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(Redazione) - "La poesia non ci salverà" (riflessioni di poetica, pensieri e testi di Valeria Raimondi)

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LA POESIA NON CI SALVERÀ (Siamo consapevoli della follia della vita. Perciò scriviamo. Sapendo che la parola non cura, intravedendo la guarigione, ammettendo l’incurabilità) 1 Nell’arte o, meglio, nell'atto creativo, la pena coincide con la cura : la pena è quella che viviamo ed attraversiamo, è nella dimensione dell’essere, nel trascorrere tragicomico degli eventi; la cura è nella lucida consapevolezza della follia della vita, che pur non vogliamo rinnegare. La narrazione poetica è il luogo della cura . Ma la poesia e la scrittura sono salvifiche non come mero sfogo personale ma perché, per loro natura, mostrano un orizzonte più vasto, una dimensione altra che può comprendere e salvare dalla follia dell’esistere, ma mai potrà… normalizzare. Perciò io difendo il diritto alla cura , ma anche quello all’ incurabilità. Si scrive nel mezzo, sospesi su un ponte, intravvedendo la guarigione: non si potrebbe mai più scrivere, una volta attraversato il ponte, perché solo da lì lo sguardo

Cinque poesie di Raffaele Floris tratte dalla raccolta inedita "Monete fuori corso"

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  _______ Procedere per scheg ge Non per la morte, solo per la vita si estinguerà la luce dell’ibisco che si è incurvato al tedio dell’estate. Cos’è questo procedere per schegge che infiammano le notti di catrame? Cos’è questa progenie di fantasmi che puntano sul vizio delle carte per vincere la sorte e condannarci a un coro petulante di cicale? L’estate muore, come le sterpaglie che bruciano nei campi, presidiati dal volo ininterrotto dei piccioni. I giorni sono pelle di serpente raccolta dal signore dei rottami. Chissà che ne faremo dell’autunno, quando verrà a picchiare sul battente, chissà se piangerò nelle tue mani. Tienila accesa tu quella lucerna, non dare corpo all’ombra che rimane. _______ Frammenti Non dare corpo all’ombra che rimane perché è un sentiero inutile, una strada che non ha sbocchi. Viene per frammenti l’autunno e si fa beffe delle imposte che sbattono, dei giochi abbandonati allo sconforto della tua cantina. Ma noi sappiamo bene di quell’ombra che sempre ci accomp

Tre poesie inedite di Leo Luceri

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  I stin agra tis tàlassa  (1)  èmasa to nòima atta pràmata stin agra tis tàlassa èmasa na min ‘llimoniso avevo tempi di cristallo in attesa dietro le onde ricordi paralleli che speravo ricongiungere avevo miti da salvare dei da richiamare avevo una lingua che attraversava le acque andava di là con suoni geminati rivedeva queste sponde con vocativi in e avevo venti sconosciuti che scioglievano cordami verso itache incomprese avevo un pelago che da millenni raccontava di possibilità mai svanite avevo alle spalle generazioni ben avvezze a cambiare i riti a mutare i fonemi raccolsi i fili tirai paure sogni momenti richiamai le voci gli antenati erranti a farmi compagnia per la rotta 1 - dal griko:  in riva al mare imparai il senso delle cose in riva al mare imparai a non dimenticare II O fengo ìone ciuri satti pu stin akra esù katèvenne E tàlassa mana asimegna èmene na se sianosi otikanè mùttize Traduzione dal griko La luna era padre mentre a riva scendevi Il mare madre d’argento aspetta

