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Stanze della notte

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  la notte si prepara con un sospiro un passo sincopato sull'ipotenusa del ricordo e s'accompagna a note dissonanti intervalli di seconda settime impazzite sbavature del senso cenni d'intuizione impazzimento della parola poi arriva la voce altra il canto sgraziato del cigno l'imperativo dell'altrove una striatura del pensiero un cenno d'assenso eccomi, ripetuto milioni di volte la notte comanda uno zittimento eterno l'ascolto dell'immenso e il poeta tace trascrive voci incomprensibili suoni gutturali d'ascesa immerso in lacrime d'oblio piange  la sua incapacità di canto. Sergio Daniele Donati Inedito 2022 _____ Foto di Sergio Daniele Donati

Bluesy sexy poem (just for fun)

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Non chiedermi a cosa penso mentre prendo quella maschera e si increspa un sorriso - lo dicono sexy - sotto i peli bianchi della mia barba.  È questione di tasche vuote whisky da quattro soldi e lombi lenti to feel the blues . Far domande è per altre musiche - con accenti sulla quarta nota - il blues batte sulla seconda; e poi ride.      One TWO three four     One TWO three four     That's the blues,     don't ask me why.

La piccola Chouchou: pupazzi e figura paterna (di Tiziano Mario Pellicanò)

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Un’illustrazione di Arthur Rackhalm di una fata in bilico su un filo, tratta da un’edizione di Peter Pan and the Kensington Gardens, regalata da Debussy all’amata figlioletta  Peter Pan  nel 1912, è lo spunto per uno dei pieces pianistici più funambolici dei Préludes, libro secondo – Les Fées sont d’exquises danseus . La tonalità scelta, il re bemolle maggiore, dona leggerezza e grazia al brano ricco di trilli e arpeggi giocati sui toni del valzer. Amante della cultura anglosassone, cui si deve il titolo in inglese della raccolta pianistica ( Children’s Corner ), il riferimento a Matthew Barrie è già di per sé significativo di un humus che molto deve agli interscambi tra le due culture, francese e inglese, affacciate sullo stesso lembo di mare che le ha divise e unite per secoli. Sorvolando sulla componente fairy che permea il tessuto narrativo del primo Peter Pan, ci preme soprattutto mostrare come tale componente entri a far parte integrante di un testo con un codice specifico.

Nun

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  Senza merito, né onta ciò che cade risale se sa trattenere tra le mani, prima che si sbuccino, polveri di significato. Là su quella pietra levigata ho battuto il capo e rossi sono ora i licheni  che dimorano nelle sue crepe. Si corica al mio fianco una lettera antica: NUN e mi ricorda di dimenticare  la ragione della mia risalita. 

(Redazione) Specchi e labirinti - 05 - Girando intorno a Mario Praz (Mario Praz num. 1)

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A cura di Paola Deplano L’uscita di questo mese della rubrica “Specchi e labirinti”- una sorta di “rubrica nella rubrica” - è dedicata a un primo approccio con alcuni piacevoli elzeviri di Mario Praz. Il secondo episodio di quest’avventura sarà pubblicato tra qualche mese. Mario Praz GLI INFEDELI di Mario Praz Mentre sentivo raccontare il caso di Paola Terenzi mi venivano alla mente certi versi birichini di John Donne, di quella poesia che comincia: «Va’ ad acchiappare una stella cadente…» , che è tutta una presa in giro della fedeltà in amore: «Se tu trovi una donna fedele e leale, fammelo sapere: dolce sarebbe andare da lei in pellegrinaggio; ma no, non lo fare: io non andrei, quand’anche io la potessi incontrare all’uscio accanto. Per quanto essa sia fedele quando tu la incontri, e seguiti ad esserlo fintanto che tu mi scrivi, pure essa prima che tu venga ne tradirà due o tre» . Ma la traduzione italiana non rende il suono di questi versi, che cinguettano come il canto d’un uccello

Mem

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È Re e Angelo fedele - al centro di ogni verità - un richiamo acqueo, un invito ad adattarsi a ogni forma prima del falso gioco del radicamento. Furono separate per prime le acque e distillate le intenzioni. Restò all'uomo un dubbio, ma che importa? Era la prima alba.  

