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Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Doris Bellomusto)

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Stillano le dita pianti di cobalto.                Dell'arciere      chi accompagna           la freccia blu      nell'ultimo           nero corso? (Sergio Daniele Donati - inedito 2023) Stillano le stelle pianti di luce. Non c'è ritorno per la freccia scagliata a mezz'aria, muore senza compianto e pena sparge nel blu cobalto della sera la mano destra che ha fallito il lancio. (Doris Bellomusto - inedito 2023) _____ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga (LU), dove vive dal 2011.  Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie Come le rondini al cielo , edizioni Tracce  (Marzo 2020); Fra l’Olimpo e il Sud,   Poetica edizioni  (Luglio 2021) e Nuda, Ladolfi editore  (Giugno 2022). ___ Sergio Daniele Donati (Milano 1966) - avvocato m

Sulla silloge di Patrizia Baglione "Nero crescente" (RPlibri, 2022) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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È un polipo la tristezza  dalle spire lunghe  ti guida senza che sia tu a volerlo  quasi cadi giù  resti a contemplare il nero  ma è poco, non basta  è ancora troppo buio Chi segue questa pagina sa quanto sia  raro che le note di lettura esordiscano, senza pre-commenti, con una poesia tratta dalla silloge in esame. Eppure questa volta, nel parlarvi de Nero crescente  (RPlibri, 2022) di Patrizia Baglione,   mi è parso necessario lasciare al lettore tutto lo stupore della poesia d'esordio della silloge stessa.  E questo perché è proprio in questa apertura al mondo della poeta che pare a chi vi scrive di poter scorgere tratti che poi ritroviamo in altre composizioni nella raccolta:  uso della metafora in esordio di composizione, il passaggio ad un linguaggio - allo stesso tempo intimo e descrittivo - dato dal passaggio quasi subitaneo alla seconda persona singolare, un gioco tra primo e ultimo verso che si ripete in quasi tutte le composizioni, quasi a formare, se letti per salto dei

Silenzio nella penombra

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La penombra non necessita di parola; raccoglie sempre possibilità silenziose di descriverne il perimetro. L'area - votata al ritiro - resta afona; così, per scelta. _____ Foto e testo - inedito 2023 -  di Sergio Daniele Donati  Foto e testo - inedito 2023 di Sergio Daniele Donati 

Due poeti allo specchio (Ilaria Giovinazzo e Sergio Daniele Donati)

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Respiro cime innevate, lampi d'infinito scacciano le ombre lunghe della notte che attendono dietro i pini. L'opale innocente del tuo viso nel biancore sorride. È pace. (Ilaria Giovinazzo - inedito 2023) Sogno d'Odisseo (...) Azzurra ferita - Odisseo ride - bianca rinascita. Coni di penombra - voci di deserto - ruvidi pensieri. Speranza d'esule: sogno di muschio blu; l'ambra della mano a indicare il cielo. (...) (Sergio Daniele Donati - inedito 2023) ___ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Ilaria Giovinazzo - Scrittrice, poetessa, artista nata a Roma nel 1979. Laureata in Lettere, studiosa di antropologia e religioni comparate.  Nel 1999 vince il premio Segnalazione speciale della Giuria al concorso europeo di poesia e narrativa “Massimo Grillandi”. Inizia a pubblicare le prime poesie su antologie edite dal Centro Italiano Arte e Cultura CIAC-ROMA diretto dal poeta e giornalista siciliano Pino Amatiello e su altre antologie tra cui “Il Tempo” per Giulio

La fine dell'esilio

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scrittura esule scrittura esile _____ Furon lampi, poi tu. Cadde là il giogo nel luogo più sacro. Un pianto di rocce del nero deserto. Fine dell'esilio; del mio silenzio. ____ _____ Testo - inedito 2023 - foto e post-produzione grafica di Sergio Daniele Donati   

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Antonella Sica)

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Mi pareva di lontano di sentire un canto là, nella terra azzurra dell'incontro tra penombre del futuro; appena intuito. Eri tu, fatta foglia, e io - incapace di risposta - iniziai allora la danza immobile dell'attesa - non della tua venuta, della quale ero certo, ma della mia voce; sempre lenta a risponder alla bellezza, per timore antico di creare disarmonia. (Sergio Daniele Donati - inedito 2023) Non ero io quel canto forse il vento nelle gole di mattoni che alzava neve ancora fresca ero già caduta nell'attesa ricordo d'ostinato azzurro che sottrae lo sguardo agli occhi aspettavi chi s'era fatta nuvola per porgere il cielo è in quel passo disarmonico che temi ogni bellezza. (Antonella Sica - inedito 2023)

Stanze del Sacro (Breviter)

