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Quattro inediti di Elena Tabarro

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Siamo molto lieti di poter ospitare ne Le parole di Fedro quattro inediti di Elena Tabarro , la cui scrittura, a parere di chi qui vi scrive, si situa in quel territorio di confine - non privo di meraviglie e asperità - della parola che si fa contestualmente corpo e natura. La scrittura di Elena Tabarro sembra quasi essere  - e non sfugge a chi vi scrive l'assurda natura di tale assunto - pre-simbolica , quasi che il tratto scritto nella Tabarro si potesse caratterizzare, se non proprio per essere oltre al simbolo , per la sua esistenza prima del simbolo, o almeno tra il gesto dello scrivere e il simbolo stesso. Una lettura che la Redazione de Le parole di Fedro consiglia; una poeta da seguire con attenzione.  Per la Redazione de LE PAROLE DI FEDRO il caporedattore Sergio Daniele Donati ______ Ad un passo Faccio un salto di cuore spengo gli occhi e li riaccendo in te voglio ancora un profumo di pelle e sentirlo lentamente Intanto disegno a china su pezzi di tela muti Ho atteso il

Estratti dalle sillogi di Salvatore Annunziata: “Mondo parallelo” e “Dello stesso amore” (entrambe Grausedizioni)

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Siamo davvero lieti di poter pubblicare degli estratti dalle due sillogi di Salvatore Annunziata​ “Mondo parallelo” e “Dello stesso amore”, entrambe uscite per i tipi di Grausedizioni.  La scrittura del poeta si caratterizza per le sue linee delicate ed incisive allo stesso tempo.  Un fertile ossimoro, un apparente paradosso, che nei tratti di Salvatore Annunziata trova componimento degli opposti. Il poeta ci conduce per mano in un uso della parola, non privo di tensione etica - ahinoi tanto preziosa quanto sempre più assente nella poesia contemporanea - ma mai impositiva.  Una scrittura che suggerisce al lettore la pausa e la riflessione, la cadenza lenta e il ritmo costante, come di una salita in montagna. Una lettura da non perdere. _ per la Redazione de Le parole di Fedro il caporedattore Sergio Daniele Donati Estratto da “Mondo parallelo” ( Grausedizioni) Auschwitz E non chiedermi chi sono, tanto poi non ti rispondo. E non guardarmi queste mani! Tra quello che resta delle mie ossa

Due poeti allo specchio ( Rita Bonetti e Sergio Daniele Donati)

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La fine delle cose è nel silenzio che resta al centro della ferita nello spegnersi delle parole come l'ultimo raggio che cade sul tuo viso  e apre un varco al bagliore che ti spezza sono parole perdute che non potrai coniugare disegnano un solco fra lobo frontale e corteccia negli angoli acuti della memoria in uno spazio al di là della ragione impassibile al mondo come l'abbraccio dei licheni agli alberi come la superba maestria del ragno Rita Bonetti, inedito 2023 Ti leggo e vibra come foglia, poi colpisce  come scure nel silenzio  una parola:  Aldilà. Ne hai spezzato il nome in particelle  per depotenziarne l'esplosione. Ma Aldilà è il maestro della scrittura:  un re, un metronomo senza errore che segna il discrimine tra chiusura e cominciamento. Gli eppure,  i silenzi   e ogni dire gli tributano devozione. Il mondo - non tu, né io - s'illude di poter  pronunciare parola  senza il controllo del sovrano, ma le parole gli sono figlie e ancelle e

Due poeti allo specchio (Doris Bellomusto e Sergio Daniele Donati)

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Chi sono  non lo so  non chiedo niente  né temo nessun dio.  Dico a te chi tu sei  per me.  Sconosciuta anima  senza tempo né memoria  Daimon senza nome e senza storia  interroghi il mio cuore  muto e tocchi la corda  che non suona.  Forse sono la cetra  appesa al ramo  del tempo che non torna  e questa è una preghiera  vana e profana,  dedicata a chi cammina nell'aspra selva a cuore scalzo. Doris Bellomusto, inedito 2023 C'è un ordine nelle tre domande, un ordine che alle volte il vento scompiglia. «Chi sono»  allora sfoca nel canto  della nostra origine o nel futuro di passi, troppo incerti  per non dirsi neonati. Come te non so chi io sia né da quale argilla ormai crepata sia composto il mio pericardio. Per questo da sempre il mio sguardo si posa sull'Altrove che una palpebra,  mediterranea come la tua,  indica. Là poso il mio occhio stanco; sui deserti impolverati delle mie origini semite, e sento un canto, che pur ci accumuna, un fischio di falc

Due poeti allo specchio (Rossana Nicotra e Sergio Daniele Donati)

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Avevi intrecciata un'alleanza al dito anima senza identità. Fuggivi che l'unica libertà era scivolare nel torrente. Ma quanto pallore dopo le distanze che separano il desiderio dai gendarmi. Ho visto, anima tra i ferri, la mia morte la tua e cosa potrei dirti. Chi ha lampi di stelle e non sa trovare casa non riesce a salvarsi e reincarna. Qui siamo note a margine. di Rossana Nicotra, inedito 2023 Ci si dà alla fuga per restare nel ricordo dell'istante,  prima di voltare la testa  verso un Altrove tiranno.  In quell'istante muore sempre la mia - la nostra - speranza di saper rinnovare un patto che ci sta stretto al dito e cuce con fil di ferro labbra troppo bambine per non coglier del vero il lato oscuro e indicibile. di Sergio Daniele Donati, inedito 2023 ______ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Rossana Nicotra è nata in Sicilia, alle pendici dell’Etna, nel 1981 e vive in Piemonte. Nel 2021 ha pubblicato la silloge Sciara Tagliente per RP Libri Editore

