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Visualizzazione dei post con l'etichetta Sergio Daniele Donati

Giudeosufismo

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  Con lo sguardo-uncino — con lo sguardo-amo — ogni parola àncora  alla fallacia del Sé. Ogni parola è ancòra inutile, di per sé. Quasi afono invece e senza intenzione nel regno della tacitazione il mugugno di vento del Senza nome . ______ Testo - inedito 2025 - e foto di Sergio Daniele Donati 

Poesie inedite ed edite di Patrizia Bambini - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Un piacere vero poter pubblicare alcune poesie inedite ed edite di Patrizia Bambini , capaci di mettere in dialogo diretto un reale umano sempre battente e un simbolo che si fa - a tratti  -  canto e invocazione. Come vedrete sono poesie in cui ricorre spesso il termine " luce " che, tuttavia, assurge a significati e valenze differenti, così come significato diverso nei tre inediti ha ricorrente uso di stilemi e parole del registro e del dominio del " corpo ".  Corpo e Luce , per l'appunto, sono un binomio molto caro e, forse a tratti abusato, dalla contemporanea poesia, ma la delicata, anche se decisa, declinazione, che ne da in questi inediti la poeta colpisce il lettore, e a fondo. Una lettura da non perdere. Per la Redazione de Le parole di Fedro il caporedattore - Sergio Daniele Donati KINTSUGI Se tornerai a salvarmi con gli occhi saldi di chi sa cosa vuol dire il fondo, quella trincea scavata a mani crude dove si ricompongono i frantumi con colature giall...

Estratto dalla raccolta inedita di Annalisa Mercurio "I ritrovati" - con nota di Sergio Daniele Donati

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  "Questo progetto nasce dal fatto che, a pelle, ci sono persone che penso di avere già incontrato, in altri tempi, altre vite, quelle che penso siano anime antiche.  Sto stilando una lista delle persone che mi hanno dato questa sensazione.  Vorrei scrivere su ognuno di loro un flash che duri quanto il tempo impiegato a comprendere che fanno parte di coloro che chiamo I RITORNATI ". (Annalisa Mercurio) _______ ESTRATTO DALLA RACCOLTA ___ M. Emme dice di essere barocco. Ha l’impulso dei vent’anni e pupille d’altri mondi. Possiede una parola per ogni poro di pelle. A volte sputa lava che gli scorre nelle vene. Credo che altrove mi sia stato padre. ___ F. Effe , aveva sempre lo stesso cappello . Di sera Matera scivolava ai suoi fianchi e al mattino lisciava la pelle di tufo. Cercava di imbottigliare il canto dell’upupa per farne un talismano. L’ho sfiorato una sola volta. Viaggia spesso nel tempo rincorso dai gatti. ___ Volti Riconosciuti tra la folla alcuni dei miei volti,...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 44 - La rivoluzione copernicana di Sciascia poeta

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      di Sergio Daniele Donati Di  Leonardo Sciascia  come poeta si parla troppo poco. Eppure tra le anime del famoso scrittore, narratore, giornalista e politico, esiste, forse un po' celata, anche quella che richiama al verso come forma espressiva.  Lo si può cogliere nella raccolta La Sicilia, il suo cuore , pubblicata da Adelphi nel lontano 1997, unitamente ad altro lavoro favolistico-politico  dal titolo Favole della dittatura. E di cuore   la raccolta è densa, e non solo, né tanto, per il richiamo alla terra natia del poeta.  In ognuna delle composizioni infatti un'altra affezione, un altro affetto, emerge patente.  Mi riferisco qui ad un certa descrizione della stasi come elemento sia di stupore che di rivolgimento al sé, a volte in modo angosciato, ma in ogni caso "rivoluzionario".  I luoghi per il poeta, così come spesso i tempi, sono decritti come contenitori di assenza, quasi paradossalmente né oggetti, né del tutto...

Horror Vacui (Inedito di Nerio Vespertin) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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"Horror Vacui" di Nerio Vespertin " Natura abhorret a vacuo " (la natura rifugge il vuoto): così recita l'adagio latino che si pensa essere traduzione di un pensiero di origine aristotelica, nata dal contrasto del filosofo greco con il pensiero atomista. Tale idea pare definire il vuoto o come inesistente o, quanto meno, subito colmato e riempito dalla natura stessa. Al di là della prova scientifica dell'esistenza del vuoto, ormai assodata da secoli, l'idea di una sorta di terrore nei confronti del nulla  ha avuto enormi influssi sia in letteratura che nell'arte figurativa, tanto da portare molta critica a definire come effetto dello stesso horror vacui ogni espressione artistica in cui è evidente una tendenza riempitiva. Si pensi ad esempio a molta della produzione barocca sia in poesia che in arte da molta critica anche recente  (vedasi Praz) in parte spiegata con una osrta di repulsione per il vuoto . Tuttavia assenza, vuoto, e tutto ciò che è de...