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Al filo bianco delle speranze  restavi appeso. Dolce l'apnea - tenue silenzio. Ali di falco sfioran i volti. Molle paura di poter prender il primo volo. Quel cantar lento - ininterrotto - del mio bambino crea speranze; e tu respiri. Dicevi "volo" - parlavi piano; pianta di neve in occhi gialli troppo infantili Franano sassi neri, con nomi e tu m'osservi chiudere gli occhi per veder meglio. ______ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Estratto dalla silloge di prossima pubblicazione di Simone Consorti " Da Gente che vive nel giro di sei km in linea d'aria da Valeria"

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Padre Nicola Di tutto quel che butti mi riempio dei tuoi rifiuti e dei tuoi silenzi per esempio Qualsiasi cosa piccola e ridicola come un universo in una briciola Senza questa meta nessuna mia vita sarebbe completa riempirmi di quel che mi dai nell'unica forma esistente che non sazi mai Ritratto allo specchio - di Valeria Fraticelli Bruno “ Vostro onore a mia moglie devo pagare il mantenimento non la  manutenzione ” ho detto e poi ho indicato le labbra a canotto e il naso rifatto Un naso così bello a cosa può servirle se non a trovarsi un pisello? Questo non l'ho detto perché non ce n'era bisogno ma il giudice era donna purtroppo e invece di annullare il mantenimento l'ha raddoppiato così che ho dovuto pagarle anche il seno oltre che labbra e naso " Ottilia - di Valeria Fraticelli Capisco meglio Ferdinand Capisco meglio Ferdinand che aveva paura del cane e non del leone Al primo bastava marchiarti col dente per trasmetterti la rabbia Il secondo invece non poteva fa

Due poeti allo specchio (Rossana Nicotra e Sergio Daniele Donati)

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Se si perde, ne sentiremo comunque l'eco se ci perdiamo nella sfera - la sera che paura di cristallo - il disamore cestinato. Ci lega il sonno e l'abbondante dose di voce consolatoria le asimmetriche armonie in luce sparata. Tutto è taciuto. Non si dice che è pazzia sentire sbraitare il cambiamento. Che movimenti che rissa dentro gli animi quando ci perdiamo. Che rumore facciamo? Che poi nessun frammento è mai morto se gridare è nell'eco dei soggetti mutevoli, sarà bellezza d'infinito. Ma io mi sento ancora in piccoli semi, è difficile staccarsi dal drappo, sarebbe ora di ricomporre e attraversare. Scorrere. Rossana Nicotra - inedito 2023 Sarebbe ora di resistere alla tentazione di voler esistere e d'insistere senza sforzo sull'unica consapevolezza che quella fila di legioni di formiche rosse  sul muro a secco ci concede: un giorno noi non saremo più e non saranno più queste rondini che tagliano il cielo  in fette di primavera  a caccia d

(Redazione) - Un estratto dalla silloge " Storie Minime " di Maria Pina Ciancio (Fara editore, 2009) con nota di Lettura di Sergio Daniele Donati

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Siamo davvero lieti di poter pubblicare un estratto della silloge di Maria Pina Ciancio "Storie Minime" (Faro ed., 2009) in cui si sente vibrare come in poca e rara poesia contemporanea un legame antico costituito di radici, terre - fertili ma anche ostili -,  crepe ove il seme della consapevolezza può dar virgulto. La poesia in questa silloge è densa di richiami ad un naturale che si manifesta forte  e sempre senza rinunciare alla sua funzione, secondaria ma tanto importante, d'essere portatore di simbolo.  È un scrittura densa quella della Ciancio, ove l'assenza ha un ruolo fondamentale nella costituzione di un'identità poetica (paesi spopolati che la abitano, luci che franano in crepe nascoste, perdite, passaggi divergenti, mani che divengono incapaci del gesto per loro più naturale e restano impigliate in una scelta dura tra l'opposizione di un pugno e l'accoglienza del ramo). Siamo dunque di fronte ad una natura che non è sufficiente a sé  stessa ma c

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 17 - Su "La dittatura dell'amore" di Antonio Nazzaro (Edizioni Delta, 2022)

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A cura di Sergio Daniele Donati Perdita e assenza sono due sostantivi così vicini tra loro che nel linguaggio comune si tende a renderli sinonimi. Entrambi richiamano il regno della mancanza, di ciò che non è, o almeno non è più con noi .  Entrambi ci fanno abbassare lo sguardo al suolo e creano quel nostalgico rimpianto che è una delle fonti del poetare quando eccelso. Eppure Perdita e Assenza hanno anche un contenuto opposto, perché si può perdere solo ciò che si è avuto, mentre certe assenze sono ab origine.  E solo il poeta sa distinguere le diverse tinte d'un rimpianto per ciò che si è perso e il vuoto di un'assenza nata col nostro stesso primo respiro. La perdita delinea il perimetro di un mondo che conosciamo - nostro - l'assenza è la misura del continente dell'Altrove. La silloge di Antonio Nazzaro "La dittatura dell'amore"  (Edizioni Delta, 2022)  nel suo delineare la sofferenza di una perdita e di una mancanza che lascia solchi profondi sia in c

