Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Paola Deplano

(Redazione) - Omaggio a Umberto Piersanti nel giorno del suo compleanno - a cura di Paola Deplano

Immagine
  Nel giorno del compleanno di Umberto Piersanti intendiamo far riemergere delle gialle margherite, venute a spodestare i favagelli gialli in un momento buio della vita del poeta. L’anno di scrittura è il 1975, il titolo della silloge che le ospita è L’urlo della mente , edito da Vallecchi  nel 1977. Sono ombre del passato, che riappariranno nel futuro, perché L’urlo della mente uscirà a breve in una nuova edizione con inediti e prefazione di Alberto Fraccacreta per i tipi di Samuele editore. Per la redazione de Le parole di Fedro - Paola Deplano LE MARGHERITE GIALLE DELL’AUTUNNO Le margherite gialle dell’autunno dai treni giù per i greti nei giorni più chiari di settembre da Cividale alle piane intiepidite ormai di Lombardia era la fiamma chiara d’una possibile riscossa il saluto lungo nel viaggio ritentato il laccio sottile d’aria di coloro sul trapasso per un tempo oltre lo stupore fugace di fiori e degli azzurri ancora sanguinosamente differente. C’erano sempre queste margherite

(Redazione) - Specchi e labirinti - 27 - Cuore Leggero

Immagine
  A cura di Paola Deplano «Hai una pronuncia pessima.» Avevo detto una parola in inglese, alla cena di fine anno tra colleghi - e lui mi aveva corretta così,  davanti a tutti: « Hai una pronuncia pessima. » Proprio questo aveva detto, me lo ricordo ancora,  anche se non brucia più: « Hai una pronuncia pessima. » Mi stava facendo pagare il fatto che lo avevo COSTRETTO ad uscire con i MIEI amici. Degli altri ricordo, a questo punto, il silenzio imbarazzato, gli sguardi nei piatti. Di te ricordo gli occhi dispiaciuti per me - e su di me. Dopo qualche bicchiere di troppo, prese di mira anche te. Non direttamente, per carità, ma si capiva  benissimo a chi fosse rivolta la violenta filippica contro i terroni che rubano il lavoro agli altri. Vani  furono i tentativi di farlo stare zitto, non solo miei.  A scuola ti volevamo - ti vogliamo - tutti bene.  Solo tu non parlasti, come se la cosa non ti riguardasse, come se tu fossi nato a Bolzano da genitori finlandesi, non in un paesino del Salent

(Redazione) - Specchi e labirinti - 26 - Invito alla lettura de “Il paese invisibile e il passo per inventarlo” di Roberto Marconi

Immagine
  A cura di Paola Deplano avevo fatto a posta a forare proprio per scoprire quell’essere che viveva del suo lavoro dentro a una grotta di fronte alle figlie dell’Addolorata. La mia verità non è del tutto giusta ero stato avventato con la bicicletta catene manubrio testa qualcosa comunque s’allentava e quindi la parola diveniva zitta di fronte a quel volto rubizzo tutt’uno con ogni meccanismo. Un mistero senza insegna. Tutti sapevano il mestiere il sopran- nome ma la sua storia è sepolta come uno di quei tanti vini impolverati dal niente come le tante cantine affrescate da altre mura come ogni esercizio quando è chiuso non ha età. E venni a sapere che con la madre vissero insieme anche all’ospizio e poi pure al cimitero e lei di cognome faceva Poeta Ci piace cominciare questo scritto con un’infanzia qualunque, nei primi anni Settanta del secolo scorso. Un’infanzia coi bambini che corrono in bicicletta, pronti ad emularsi in corse sfrenate e a cadere rovinosamente sulla sabbia o sul selc

(Redazione) - Specchi e labirinti - 25 - Le galline capitaliste

Immagine
A cura di Paola Deplano Mentre nascevo nevicava così tanto che l'ostetrica è arrivata a cose fatte: ho imparato presto a cavarmela da sola. La signora Eleni era l'ostetrica del villaggio, nonostante fosse probabilmente semianalfabeta e sicuramente sempre sbronza. La sua Dacia sbiadita e sbatacchiata percorreva a tutto gas le strade sterrate del circondario, sollevando, a seconda della stagione, nubi di polvere o schizzi di fango. Le galline, che di solito passeggiavano indisturbate per le vie del centro, al suo arrivo scappavano terrorizzate, nel disperato tentativo di non rimetterci le penne. Alcune di esse - le ritardatarie o le distratte - proprio non ce la facevano a scansarla e finivano sotto le ruote. A quel punto Eleni le acchiappava per le zampe ancora agonizzanti e le sbatteva in macchina senza tanti complimenti. Se il padrone correva a rivendicarne il possesso, la donna se la cavava dicendo che una gallina incustodita è una gallina di tutti, dunque anche sua. Anzi, s

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Sentinella" - su un racconto di Fredric Brown di Paola Deplano