Due inediti di Antonella Caggiano

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Ave Maria di lacrime piena vieni fra noi allarga il mantello alba Madre piegata Urla in petto il dolore l’orrore il massacro il disonore - Dio non è con noi – Madre santa Vieni Maria di sangue intrisa sia tu benedetta anche in terra stendi le tue mani sul sudario delle creature dona loro il sonno dei giusti portali al tuo seno – noi non siamo capaci – Madre addolorata, per l’amore al figlio, amata, amaci! Allarga le mani su noi criminali portaci a te, Madonna di perdono piena Madre tenera, madre paziente inveisce il cielo solitario Stringici adesso, nell’ora della morte. Amen! ____ Il mattino incalza il cuore, il cuore non hai da anni – pranzo di avvoltoi – E allora non ti resta che partorirti alla luce sperperare sorrisi, anche alle foglie morte ballare in macchina, a squarciagola urlare la gioia del non ritorno. Si nasce nudi. _____ NOTE  BIOBIBLIOGRAFICHE Antonella Carmen Caggiano è nata il 13 luglio 1971. Laureata in Lettere nel 1997. L’amore per la scrittura risale a

Cinque inediti di Giuseppe Nisi

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Orme Lacrima dopo lacrima Cercano la fuga I miei sogni Come stalattiti Dal soffitto del cuore. Ogni tanto Nel silenzio della notte Uno si stacca e cade via Svanendo come nebbia Tra i raggi del mattino. Della notturna evasione Null’altro mi rimane Come traccia Se non una tenue Scia d’inchiostro Sulle guance e Sul bianco del cuscino. E in questo scarno calamaio Devo esser lesto ad affondare il pennino dei pensieri Prima che l'onda del giorno poi Cancelli il resto. Ecco Se me lo chiedi sappi Che di null’altro che questo Si fa la mia poesia: D’orme di sogni Ormai fuggiti. _____ Un dì d'estate fra le crete Un sole forte E gocce di sudore. È calda l’ombra dentro la rimessa. Ti stringo forte... Non andare resta. Un bacio rubato Poi d’un tratto Lesta scappi via. E ancora ora Come allora Ogni volta che il pensier T’inciampa Sento il dolce Sulle labbra schiuse Il caldo in pancia E sulle gambe Il timido bruciare Delle ortiche. _____ Scheggia Ci cerchiamo io e te Nell’alba d’ogni giorno In

Tre inediti di Laura Valentina Da Re

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_____ Sono migrata nel frammento identico al tuo dente bianchissimo, in quella primavera di neve non mi dai culla, di nuovo mi pietrifichi per traverso e il cumulo è galassia. Divento la natura la conifera lunare quando un'epoca mi esclude. (©️ Laura Valentina Da Re 29 settembre 2023) ____ La mia paranoia crede a tutti è presente nel letto immagina giardini gelidi viole di una follia velata, la nenia che ringhia di solitudine il frastuono che adoro concepito sul lino ascolto ogni cellula muta, avessi in mano uno schianto lo farei ubriacare. (©️ Laura Valentina Da Re 24 settembre 2023) _____ Incomincio da un fermento scomparso azzurra e supina a ripetermi nell'argilla che nessuno frena, ma fuori, sulla collina tumefatta di stelle i melograni tempestosi hanno fretta di unirsi ai roghi ultraterreni, come ieri anche il sole trema. (©️ Laura Valentina Da Re 07 ottobre 2023)

Due poesie inedite di Silvana Pasanisi

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LE LENZUOLA Queste tue sono lenzuola ottuagenarie che usa la gente di ricamo dal poco orlo e dallo sfiancamento del tessuto Le ho stese all’aria come un dipinto aperto c’erano i vapori del sonno il clima alto del risveglio Che impegno ogni volta trovare la piega serratura per il buon tempo Stamattina ho ricavato la cenere e spostato il fiume ho visto il bianco mentre le aprivo al sole d’istinto ho attraversato le mura e ho riconosciuto i nomi delle piante senza saperlo prima la direzione dei venti dov’è il maestrale quante cose porta il libeccio come sopravvivi col vento di scirocco imbastito a mano lenta e calda tenuto insieme da un quadrato di sventure Per un attimo all’ora del ritiro le perdo quelle rughe bianche trovo l’alloro nel tè la forma del pane e di tutto mi prendo la mia parte ____ IL FERRO DI PORCO Non chiamatele donne con quella presunzione antica aggiustata solo da un quarto di smorfia precisamente sulla parte sinistra del labbro Distinguete usate il ferro di porco A vos