Due poeti allo specchio (Ugo Mauthe e Sergio Daniele Donati)

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c’è un muro montaliano vetri feriscono la mano troppo alto per saltare non si può aggirare ma certe sporgenze come gradini in evidenza per salire oltre il bordo affacciarsi sul ricordo o scoprire l’al di là di cui nessuno sa ... e se oltre ci fosse un mare di petali rossi soffici virgole in distesa per una dolce resa? Ugo Mauthe - inedito 2023 (...) e ciò che cela e ciò che è celato e il desiderio che lento cala da stelle morte a indicarci la via e lo sguardo che finalmente si posa s'un orizzonte d'ambra, io tutto questo mai l'ho visto ne ho sentito la voce, forse, nelle pause in cui la parola roca e barbuta del Salmista soffiava volute di lemmi tra i silenzi del creato. e ciò che cela e ciò che è celato e ciò che cade da una mano troppo distratta e saggia per trattenere altro sul palmo che non siano stille d'olio sacro e ciò che non dirò perché non va detto e ciò che non dirò per non dirlo male (...) _________ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Ugo Mauthe ha una lunga storia prof

(Redazione) - Dissolvenze - 16 - Stelle di polvere

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A cura di Arianna Bonino Di tutte le ignominie della guerra, la più grande è il fatto  che quell’unica invenzione che ha portato l’umanità più vicina alle stelle è servita soltanto a dar prova della sua bassezza anche nei cieli, quasi che in terra non vi fosse spazio abbastanza. ( Karl Kraus, “Gli ultimi giorni dell’umanità” ) Quella notte Hélène, immobile, dormiva, senza sapere nulla. Dormiva il sonno dei suoi sei anni e sognava, senza sapere di sognare. Suo padre non la svegliò: ma la guardò come non aveva mai fatto prima e come non avrebbe fatto mai più. Il sonno è una morte momentanea. E suo padre la voleva così: come morta. Hélène dormiva come in un’inconsapevole tanatosi. E poi lui cominciò a lavorare. Tutta una notte e un intero giorno. Era il 27 Aprile 1937, una notte silenziosa e limpida, così diversa e lontana da quella appena passata. La bambina dormiva, modella ignara, e il padre la ritraeva, scolpendola in forma bianca.  Una Hélène di gesso. Le mani lavoravano

Due poeti allo specchio (Ilaria Sordi e Sergio Daniele Donati)

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DOVE FINISCE IL CIELO - Dove finisce il cielo? - mi domandi. - Forse proprio là dove inizia, nell’orizzonte che pare immoto, se fermo, lo si fissa. Eppure tendendo la mia mano all’opposta sponda di sfiorare mi illudo la tua mentre il vento gioca tra le asole di una camicia. La nostalgia veste sempre una taglia in meno come la parola attillata ad ogni addio, a nostra insaputa almeno, così ti porto tatuato in un ultimo lungo sguardo quando sfugge un sospiro a labbra socchiuse e non oso pronunciarti per nome neanche Dio fossi tu per poco. (Ilaria Sordi - inedito 2023) LA LEGGE Dove finisce il cielo inizia il desiderio;  una coda di cometa  che scende piano dall'assenza al ricordo,  liberata da ogni parola.  Se canto la sobria gioia  celata nelle pieghe  del tuo nome temo si perda in un suono  l'acqua pura che riesco  a trattenere nei palmi delle mani. È di quest'acqua di ghiacciaio - nostro comune sollievo - che si nutre il cielo; ¹ il fuoco del tuo nome lo ce

Due poeti allo specchio (Francesca Innocenzi e Sergio Daniele Donati)

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battesimo questa fuga dai nomi mi somiglia occhio che scansa il ghirigoro. Francesca Silvia Chiara – un battesimo di fluido gelo, un pianto a sbalzare le sillabe dall’altra che sarei stata. Chiara, bianco impasto di creta pelle propizia al richiamo. steppenwolf ¹ È l'altra che sei stata la senza nome tra le pieghe dei palmi delle tue mani, l'umida iride nelle sere d'autunno a cantare la nenia ripetuta del lento avanzare dell'Uomo nelle steppe della parola. Io no. Ebbi una diversa sorte e quelle stesse steppe accolsero i miei latrati alla luna; e fui un nome, poi due, poi tre - mai pronunciati però dalla voce assente  che mi abita. ___ NOTIZIE BIO-BIBLIOGRAFICHE  SUGLI AUTORI Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). Laureata in lettere classiche, è dottoressa di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un appla