Immagine
di Paola Deplano SU DI UN RACCONTO DI FREDRIC BROWN SENTINELLA Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo e era lontano cinquantamila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva di ogni movimento un’agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia di anni questo angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate al lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo maledetto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia…Crudeli, schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di

(Redazione) - Specchi e labirinti - 24 - Luce altra di Ezio Settembri

Immagine
A cura di Paola Deplano Ezio Settembri ha una scrittura limpida, tersa, come la «Chiara mattina di novembre», luminoso incipit della sua silloge D’altra luce (PeQuod 2023). Questo libro è una scrittura di esordio, ma un esordio già maturo, reso maturo dai molti inediti usciti in blog e riviste e dalle opere di riflessione e critica sulla poetica altrui (prendo ad esempio, fra tutti, il suo primo saggio Il mito ritrovato. La poesia di Umberto Piersanti , Edizioni Industria & Letteratura 2021). Una maturità che si è nutrita di molte letture, tra italiani e stranieri, e di esperienze di vita semplice e concreta che ne hanno fatto, nonostante la giovane età, un uomo solido e centrato, poco avvezzo a svolazzi e a voli pindarici. Ecco, il bello delle sue liriche sta proprio qui: nel regalarci le parole che ciascuno di noi, lettore o lettrice comune, vorrebbe poter dire. Nel regalarcele con sobria gentilezza, illustrando i suoi – i nostri – solidi valori. Chi cerca una poesia stravagant

(Redazione) - Specchi e labirinti - 23 - Nel nome della Memoria, Piersanti riabilita Carducci

Immagine
A cura di Paola Deplano «Memoria. È una parola che ti risuona dentro, che ti riempie, ma anche un po’ sconvolge. Pensieri, emozioni, riflessioni, tutto s’intreccia fino a rendere difficile un qualche discorso. Per me, poi, è la memoria che riesce a dare un senso alla vita, che fa sì che questa non si disperda in una miriade di frammenti senza storia. Non voglio perdermi in un’analisi complessa e incerta. Qui parlo della memoria attraverso le pagine di autori che sono stati fondamentali non solo e non tanto per la mia scrittura, quanto per la mia vita. Ed intreccio un dialogo continuo tra questi testi e i miei, tenendo sempre presente la grandezza ineguagliabile degli autori che mi hanno segnato. È in tale dialogo tanto serrato quanto sproporzionato che ho cercato di trovare il senso e il fil rouge di queste pagine.» Con queste parole della Premessa Umberto Piersanti presenta il suo ultimo libro dal titolo Memoria , uscito per Vallecchi nel marzo 2023. Lo fa, come si vede, con delle p

(Redazione) - Specchi e labirinti - 22 - Bet: la casa

Immagine
  A cura di Paola Deplano La sua casa era come lei: piccolina, gioiosa, colorata. Entravi dalla cucina, che era anche soggiorno e salotto e poi subito nella camera matrimoniale, con giusto lo spazio per muoversi tra letto, comò e armadio. Il bagno, poi, era piccolissimo, giusto la tazza del water, un lavandino minuscolo recuperato da Giuseppe chissà dove e tre tinozze d’alluminio, una per il bucato, una per il bagnetto della bimba e una per lavarsi loro due – a pezzi, naturalmente. Entravi e sulla sinistra la finestra del soggiorno era abbellita da tendine a scacchi rossi e bianchi che aveva cucito lei stessa, poco prima di sposarsi, assemblando i lacerti di una tovaglia da dodici della madre, altrimenti inservibile perché piena di buchi. La tenda bianca e ricamata fino al pavimento, quella della camera da letto, era un caro ricordo: gliel’aveva regalata la suocera poco prima di morire, quando con Giuseppe erano ancora fidanzati, in un bel pomeriggio d’inverno in cui erano andate a bra

(Redazione) - Specchi e labirinti - 21 - Parigi secondo Giulia

Immagine
  A cura di Paola Deplano Esistono città che sono crocevia dell’anima, luoghi in cui non siamo nati, probabilmente non moriremo, ma che in un determinato momento della nostra vita – proprio quello, non altri, né prima, né dopo – diventano l’alfa e l’omega , il punto di partenza e il punto d’attracco di ogni nave dello spirito. Se uno ha una buona penna – e Giulia Bocchio ce l’ha – per felice osmosi questa città diventa la patria dello spirito anche per l’assorto lettore. Mi viene in mente Saba, la sua Trieste, quei famosi versi che recitano «La mia città, che in ogni parte è viva // ha un cantuccio a me fatto, alla mia vita// pensosa e schiva». Mi viene in mente Penna, coi suoi sgomenti: «Era la mia città, la città vuota// all’alba, piena di un mio desiderio». Mi viene in mente un gran cantore di Parigi, Baudelaire, con i suoi Tableaux parisiens - e qui non cito niente, perché citare implicherebbe una difficile scelta tra liriche ineguagliabili. In questi versi di Saba, Penna e Baudela