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Tre poesie per gente con genitori anziani di Silvia Tebaldi

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I Ti mando le istruzioni per resistere: primo, puoi fare un buco nel simbolico e uscir fuori di là con una brugola dove sfila un corteo di tamburini, l’ente palio dei nomi e delle cariche, simboli, spin doctors, comitati d’affari. Ma il reale no che non puoi bucarlo, quella è roba di carne, roba di pietra, e dal linguaggio non ne usciamo proprio: però – secondo - puoi fare i colori e mescolarli, terzo, puoi cantare quando cammini e quarto, se diciamo “io” è perché qualcuno ha inventato la parola io, ma non il modo di farci sapere il suo nome. II Scrivo per far sapere a Guido vostro che qui tutto sommato non va male, ci sono sempre tre minestre e in video lento Angelica insegue Orlando fuori nel parco, c’è Armida con Rinaldo e guerre d’amore in sogno col deambulatore; e anche se tutto sembra quieto a controra, sappia che qui è un porto di mare, una rampa di lancio, una Cape Canaveral della bassa e non si sa chi partirà per primo. Ditegli che qui i tramonti sono lunghissimi, che sui bal

Tre inediti di Davide Zizza

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Si nasconde Si nasconde dietro qualcuno o qualcosa –  non è la sera, non è una persona; si nasconde ma è presente, in ogni cosa se ne sta appartata, un vecchio pensiero che supera il vento –  si nasconde dietro qualcuno o qualcosa, non è una donna, non è un’eclisse –  tesse un filo e sta dentro ognuno, è la verità della pietra lo stupore dell’acqua che mormora –  si nasconde dietro qualcosa o qualcuno –  non è Dio e nemmeno suo Figlio, è una parola più antica dell’uomo: crea la storia e la strada percorre la terra e il vento.  Il terzo deserto Cercare il senso nascosto del libro lasciare che monti la sua tenda davanti ai nostri occhi e subito dopo la bruci per ricominciare un viaggio senza meta. La mente cammina a piedi scalzi sulle parole altrui. Ci vuole metodo: conoscere i tempi è saper dosare l'attenzione perché non perisca il volo della farfalla e non si chiudano le porte del crepuscolo. ________ Disegni di Silvia Tebaldi dalla serie "Hamsa" pubblicati su concessio

Vita (dedicato a Silvia Tebaldi)

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" Vita " di Silvia Tebaldi Scrivere a Silvia, di Silvia, osservando  un disegno di Silvia  è per me scrivere  sulla Scrittura Dietro la porta suoni metallici. Cozzano lame, picchiano pesanti  martelli su incudini  plumbee. Sono lì, vestito a festa, davanti alla porta. Arrivi tu con  dita sporche d'inchiostri  pregiati e fogli  accartocciati. Apri la porta, e io ricordo  che i metalli  sono lettere e l'incudine  una penna. Macchi di nero  la mia parete troppo bianca, e io ricordo che c'è  del pastello in ogni nero e che il bianco acceca e abbaglia. Tagli col tuo dire colto e le tue cadenze familiari i miei broccati bizantini, e io ricordo che è ora  di strappare il velo, di offrire pelle e sudori e unghie,  sporche  di cere da sigillo, in dono  sacrificale  a lettere  benevole. Poi taci  e mi osservi, e io ricordo che del silenzio  sono il figlio e al silenzio ritorno. Ora scrivi "Vita" nella lingua  dei Padri, con le tue dita  d'ambra e l

Canto

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scritto con Silvia Tebaldi nella primavera del 2020  Siamo tradotti dai Salmi dal verbo degli uccelli  dalla lingua dell'inconscio  nella rete dei giorni riarsi.  E ci attarda la sera  davanti ai fuochi  della narrazione antica  tra sguardi di bambini.  Tehillim di incipiente primavera  dispaccio dall'inconscio che ci desta  prima dell'alba, prima del nulla  quando si posano  i nostri pensieri di elevazione  sul soffio che unisce,  contenti della terra  che crea spazio e tempo.  O Vampa nera. O Grande vuoto.  O indicibile Nome.  Posati sulle nostre tempie.  Le nostre nuche anelano  al soffio della tua Parola.  Trema la vite, trema il gelso,  La terra è secca.  Sia il soffio pioggia, sia la pioggia,  sia.  E i morti nei nostri cuori  e natura che va per la sua strada.  Il ruscello tace, la foglia trema, la terra è secca,  la mano in attesa del passo  del Silenzio. Maestro.  O nostra madre angoscia,  nostra t

Bolognina Bloomsday di Silvia Tebaldi

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Pubblicato su concessione di Silvia Tebaldi Ordine alfabetico non è, pensa Rossi: infatti l’hanno messo vicino a una certa Zoli, che di sicuro non comincia con la erre come lui. Però è una bella vicina, tettona e mora; una che tempestava i concorsi letterari con trucide storie rurali, ambientate al Marecchia, a Tavullia e addirittura a San Leo. Ma anche se non è ordine alfabetico, pensa Rossi, un ordine ci sarà pure - tutto sta a capire quale. Comunque gli hanno sbagliato posto, a lui, poco ma sicuro. Qui c’è gente di tutt’altro genere, scrittori di libri storici e locali, mentre lui era un giallista medievale: famoso per Boccaccio indaga, anche se il premio più importante glielo portò Fra’ Angelico detective. Che strano, pensa Rossi: qui son tutti scrittori ma nessuno scrive; per tutto il giorno solo prosecchi e vaghe chiacchiere, e di sera vengono certi archivisti e giù sangiovese, partite di primiera e gran discorsi su lasciti, enfiteusi e beghe patrimoniali. - Ma chi c

Alef

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Sorgente silente,  sussurri ai miei orecchi parole arcane.  E ti celi in un universo che non ti contiene;  nel Silenzio che è prima di ogni vagito.  Ti ho vista dietro l'Albero  cantare nenie a un popolo ilare.  E ho visto i loro sguardi umidi  in quel suono senza suono  che tutto smuove, nella memoria;  Ho smesso di cercarti; certo che  sarai tu a trovarmi nel sogno,  compagna evanescente  dei miei giochi d'elevazione.