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Eco e Narciso

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  Rifiutare il bisbiglio, delle labbra d'oreade, questo uccide ogni amore, Narciso. Non fu un'immagine nel gorgo, a trascinarti nell'abisso. Amare significa saper ascoltare parole diafane, pronunciate da bocche di sogno, capire che nulla ci appartiene e tutto - il delicato dono d'un cuore di ninfa - è sacro, anche se rifiutato. Dicono tu sia morto assorbito dal tuo stesso volto. Io non lo credo. T'ha ucciso il suono del tuo nome ripetuto tre volte nel vento; voce eterna di chi non c'è più. Ripetere tre volte il nome che ti rifiuta; questo uccide ogni amore, Eco. La prima è tremula speranza, la seconda è speranza cieca, la terza è thanatos nel cuore. Non fu la maledizione di Era a ucciderti, né i giochi bambini di Zeus. Ti tolse il soffio la tua incapacità di non dire più, l'ossessione del cambiamento. Due volte si chiama l'amore, Eco. Solo due. La terza chiamata è sempre la morte. L'amore muore, se ne si rifiuta il suo