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(Redazione) - Figuracce retoriche - 12 - Anacoluto

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A cura di Annalisa Mercurio L’ anacoluto potrebbe essere definito scherzosamente il brutto Anatroccolo (notare l’allitterazione) delle figure retoriche. In questa puntata di Figuracce retoriche scopriremo perché, ma prima, come sempre, diamo uno sguardo all’etimologia della parola: il termine  anacoluto  deriva dal greco ανακολουθόσ   ( anakoluthos ) , composto da  αν ( an )   privativo e ακολουθία   ( ak ólouthia)   seguace. Quindi, nella sua traduzione completa significa ‘ che non segue’ . Già nell’antica grecia questo termine era usato con l’accezione di anomalo, irregolare. A questo proposito, Bice Mortara Garavelli scrive: “ Questo elemento, lasciato senza l’appoggio di una funzione sintattica congruente, rimane «sospeso» e nello stesso tempo viene messo in evidenza. La moderna linguistica testuale spiega tale irregolarità come un «cambiamento di progetto», intervenuto quando si mette in opera il discorso”. In parole semplici possiamo parlare di anacoluto quando siamo di fro

(Redazione) - Figuracce retoriche - 11 - Metafora, Similitudine, Catàcresi

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  A cura di Annalisa Mercurio Dopo la scorsa puntata sull'allegoria, parliamo oggi di metafora e similitudine e aggiungiamo un pizzico di catàcresi che non fa troppo male. Il nome metafora mi fa pensare a qualcosa che sia fuori a metà. Deriva invece dal greco μεταφορά, metaph érō ‘io trasporto’. La metafora è una figura retorica che paragona due cose non correlate tra loro, quindi, metà fuori di testa, lo è. Quando ci cimentiamo con questa figura retorica, dobbiamo fare attenzione a non confonderla con la similitudine , la quale richiede meno sforzo mentale e meno fantasia; quest’ultima infatti, usa parole che definiamo di collegamento rendendo in questo modo il paragone esplicito. Il termine di collegamento più gettonato è ‘come’. Facciamo il primo esempio: se dicessi “ ho occhi come il cielo” starei facendo una similitudine , mentre, se dicessi i miei occhi sono pezzi di cielo, starei facendo una metafora . In entrambi i casi starei tessendo con scarsa modestia le mie doti

(Redazione) - Figuracce retoriche - 10 - Allegoria

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A cura di Annalisa Mercurio Su questa figura potremmo scrivere interi volumi, ma tranquilli, non sono un tipo logorroico e cercherò di essere chiara e concisa. Il caro Mike Bongiorno a questo punto direbbe Allegoria  deriva dal greco antico αλληγορία , composto da ἀλλή allon più ἀγορεύω agoreuo , letteralmente un altro e parlare. Indica un d ire diversamente , o meglio, parlare d’altro, leggere tra le righe (non è il parlare d’altro quando, colti in flagrante, cercate di sviare l’attenzione). L’ allegoria è una figura retorica con una funzione piuttosto complessa: deve esprimere qualcosa di astratto attraverso un’immagine concreta. Per fare questo, l’ allegoria parla attraverso simboli e si utilizza quando si vuol dare alla parola un valore differente da quello che possiede letteralmente. Se vogliamo essere ‘precisini’, questa figura retorica si divide in tre grandi sottocategorie: allegoria morale, allegoria politica e allegoria religiosa; la sua intenzione è sempre quella di sol

(Redazione) - Figuracce retoriche - 09 - Tautologia, Diafora, Antanàclasi

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  A cura di Annalisa Mercurio E siamo arrivati in quel limbo tra l’estate e la sua fine, in cui le foglie stanche meditano se sia o no il tempo di cadere; stanno per riaprire le scuole. Questa nostra aula virtuale è rimasta sempre aperta, e questo venticello settembrino ci porta ‘ nuove ’ figure retoriche da esplorare. Apriamo le finestre e lasciamole entrare! TAUTOLOGIA Non ho detto tatuaggio! Ho detto tautologia ! Ormai giochiamo con le paronomasie, stiamo diventando bravi! Avete memorizzato bene il termine?  Ora torniamo seri, ed entriamo nel vivo della questione. La  tautologia è una figura retorica nella quale (come in altre figure di ripetizione) andiamo a ripetere un concetto, allo scopo di rinforzarlo; solitamente, si utilizza per ribadire qualcosa di ovvio (per esempio il buio è buio). Perché sia una tautologia, non è però necessario (come in altre figure retoriche che abbiamo già trattato) che un termine sia ripetuto tale e quale, infatti, anche frasi come il buio è scuro o