(Redazione) - Figuracce retoriche - 02 - AFERESI APOCOPE SINCOPE

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A cura di Annalisa  Mercurio Dopo la scorsa puntata introduttiva sulle figure retoriche, immagino siate tutti in fervida attesa del seguito. Sento, da lontano, che non vedete l’ora di scoprire le ‘figuracce’ del mese. Parliamo oggi di Aferesi Apocope e Sincope. AFERESI Dal greco ἀϕαίρεσις afàiresis « sottrazione », derivazione di ἀϕαιρέω (trans.- afairéo, sign. « togliere ») . Detto ciò, visto che, come cantava Venditti, la matematica non sarà mai il mio mestiere , più che di sottrazione preferisco parlare di caduta di vocale o di sillaba a inizio parola. Infatti, la mia visione di aferesi si avvicina più all’immagine di Pollicino che lascia cadere briciole per strada. Spiego meglio. Ci troviamo di fronte a parole sbocconcellate che, il più delle volte iniziano con un apostrofo: parole, che hanno perduto la lettera o la sillaba iniziale . Per quanto riguarda la scrittura contemporanea, questa figura retorica è poco utilizzata, a meno che, cimentandosi nella poesia, non si voglia

Il quarto Alef-Bet - 13-14 Lamed/Mem e Mem/Nun

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C'è da spiegare che il piccolo - il cero e il cerino - illuminano di speranza il cammino più dei falò della Storia, e da evitare viscose esondazioni di scorie e detriti per condurre la nostra parte  bambina a comprendere il suo stesso ruolo nella trasmissione del Sacro. La parola che si corica al nostro fianco  e si fa memoria della nostra umanità apre la via al Giusto - apre la via del Giusto - e spalanca la porta al calzolaio che salva la speranza nell'Uomo prima di tornare senza sforzo alle sue tomaie e suole. Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati ©

Estratto dalla Silloge di Paola Di Toro "Stato Liquido" (Delta Edizioni, 2022)

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DALLA SILLOGE - STATO LIQUIDO (DELTA EDIZIONI, 2022) Esercizio d'adorazione  Ma io, non mi ritrovo quasi mai così sola, così limpida. Spoglia di tutto, del tremore. Con tutta la pace del vostro sonno allargata nei polmoni. Ora sono spazio bianco intonso, i pensieri fanno genuflessione alla purezza e si affacciano sul rigo. Sul filo della luce, gli uccelli cominciano a scrivere. Con zampe sottili telegrafiche a piccoli segni leggeri.  Corpo apparente Sono un corpo concavo gettato sulla battigia dalle correnti. Un guscio scarno e assoluto. Sono un'oasi momentanea sbeccata uno scrigno rotto dove declina gli echi il vento. Le tessiture tutte dell'azzurro. Riposo in quel che rimane di me. Nella mia parte dura fatta impronta e fossile. Da qualche parte è la vita Il tormento molle viscerale la fame la sete io e te. Si sta in questo modo nei giorni di nebbia, svaniti e defilati infilati nel vapore in un pensiero. In qualunque cosa smisuri e vagheggi. Chissà gli angeli se sono imm

Dialoghi poetici coi Maestri - 51. Ghiorgos Seferis

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La ragazza triste Sul sasso della pazienza sedesti verso sera,  e il nero della pupilla svelava il tuo dolore; e sulle labbra avevi la linea che trema nuda quando l'anima si fa arcolaio e pregano i singhiozzi; avevi in mente la melodia che muove alle lacrime eri un corpo che dall'estremità ritorna al frutto; ma lo strazio del tuo cuore divenne senza un gemito il senso che dona al mondo un cielo pieno di stelle. (da Ghiorgos Seferis - Le poesie Crocetti editore - 2020 trad. da Nicola Crocetti) Requie Chiedo requie e un silenzio  che copra di neve  il mio cuore, fessurato da quel ricordo. Vòlto il vólto a destra,  poi a sinistra a evitare - al centro - la dittatura  d'uno sguardo senza vita e mi dondolo nella spirale d'una preghiera  d'argento, d'una nenia d'ambra senza significato. Era là; sola,  con la sola compagnia di rame della propria solitudine; era senza scampo. E io non trovavo parola - né ci riesci tu - perché la parola è limite senza stelle, al nost

Due poeti (e quattro poesie) allo specchio (Maria Gabriella Cianciulli e Sergio Daniele Donati)

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I Attendesti in altri cieli con sguardo querulo nelle nebbie sfogliando veli con ondeggiare di fiammella Mi attardai a cogliere il grido informe per il solito vizio di accomodarmi nella voce che credevo famiglia Ma tu saprai perdonare il chiasso della vista offuscata dagli afrori della foresta Non c’è pietra che smossa non si levighi al nitore del desiderio e non colga (Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023)   II La paura di perderti fu come attraversare lo sciabordìo assordante di maestrale Le mani strette a stringere il vuoto concavo al petto di un abbraccio corroso Bruciano le labbra solcate gli occhi non temono più la parola incolore (Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023)   I Verrei meno  al giuramento sacro che vincola il Vero  all'Armonia di costrutti e relazioni se dicessi che l'attesa non contiene  squittii di topo  e intervalli di settima.  Stridono con la nostra  fallace pretesa di perfezione  su una natura che si muove  ab aeterno et ad aeternum   a spiral