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La domanda al Minotauro

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  Foto di Noelle Oswald Incontrai il Minotauro allora,  tra fuliggini di pensiero e stralci di memoria. Senza via di fuga  nei tranelli della compassione incontrai allora il Minotauro. In assenza di timore allora incontrai il Minotauro. E posava triste sulle mie ali il suo sguardo bovino, incapace di un verbo scarlatto di liberazione. Incontrai allora il Minotauro e con gesto della mano  gli chiesi  il perchè della Luna. Un muggito di solitudine frantumò i mattoni del labirinto. Fu allora libero, il Minotauro, di bestemmiare, contro un cielo tiranno,  il suo ultimo respiro. ______ Testo - inedito 2024 -  di Sergio Daniele Donati

Icaro

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Henri Matisse -  Il volo di Icaro Non fu il volo, né le cere, né il mostro taurino, né il sole a gettarti a terra, Icaro. Furono i labirinti di tuo padre a lasciarti solo, là, in alto. Altri padri, Icaro, incapaci di creare il mito, divengono pomate per le ustioni dei figli, e proiettano ombre dall'alto sui loro giovani corpi perché non si sciolgano le cere. Altri padri, Icaro, posano sguardi nostalgici sui sogni dei figli e insegnano loro che la spezia del rimpianto (quanto basta) e l'assenza di vertigine sono l'essenza della pietanza, del volo a mezz'aria, che porta lontano. Altri padri, Icaro, non entrano nel mito e rinunciano a un nome sussurrato nei millenni e a vertigini a spirale, perché non sia il figlio vittima sulla croce d'un delirio che chiede un sacrificio salato al dio-mare dei sogni.