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(Redazione) - Sulla raccolta "D'argilla e neve" di Maria Pina Ciancio (Giuliano Ladolfi Editore, 2023) - nota di Sergio Daniele Donati

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  Corpo e natura: due archetipi tanto cari alla poesia di ogni tempo, due domini che comunicano con fertili risultati da sempre nella scrittura poetica.  Nella raccolta di  Maria Pina Ciancio  " D'argilla e neve " (Giuliano Ladolfi Editore, 2023 ) si sente vibrare intensamente questa relazione in cui il corpo assume sia le vesti di strumento di percezione della  natura, sia perimetro e quasi confine che segna la distanza tra l'umano e il naturale.  Argilla e neve sono peraltro due elementi che richiamano in maniera indiretta, ma patente, il rapporto dell'Autrice con la scrittura.  Argilla è ciò che l'uomo sa plasmare, ciò a cui la poeta sa dar forma e senso e significato. Neve è ciò che della parola è destinato a diluirsi, lasciando brevi tracce liquide, destinate all'evanescenza. E questo è qualcosa che chi scrive poesia in profondità non ignora: una relazione sempre stretta tra la natura sfuggente della parola e la nostra pulsione creativa.  È questo un

(Redazione) - a proposito della raccolta "Le cose come sono" di Luigi Cannone (Puntoacapo ed., 2011) - Nota di Sergio Daniele Donati

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  Oh sì, la mente spesso si sposta da un oggetto all'altro, ne sfiora la superficie come un vento leggero, poi vola lontano, alla ricerca di altri oggetti su cui posarsi. Ma esiste ancora un modo di vivere la poesia che si situa tra un misticismo ritroso e non dichiarato e una rivisitazione del legame profondo tra il poetare e una attitudine meditativa.  È sicuramente questo il caso della raccolta Le cose come sono Puntoacapo ed., 2011) del poeta Luigi Cannone.  La Sua è una scrittura che si situa a tratti tra il nostalgico e l'osservazione di una sofferenza profonda, ma capace sempre di far percepire  la potenza trasformatrice di saper dire della ferita così come si manifesta. Intendiamoci bene, c'è una cosa che la poesia di Luigi Cannone decisamente  non è. Non è mai inutilmente e meramente descrittiva. Al contrario è sempre capace di creare in chi la legge una sorta di sospiro di sospensione, una piccola apnea che permette di percepire il legame stretto tra una visione n

(Redazione) - Estratto dalla Raccolta di Giovanni Laera "Maritmie" (Marco Saya Ed., 2023), con nota di lettura di Annalisa Mercurio

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  Maritmie è l’ultima opera di Giovanni Laera pubblicata da Marco Saya Editore (collana Sottotraccia a cura di Antonio Bux). La Puglia, in questa raccolta, si fa canto di sirena, falda sotterranea, lingua subacquea. In questa soluzione salina si scioglie il verbo di Laera che evapora per tornare: un ciclo d’acqua e sale capace di asciugarsi sulla radice di un substrato dialettale dal quale Laera estrae musica. La seconda breve sezione della silloge è un cuore infantile osservato a distanza, il mistero di uno sguardo sottile e profondo, un intarsio dialettale di estrema eleganza che si fa proiezione di una terra apparentemente arida ma capace di generare frutti straordinariamente intensi. La padronanza della parola di Laera permette all’autore di accompagnare il lettore con leggerezza in una continua ricerca semantica ed emotiva. Allitterazioni, rime interne e baciate sono testimoni della volontà di mantenere salda la tradizione senza però rinunciare a un verso che suona estremame

(Redazione) - a proposito della raccolta "Prima" (Puntoacapo ed., 2022) di Gabriella Cinti - Nota di Sergio Daniele Donati

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  Che ci sia un legame indissolubile tra poesia e memoria   é un dato innegabile. Bisogna poi vedere che estensione e significato siamo capaci di dare a quella locuzione e, soprattutto, tralasciando le insidie connesse alla definizione della poesia, dobbiamo almeno ricordare a noi stessi che la memoria non è oggetto monolitico ma che in noi si stratificano memorie psicologiche, corporee, animali, vegetali e anche minerali. Ciò che decliniamo al singolare quando parliamo di memoria, è, in realtà una cumulazione di diversi elementi che solleticano la nostra coscienza con modalità differenti tra loro, a volte persino contrastanti.  Nella stupenda raccolta di Gabriella Cinti "Prima" (Puntoacapo ed, 2022) il tema di una memoria che si dipana a più livelli è ben presente, così come l'autrice si rende pienamente capace di attraversare con la sua poetica le ere della coscienza umana, dall'origine nostra di primati alla post modernità.  Siamo pertanto di fronte a una raccolta

