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Parole e Vita (Oblivion - Final)

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Oblivion di Sergio Daniele Donati Succede, lo so. Trasformiamo spesso la vita in letteratura,  e in segni grafici le nostre voragini e abissi.  E ci si accontenta; come se a quell'apnea  potesse donare ossigeno  un ammasso di lemmi scomposti. Dichiarando l'esistenza del nostro malessere, ne prendiamo distanza,  e ci illudiamo che la parola,  perché detta,  non sia più viscera. Ma la parola viaggia lenta su binari che dovrebbero essere sacri.  La parola trasforma, lo sai, e impone alla schiena  la verticalità perduta.  È una maestra inesorabile; sale sul dorso del puledro che scalpita per non essere montato, e lo rende mansueto con speroni d'argento. La vita non è materiale per letteratura e la scrittura è decifrazione; non via di fuga. Scrittura però è vita, è vero,  quando rinuncia a ogni impulso e seduzione, se si pone come barriera tra il distacco e il nostro desiderio di non vedere.  Scrittura è disinfettante  che brucia pelli ferite per guarirle dal taglio

Con una lingua piana (Oblivion)

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Disegno di Francesca Rocco Le nascondevi veloce le tue intenzioni dietro occhi felini; era il gioco della seduzione per me inutile e vana; 'ché io ero satellite - e tu pianeta fertile - già tempo prima  del nostro incontro. Ti chiedi ora perché sia  così difficile per me  lasciar andare, ma se togli la luna alla terra  - scusami il linguaggio piano - chi mai poserà più il suo sguardo sognante sullo spettacolo delle maree?

Ricorda (sempre Oblivion)

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  scrittura esile/scrittura esule Ricorda, o almeno lascia che io ricordi. C'è stato un tempo in cui i nostri sguardi si incrociavano; e poi fuggivano ritrosi a terra. Ed era la medesima terra ad accogliere le nostre timidezze.  Una terra fertile, allora. Là, a terra, ci scambiavamo un canto e le mani non osavano ancora sfiorarsi. Erano i tempi di noi bambini e timidi (elettivi dicevi), di un noi ancora bambino e timido, ma eravamo ancora aperti a tutte le parole da venire. Ed erano parole che, forse, non abbiamo mai detto, ma per certo entrambi abbiamo immaginato, milioni di volte. Gli occhi chiusi, lo sai, abbiamo pensato miliardi di volte quelle parole compiere voli sulle nostre pelli e tramutare il nostro epitelio in tessitura d'amore. Che al potere della parola, lo sai bene, abbiamo sempre creduto entrambi, con tutte le nostre fibre. Ed è inutile fingere tra noi; ci crediamo ancora. Ricorda, o almeno lasciami ricordare, la dolcezza del primo bacio, la timidezza della tua v