Fa diesis minore (Oblivion)

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Di quel tuo accordo — un fa diesis minore — ricordo lo strascico, lo struscio cartavetrato sulle pieghe della pelle. Avrei voluto dirti che palabras¹ in spagnolo mi ricorda tende spesse, vitali per chi decide di non vedere più. E sono rimasto schiavo della tua melodia fuggitiva, della seduzione senza appello di un troppo lungo addio. ¹ - in spagnolo " parole ", ma con una suggestiva assonanza in italiano con " palpebre ".

La Grecia di Nicola Crocetti Instant poem di Carlo Penati - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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La capacità di Carlo Penati, tra le mille altre, di saper cogliere in medias res l'essenza   delle altrui parole e di saperla trasformare in intuizione poetica mi ha sempre sorpreso.  È come se il grande poeta che è vivesse appieno il divertissement di dar corpo a ciò che, tra i mille non-detti, le parole degli altri spesso celano. Appunto di divertimento e gioco si tratta ma, certo, di un gioco che ha tutta la serietà e rispetto delle regole dell'attività ludica dei bambini. Mi è capitato più volte di vederlo creare così, la penna in mano a cogliere i profumi dei luoghi in cui le parole altrui lo trascinano e dargli nuova forma poetica. Qui lo vediamo all'opera sull'onda della fascinazione, che immagino immensa, di sentire Nicola Crocetti parlare della moderna poesia greca. E i versi che Carlo Penati ci restituisce sono stupendi davvero. Intensi, incisivi, a volte quasi aforistici versi che qui il poeta ci dona e che vi invito a gustare col piacere, forse un po' ba...

Poesie inedite di Simone Migliazza - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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«Eppure, questa sarebbe un’approssimazione.» Sono le parole finali di uno degli inediti di Simone Migliazza  che oggi vi proponiamo. Poesie " de l'incertitude¹",  della delicata ipotesi sospesa, del dubbio come fertile seme di elaborazione,, quelle che oggi vi sottoponiamo si caratterizzano per un ritmo, anch'esso volutamente incerto e in parte sincopato, che conduce il lettore nel dominio del possibile. Sono inediti che volutamente evitano il dire forte , « l'écriture trop assertive,  trop affirmé,  tranchée²»  e si  rivolgono , a mio avviso a una tradizione di lingua francese che trova nei delicati " suggerimenti e suggestioni " di Claude Roy il suo epigono. Ed è proprio per questo che, nel commentarle, la lingua francese mi sorge spontanea, forse per un richiamo di memoria o forse per elezione inconscia. La poesia di Simone Migliazza , dicevamo, qui si caratterizza, con evidente paradosso, per una certa capacità di nascondimento, per un delicatezza so...

Poesie di Nicola Manicardi - con nota di Sergio Daniele Donati

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Ho impiegato tanto tempo prima di riuscire a commentare, con la mia solita  balbuzie, queste poesie.  Ed è inutile fingere: la causa di questo mio ritardo è un dato personale ed emotivo. Perché in queste linee poetiche vibra una città, anche se spesso in modo implicito, ed è una città, da me mai vissuta e solo visitata, ma dove la mia famiglia ha immerso le sue radici per cinque secoli: Modena. Ciò che riesce Nicola Manicardi a ridonare in queste poesie a uno che, come me, nasce e vive meneghino, ma non smette mai di ascoltare il canto delle sue radici "ghirlandine", è il sapore agrodolce della memoria altrui, dell'altrui vissuto per e in noi. Modenese era mio padre, non io, e, pur non essendo lui poeta, manifestava - molto meno io - la stessa dolce capacità di Manicardi di ridonare all'oggetto -  ma anche agli oggetti e alle cose in sé - delle sue parole il senso profondo  della loro esistenza, prima, durante e dopo esser diventati simboli. E questo è talmente moden...

