuropea.  Salta all'occhio di tutta evidenza, ad esempio, il legame in linea di contenuto con   Amok  di  Stefan Zweig  -    ma anche con lo Zweig di Lettera di una sconosciuta  - (2) e con il Giobbe. romanzo di un uomo semplice  di Joseph Roth  (3) , opere centrali di quel periodo che nei prossimi tempi saranno oggetto di note di lettura sempre su questa rubrica. Jarmila,   ultimo romanzo di Weiss, è la storia di una passione travolgente in cui i personaggi sono delineati con tr

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 12 - Fedro, chi sei? (PARTE SECONDA-LA DINAMICA DEL VIAGGIO)

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  A cura di Sergio Daniele Donati Nel precedente articolo sul Fedro di Robert Pirsig  (per leggerlo cliccare qui)  ho accennato alla dinamica del nascondimento, delle voci che si dissolvono nel silenzio delle praterie che accompagnano il lettore nel racconto, in altre parole dell' evanescenza di ogni dire nel flusso di un tempo tiranno.  La voce narrante e protagonista del romanzo si trova, nella sua ricerca di tracce,  proiettato in un viaggio, reale ed onirico  allo stesso tempo, in cui i tre tempi (presente, passato e futuro) si manifestano in relazioni fra loro inusitate. Robert Pirsig è maestro di queste "divagazioni" tra un presente, denso di insegnamenti filosofici attuali, e il recupero di un passato personale critico.  Sono i limi, scivolosi ma fertili, della rielaborazione del passato sotto la luce del presente. E il futuro? Il futuro il protagonista lo porta dietro di sé, sul sellino della moto. È il figlio adolescente Chris che assorbe la stranezza di un padre

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 11 - Sugli epigrammi di Salvatore Quasimodo

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A cura di  Sergio Daniele Donati La scrittura epigrammatica, originariamente tipica del poetare funerario o legato a particolari eventi di spiccata importanza sociale, è una delle forme più antiche di poesia.  Veri e propri epigrammi si trovano ad esempio nei cinque libri che compongono il Pentateuco, a ben vedere.  Ovviamente in questo caso è un lavoro delicato e non facile saperli estrarre dal contesto generale della narrazione. Sono epigrammi celati, per così dire, nel testo stesso, non in composizioni isolate. L'epigramma secondo alcune definizioni si caratterizza per essere un breve componimento diretto a fissare, per lo più in modo ironico o satirico, l'interpretazione personale di un fatto, sì da indurre il lettore alla riflessione o al riso. Certo la brevità del testo è elemento necessario ma non sufficiente (esistono altre scritture che si caratterizzano per la loro concisione: haiku, certa poesia ermetica, scrittura aforistica). La parte finale della definizione appar