Tre inediti di Michele Carniel

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__ [Poesia #1] Coagula nel cielo un volo di ghiandaie, legittimano il senso del dovere ramificano il colpo d’occhio. Grammi misurati di respiri sbriciolano il giorno suturano la terra al cielo, quel sangue che sono io. Trova un lavoro alle mie dita indica loro dove s’annida il disegno dei tuoi occhi, il motivo che li domina. __ [Poesia #2] Di piuma, come neve s’appoggia il fiume alle rive quasi ad imitare il cielo arredato che lo osserva. Non si cura, a ragione del litigio ossessivo delle correnti nelle smeralde interiora, il loro muto deflagrare. Potessi essere acqua quietare il mio dentro abissale adagiarmi sul fondo, ascoltarlo mentre tace di compassione e non attendere più sponde - a consolazione - ma solo l’abbraccio del mare e farmelo bastare. __ [Poesia #3] Un senso di formiche sulle dita la critica del sangue al corpo propaga, stordisce determina posizioni. Non sarò sazio di questa mensa della ciotola in carne e ossa che mi poni come carcere - l’aprioristica legge d

Perdono

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Foto di Sergio Daniele Donati Ero un bimbo ero solo - un bimbo - e piangevo la notte la distanza tra le stelle fuori dalla finestra e quell'odore di vecchio in cucina. E d'averti mostrato quel bimbo - con volto cinquantenne - ti chiedo perdono.

Stanchezza nei tuoi occhi

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Foto di Sergio Daniele Donati Ho letto stanchezza nei tuoi occhi; un cader di ciottoli da una mano bambina.  E chissà se il fiume di parole che mi abita potrà farsi soffio sul tuo viso di luna.  Ma poi, no, mi dico che ho letto nei tuoi occhi - specchi inesorabili - la stanchezza che mi abita, e che il fiume del tuo silenzio ne leviga gli spigoli. Si aprono sempre i nostri differenti sorrisi sotto l'onda della stessa ironia.  Allora, forse, ho letto nei tuoi occhi, la stanchezza che ci abita e ho coperto di parole il lento lavorio del tuo silenzio che la tramuta in sogno. Mano nella mano io parlo e tu taci, e parla il silenzio; e tace la parola.  (Sergio Daniele Donati - inedito 2022)

Dialoghi poetici coi Maestri - 33. Ghiannis Ritsos

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Foto di Sergio Daniele Donati Lentezza Mezzanotte passata. Dove vuoi andare a quest’ora? I bar del porto sono chiusi. I marinai si sono tolti le divise bianche. Forse dormiranno. Alcune chiatte, pesanti come fossero gravide, cariche di legname, navigano lente sull’acqua scura con i vetri rotti della povera luna. L’una e mezzo, le due, le tre e un quarto. Le ore si trascinano, e l’odore del legno appena tagliato, umido, non cancella l’enorme ombra che sta in agguato davanti alla dogana, là dove, appena ieri, bei giovani pescatori subacquei sbattevano sugli scogli i robusti polpi tra un liquido bianco denso come sperma. Karlòvasi, 16.07.1987 (Da  Molto tardi nella notte , traduzione italiana di Nicola Crocetti, Crocetti ed., 2020. ) ______ Eppure, Ghiannis, è in quell'ora che è forse ora di tornare allo sguardo sperso e nebuloso, alle cataratte delle intuizioni,  alla presenza lontana di suoni ovattati; nella nebbia.  È quella, Ghiannis, l'ora del risveglio, e dell

Un innesto

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Testa di ragazzo - Museo Archeologico di Atene Foto di Sergio Daniele Donati Vengo da terre arse - da pensieri concorrenti - e vivo - straniero ben accolto - sulla mia terra natale. Sono il frutto d'un innesto dai volti semiti, fiorito tra le pelurie del vello d'oro . Il grido di Acheloo strappa e lacera i miei lobi come il suono dello Shofar.  (1) Mi richiama la Moabita - davanti al pozzo - a riconoscere tra i miei volti il supplizio  d'una maschera aliena che tace e urla; e tace. Là, tra sabbie rese sacre dalla storia, neonato ho posto nel mio tenace vagito un fischio alto, di falco; suono antico che taglia e scompone il cielo in tangram multicolori. Si strappano le vesti quando l'uomo cade sotto il peso dell'assenza a sé stesso. Eppure la sabbia rende liscia la pelle e il deserto delle definizioni - l'esilio delle parole - solleva il mento verso un firmamento  distante nel tempo. " E separò le acque dalle acque "; in mezzo rimase  lo sguardo sperso

Bimbi ukraini

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Fuoco sull'i nnocenza. Se chiudo gli occhi vedo occhi; piccoli, fissi su quella fiamma. Nella conchiglia  grida bambine; oceani di strazio. Chiudo gli occhi ancora; uno di quei bimbi mi dà la mano. Brucia. Come un'accusa. 