(Redazione) - A proposito della raccolta "6090" di Diego Baldassarre (Convivio ed., 2019), una nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Alla redazione de  Le parole di Fedro     piace pensare alla poesia come un elemento dinamico capace di fermare - in chi la legge - la percezione di una certa frenesia del tempo.  Corollario evidente di questo pensiero è una certa lentezza e tendenza all'approfondimento nella lettura, prima di crearne delle note, ma, allo stesso tempo il rifiuto di soffermarsi solo sulle novità in uscita. Le parole di Fedro,  proprio per il nome che porta, ha come unico parametro di valutazione di una raccolta o di un inedito la sua Qualità,  e a quel parametro si attiene scrupolosamente, anche per non incedere nelle ire dello stesso Fedro (che ricordo a tutti essere quello di Robert Pirsig, che sulla ricerca di cosa sia la Qualità ha speso tutta la sua travagl iata vita). Non vi paia dunque in controtendenza la presente nota dedicata ad una meravigliosa raccolta di Diego Baldassarre dal titolo "6090", apparsa per il Convivio editore già nel 2019.  Anzi è proprio questa raccolta che mi

(Redazione) - Estratto da "Spunta per il viaggio verso ovest" (Arcipelago Itaca ed., 2022) di Claudio Dal Pozzo, con nota di Sergio Daniele Donati

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  Un viaggio, in fondo, è anche la versione archetipica della nostra relazione con la parola. O, almeno, ogni viaggio ci riporta al primo dei percorsi da noi compiuti, quello da una una lallazione scomposta verso il binomio significato/significante del nostro dire.  Ma il Mito pone spesso una direzione precisa ai nostri viaggi spirituali , come se una spinta interiore ci portasse a muoverci verso un luogo determinato, verso un'idea di altrove che noi, senz' accorgercene , situiamo ad Oriente .  È l'oriente la direzione immaginaria dei nostri sogni, il luogo che ci verrà indicato dalle voci che ci abitano .  Un viaggio verso occidente,  dunque, almeno nel nostro immaginario non può che configurarsi come un viaggio a ritroso, un ritorno verso la sorgente, di cosa poi non sempre è dato saperlo.  Quanto torniamo, senza immaginarlo, ritroviamo la parola-suono o, almeno, il suono che plasma la parola, prima dei suoi significati/significanti .  La splendida raccolta di Claudio D

(Redazione) - A proposito di "Plagiarsi addosso" di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) - Estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Ogni poesia è in fondo imitazione inciampante del vuoto di definizione che tutti noi viviamo.  Ogni poesia è un tentativo di ridurre in parola un'essenza che è, per forza di cose, molto di più di ogni dire. Per questo, e lo si dice con semiseria ironia, ogni poesia è opera di plagio di sé stessi.   Plagiarsi addosso  è il titolo della raccolta poetica di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) di cui oggi  Le parole di Fedro  pubblica un breve estratto. Se sopra ho parlato di ironia sorridente è anche perché il titolo dell'opera, i cui contenuti profondi si muovono sempre secondo un filo di leggerezza mirabile, non può non richiamare alla memoria il testo di Woody Allen " Citarsi addosso" , apparso per la prima volta in traduzione italiana nel 1978. Anche in quel testo la destrutturazione del sé dell'autore era finalizzata ad una ricucitura degli strappi con il filo sacro dell'ironia.  Ed ironica, benché a tratti netta e senza appello, è la scrittura

(Redazione) - Estratto dalla raccolta "Epidermide rara" (eretica ed., 2023) di Raffaella Rossi - con nota di Sergio Daniele Donati

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Un recente dialogo della sezione   Poeti allo specchio de Le parole di Fedro  (lo trovate  qui  ) ha visto come coautori la poeta Raffaella Rossi e il sottoscritto. L'occasione di quel dialogo mi è stata propizia per rileggere a fondo la silloge Epidermide rara della stessa poeta, apparsa per i tipi di Eretica edizioni nel corrente anno.  La scrittura di Raffaella , lo si è detto in più occasioni, è sempre una scrittura curata dai tratti che non disdegnano un certo lirismo positivo pur mantenendo, specie nelle composizioni più brevi, un effetto potente di apertura nel lettore.  Pubblichiamo qui un estratto di alcune sue poesie brevi, tratte dalla citata raccolta. Sono poesie  spesso declinate alla seconda persona singolare, in cui al lettore pare contemporaneamente che l'autrice si rivolga sia a sé stessa che ad un indefinito fruitore del suo dire.  Si percepisce inoltre un incedere della parola da un ventre emozionale molto presente e forte, capace di veicolare, tuttavia, mess