Katana

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Se ti avessero detto da piccolo quale sforzo costi alla schiena mantenersi dritta e della lacrima salata  di uno sguardo fisso sull'orizzonte, se avessi imparato da giovane  quanto sia brutale  lo schiocco dello sterno  quando si allinea al moto interno delle viscere in immobile postura, e quanto forte gridi il polso per tenere fissa la spada sull'asse orizzontale di un desiderio senza intenzione, se avessi mantenuto anche tu calma e ascolto in meditazione mentre milioni di voci morte imploravano la tua memoria, o avessi recitato senza sosta il mantra dell'accoglienza del diverso  mentre pianti bambini ti grattavano l'epitelio  e l'urlo taciuto dell'abbandono  si faceva strada  tra ciglia e gola, se avessi fatto tutto questo almeno un istante, non ti prenderesti gioco ora dell'etica di un uomo canuto  che ripone la Katana nel fodero e finalmente si concede un riposo orizzontale e senza sogno. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Don...

Il miele ereditato

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  Non avrei voluto davvero rivedere  nel tuo sguardo perso – così tanto mio – le tracce di una memoria densa. Avrei voluto per te poter separare i mieli di una melanconia ereditaria dall'occhio rapace e giusto sul futuro del mondo. Forse tutto questo era scritto. Che un padre un giorno osservasse con terrore nelle ossidiane del figlio i falsi lenimenti dolciastri  sulla ferita sempre aperta  della sua stessa storia, forse era scritto. È il momento della scelta. È ora che ti passi – e tu ascolti bene – le formule in lingua antica che trasformano quei mieli in parola e lo zolfo in terra d'ocra. È un'operazione ad alto rischio. «E io vi donerò un cuore nuovo che possa contenere parole nuove» dice il testo, e omette il dolore di un intervento senza anestesia,  né memoria. Oppure, perdiamoci assieme in questo orizzonte grigio-fumo, mano nella mano,  perdiamoci  assieme. VIDEO-LETTURA di Lorenzo Pieri _____ Testo  –  inedito 2025 – di Sergio Daniel...

Due poeti allo specchio (Michela Silla e Sergio Daniele Donati)

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  Fai di cristallo ogni fuga che nascondo – sono cieca al vero – cuore senza fondo di muschio e pietra. Lo scirocco benedice la riva – ma tu chiedimi del maestrale che agogna l'orizzonte, il cielo fermo sulla linea del mare, la sua terra, la sua culla                                       da perdonare. inedito - 2025 - di Michela Silla Nei nomi del vento  io mi perdo. Mi affascina il canto corale  degli alisei ,  e quel loro odorare  di schiuma e  di pensieri mai conclusi. E non ho domande da porti se non la preghiera  di un ascolto soffuso, di ciò che è prima d'ogni nome; tu e io, muti  e mitigati  dal suono di un soffio la cui eternità  è fuori dal simbolo. inedito - 2025 - di Sergio Daniele Donati ______ NOTIZIE BIOBILIOGRAFICHE Michela Silla , nata a Cagliari nel 1984, è laureata in Lettere e ha conseguito il Dottorato di Ricerca  in F...

Un addio barocco

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"Autoritratto evanescente" di Sergio Daniele Donati  È là, all'incrocio esatto tra suono e assenze che prende forma il canto dello stupore. È al confine tra paludi e pensieri blu, tra l'abbozzo dell'ordine e la legge del desiderio, che geometrie auree raccontano lievi la saga di armonie celate. È la che mi perdo e tu ritrovi in mia assenza il piacere di pronunciare un nome arso dai fuochi dell'oblio senza fine. È là che lascio sia linda l'onda e precario il richiamo; là, sulla frontiera tra il gioco della parola e l'asfissia dei silenzi. Vado per non tornare e questo il corno inglese non sarà mai capace di raccontarlo al tuo mondo, ignaro del proprio nome. ______ Testo - inedito 2025 -  di  Sergio Daniele Donati 

Immagini concentriche

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Un'ombra incerta una nota tenuta, sotto il cedro vicino al pozzo. La formica ascende catene montuose  sul muro a secco. Un silenzio tenace tra i suoni ossessivi di una cicala sul platano Non penso più  al sogno di ieri; sogno un pensiero senza timbro né autore, e una parola scorrere liquida nel flusso della dimenticanza. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Torna a casa

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  Torna a casa lercio con un sorriso ebete e le stelle negli occhi chi cerca purezza. Chi invece si dice puro ma non santifica  neri fanghi e grigi limi sotto unghie spezzate e punta dita fin troppo linde sull'altrui fatica, resta afono e preda eterna  di una solitudine blu. Mentre annusavi quel fiore sul ramo, ho visto il tuo sorriso sarcastico perché piangevo la fatica della resina, sotto la corteccia. Allora ho pianto ancora, ho pianto di più, ho pianto anche per te. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati