Adagio (Il sogno)
Beethoven: Violin Concerto (with Itzhak Perlman, Daniel Barenboim & Berliner Philharmoniker) Si rincorrono tra loro le memorie. Sono fili di lino, bave di bachi. Uniscono tra loro richiami lontani – chissà di cosa - pronte a spezzarsi al primo alito di vento. Io taccio e ascolto, come se fossero suoni d'oboe. Richiami di corni inglesi. Voci di ritorno. Poggiavo mani ancora bambine su muschi e licheni. Richiami femminei e umidi, al risveglio. Ora le vedo (le mie mani), vissute, battere sui tasti, come fossero di piano, alla ricerca di quegli odori. Tra semitoni e bemolle minori, appena accennati, si culla la memoria mia. Di lontano un canto, amico, si fa strada. È una voce dimenticata che avanza nella mia mente. O, forse, mai udita. Parla una lingua che capisco poco, fatta di suoni che stento a riconoscere. Eppure li faccio miei. Non è la lingua della memoria, né quella del futuro. Non è la lingua antica e arcana delle ventidue let