Caustica (con un sorriso)

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«Penne» di Sergio Daniele Donati Mi disse un giorno, con smorfia acida e la sicumera  di chi sa i lemmi ma ignora  quanto costi alla caviglia l'appoggio dei piedi, che bisogna conoscerle  - le parole - prima di usarle . Non so cosa mi spinse  al sorriso; allora. Forse il ricordo  degli inciampi d'un bimbo - prima del suo primo passo - o forse quello, ben più acre, della sua incapacità di bacio. Sergio Daniele Donati - inedito 202 2

( Redazione ) - Sulla silloge "L’ira notturna di Penelope” di Antonella Sica (gennaio 2022, Prospero Editore)

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(...) Ogni giorno con pazienza disfo un punto combattendo l’ira notturna di Penelope tremando il dubbio se qualcuno ancora sotto respira. (...) (tratto da "L'ira notturna di Penelope"  che dà titolo alla silloge) Quella di Antonella Sica è una scrittura che, prima ancora di stimolare la lettura, impone una pausa;   la pausa che è prima di ogni parola.  In quella pausa, appena dopo aver scorso il titolo della silloge, si insinua un dubbio, una crepa che ci impone di rivedere le nostre solari visioni sul mito.  Ché di ire maschili la guerra di Troia ci ha riempito le orecchie, e sono ire declinate al maschile e funeste.  Già il titolo, dunque, ci porta in un mondo sotterraneo, in cui l'ira e tante altre sfumature emozionali, vestono i panni del femminile, delle penombre feconde di cui troppo spesso ignoriamo la fertile natura di sorgente.  L'autrice sembra invitarci a disfarci di punti di falsa coscienza, di consapevolezza artefatta , e ci conduce poi   con delicata

ANNUNCIO DELLA REDAZIONE

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Cari lettori, la rubrica diretta da Francesca Piovesan Letti da Francesca passerà a frequenza bimensile.  Troverete dunque il prossimo suo intervento sul blog il 7.4.2022. La redazione augura una solare giornata a tutti voi.

Stanze della bellezza

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Dimentica il fiore che sboccia la fatica della radice; sottoterra. Chi ammira bellezza non conosce gratitudine. E capita, tra le pieghe d'un foglio di percepire il dolore di chi non trova parole. La bellezza è una nave che incaglia  sugli scogli del vero. Bello è lo strozzo, l'afonia e il singulto; il canto balbuziente la lallazione scomposta d'un infante alla prima parola. Là dove l'uomo canta, nonostante il suo limite - dove l'uomo canta il suo limite - mi fermo e ascolto lo zittimento delle stelle. e piange e ride il mio sguardo ogni volta che incontra la testarda cervice di chi zoppica per onorare la parola. Foto di Sergio Daniele Donati

Tre inediti di Annalisa Mercurio

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Spleen Il varco alla bocca si fece letto e diga, il buio in gola adagiò il dire sulla lingua trattenendo lamenti d'ore gravide d'arte e solitudine. Ritorno Credo alle fauci domate, alla fine dei giorni, al mio ritorno. Quando sarò farfalla, solleverò macigni. Fotogramma Togli le scarpe. Toglile, prima di voltarti un'ultima volta a fotografare il tempo in cui – in un lago d'incoscienza – morivi di gioia. _ __ Note bio-bibliografiche Annalisa Mercurio nasce a Rimini nel 1969. Dal 2000 vive in Puglia, terra che segna il suo verso, così come lo segnano gesto e corpo. Danzatrice classica e contemporanea sente la scrittura come estensione della propria fisicità. Complice il lockdown, inizia nel 2020 a salvare i propri scritti e ad aprirli al pubblico. È stata pubblicata da: “Le parole di Fedro” (Dicembre 2020) tra gli autori della silloge “Tra un fiore colto e l’altro donato” Aletti editore (2021) “Il Lucano Magazine” rubrica Poeti e versi (Luglio 2021) come terza classificat

(Redazione) - Comizi di una vita: il dialogo infinito di Pasolini

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Pier Paolo Pasolini - Immagine di repertorio Il 5 marzo 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini.  La redazione de Le parole di Fedro  intende con questo intervento ricordare una figura di intellettuale e pensatore completa, come raramente se ne sono manifestate nel secolo scorso.  Parlare di Pasolini necessiterebbe di spazi e tempi molto lunghi, vista la mole della sua produzione artistica, letteraria e di pensiero.  Vorrete dunque prendere questa pubblicazione come un semplice omaggio a Pier Paolo, nella speranza che possa essere di stimolo per riflessioni sulla sua poliedrica figura.  L'intervento si compone di   una poesia  di  Paola Deplano  a Pasolini dedicata  tratta dalla sua silloge " Ultima fermata Spoon River", Progetto cultura, 2020 una profonda riflessione di Stefania Lombardi sul celeberrimo film  Uccellacci e uccellini un dialogo poetico con Pasolini di Sergio Daniele Donati tratto da Dialoghi poetici coi Maestri. La redazione de Le parole di Fedro ______