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Io ricordo

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Le memorie son come farfalle notturne. Falene sgraziate che si posano ansiose dove trovano piccole luci. Io ricordo, maestro, quell'istante in cui le nostre spade di legno si sono incrociate, gli sguardi posati sugli orizzonti alle nostre reciproche spalle. "Ancora non va", mi dicesti. "Non sei uscito abbastanza dalla linea d'attacco e hai il peso sul piede sbagliato". Ti amavo, come un vero allievo ama un maestro, vero. Tu sorridevi, percependo in me il desiderio di dare il massimo. Poi mi dicesti: “chiudi gli occhi”. Io li chiusi e piansi; poi li riaprii. Al tentativo successivo la tecnica, come un tuono, esplose perfetta. La punta della mia spada di legno seguì una linea orizzontale diretta all'altezza dei tuoi profondi occhi. Taglio orizzontale che tanto risuona nel simbolo. Creare la cecità nell'altro per permettergli di vedere. " Questo è il segno etico della tecnica e anche della tua richiesta. Tra sei mesi passerai l'

Faresti meglio ad arrenderti, figlio

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Come spiegarti i mille movimenti a spirale che l'artista marziale deve saper compiere per sperare di governare il proprio mondo interiore, figlio mio? Ci sono insegnamenti che io ho ricevuto troppo presto. Altri li ho lasciati sedimentare troppo a lungo. Altri, infine, li ho coperti di un silenzio senza fine, perché potessero parlare da soli, per sé e di sé. E non so più nemmeno di cosa parlarti se non di ciò che sono stato e sono. Lo faccio ora, sapendo che, forse, mi leggerai tra anni. Faresti meglio a arrenderti, figlio mio, alla Vita che avanza dentro di te. Anche quando sentirai che ti strappa via le viscere e modifica i tuoi sorrisi interiori. Resistere alla Vita è come combattere l'oceano in piena, armati solo di un fuscello ancora verde. Se invece imparerai a seguirne i ritmi, i silenzi come gli urli improvvisi, la Vita come uno tsunami in piena ti innalzerà come ancora non pensi sia possibile. Faresti meglio a arrenderti, figlio mio, al giusto timore che l

I motivi di cui sopra

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Pubblico ministero : ...per i motivi "di cui sopra" chiedo la conferma dell'arresto e la misura cautelare della detenzione presso il carcere minorile. Avv. Donati : per i motivi di cui sopra parrebbe quella del PM una richiesta quasi scontata. Ma siamo davanti al Tribunale dei Minori e i "motivi di cui sotto" pesano altrettanto, se non di più. E non si può dimenticare la funzione che, anche al PM, il diritto minorile assegna nella formazione e anche nella rieducazione di un ragazzo. Resto sempre più perplesso, dottoressa, di fronte a questo uso del diritto incapace di considerare le motivazioni ad agire, anche in maniera criminosa. Mi inorridisce la completa assenza di valutazione dell'humus famigliare e ambientale da cui un comportamento criminoso minorile scaturisce. E ancor più resto attonito di fronte all'uso della carcerazione preventiva come strumento punitivo, soprattutto di fronte a rei confessi di sedici anni. Per questi motivi, di cui so

I dubbi, mi dicevi

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"I dubbi", mi dicevi, "e le incertezze e gli inciampi, ci sostengono". Io tacevo e mi chiedevo cosa fondasse la capacità di appoggiarci alle nostre insicurezze. Poi, chiudendo gli occhi, vidi in un'immagine lo specchio, ciò che velava la nostra capacità di vedere e arrenderci al flusso della vita. I dubbi e le incertezze e gli inciampi e quel bianco battito d'ali, che taglia il nostro sguardo. Alcuni la chiamano speranza. "Non è il dubbio il fondamento del nostro respiro, ma il nostro credere nella possibilità di poterlo vivere appieno", risposi.

Dialogo

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Maestro Immaginario Prima di parlare con loro guardali negli occhi in silenzio per un istante. Allievo L'ho fatto, Maestro, l'ho fatto. Lo faccio sempre. Maestro Immaginario E... Allievo Avevano sguardi persi, sfidanti, strafottenti, violenti, bui, cupi, impauriti, respingenti. Avevano sguardi aggressivi, fissi, vuoti, inossidabili. Maestro Immaginario E poi cosa hai fatto? Allievo Per un solo battito di ciglia ho chiuso gli occhi. Era troppo, anche per me. Maestro immaginario E poi? Allievo Poi ho riaperto gli occhi. Maestro immaginario E... Allievo (con le lacrime agli occhi) Avevano lo sguardo da bambini impauriti. Poi è iniziata l'udienza di convalida dell'arresto al Tribunale dei minori

Corda di violino

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Ho danzato sul filo di lino i miei canti, i più antichi. Eri là, più lontana, più lontana, mai assente. Corda di violino, il primo passo, le mani incerte, lo sguardo venato di stanchezza. Eri là, più lontana, più lontana, celata, ferita. Fragile linea, screziatura di tramonto, tra l'abisso, indicibile, e il firmamento, troppo detto. Eri là, più lontana, più lontana, più vicina, anima mia.

L'incipit dei miei incipit

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Quando avevo circa vent'anni andai da solo in una birreria vicino a casa, armato di penna e taccuino.  Era tanto figo a quell'epoca concentrarsi su una traccia, su un'idea. Solitario, ma nel brusio del locale affollato, provavo a scrivere. Di colpo sentii una mano sulla mia spalla.  Era un vecchio dai capelli bianchi, camicia azzurra, baffi anni 70, lievemente all'ingiù.  Mi guardava dritto negli occhi, con un bicchiere in mano. Ricordo che non ebbi paura.  Anzi, era come se lo conoscessi da sempre. I miei occhi giovani e inesperti nei suoi, blu come il mare, vissuti e sornioni. "Anche tu scrivi per sopravvivenza, vero ragazzo?", mi chiese.  Non seppi cosa rispondere, ma sorrisi. Lui si fece più serio.  "Conosci Blackbird dei Beatles?", mi chiese. "Si". Risposi. "Ascoltala bene prima di scrivere di nuovo, sopravvivrai meglio", mi disse e se ne andò. Oggi, mentre scrivo, siedo in una birreria da sol; osservo la gente intorno a