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(Redazione) - Amerinda - 05 - Creo (Credo)

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  di Antonio Nazzaro ____ Creo en el abrirse de la ventana cada mañana como una sonrisa amada Creo en no creer en los dioses pero tengo una fe infinita en el otro Creo en no ser una bella persona pero el espejo lo sostengo Creo en el amar a una velocidad vertiginosa como un cantar bajo la ducha Creo en la poesía toda así como no recuerdo los nombres de los poetas Creo en la fuerza de la debilidad como un vestirse de desnudez Creo en las miradas de los ojos y no bajo las persianas del mirar Creo en la ingenuidad de la ignorancia como en el maravillarse Creo en no saber creer pero sé vivir ____ Credo all’aprirsi della finestra ogni mattino come un sorriso amato Credo di non credere agli dei ma ho una fede infinita nell’altro Credo di non essere una bella persona ma lo specchio lo sostengo Credo nell’amare a perdifiato come un cantare sotto la doccia Credo nella poesia tutta come non ricordo i nomi dei poeti Credo nella forza della debolezza come un vestirsi di nudità Credo negli sgua...

(Redazione) - Amerinda - 04 - La guerra? Non finisce mai (Poesia argentina e Malvinas: Un’antologia 1833 – 2022 - Parte Prima)

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  di Antonio Nazzaro A mo’ di prefazione : viviamo  tempi funesti dove la storia e la memoria sembrano non esistere. Molti difendono una guerra condannano un’altra. Pensano che morire da un lato sia differente che morire da un altro lato. Si parla di solidarietà ma non si condanna la violenza nella sua totalità, anzi, oramai viene accettata come elemento o strumento del fare politica, non importa se in uno stato democratico o dittatoriale. Siamo quasi al delirio di “ bombe buone e bombe cattive ”. La poesia argentina sulla storia e guerra delle Malvinas può e deve essere, in questo momento, una riflessione profonda sul presente. È da molto tempo che cerco di scrivere un articolo sulla poesia argentina e le Malvinas; inoltre ho tra le mani un bellissimo libro: Poesía argentina y Malvinas: Una antología (1833-2022) , Ediciones de la FaHCE, 2022. Ma non so perché, ogni volta che mi metto a scrivere, la prima frase che mi viene in mente è questa: la poesia più bella sulle Malvinas...

(Redazione) - Amerinda - 03 - Domingo Alfonso, il poeta dell’uomo comune

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di Antonio Nazzaro Negli anni 50 la Cuba pre-rivoluzionaria vede apparire sulla scena poetica un personaggio che, probabilmente senza volerlo, si trova a costruire un ponte tra l’isola considerata una colonia nordamericana e l’isola che diventerà il simbolo della libertà non solo in America ma in tutto il mondo. Si tratta di Domingo Alfonso, decano della poesia cubana. In un momento di cambiamento epocale Domingo Alfonso sceglie di essere il cantore dell’uomo comune. Domingo, di colore e giovane architetto. Dopo un esordio con una silloge di poesie in rima, già nel 1959 annuncia la sua “sospensione di giudizio” e -allo stesso tempo- un sentire poetico carico di sentimenti profondamente semplici. È un negro: sa chiaramente a che mondo appartiene e, per la sua epoca, è quasi una rarità, frequenta l’università diventa architetto, professione che eserciterà per tutta la vita. (1) I fiumi sono lunghi e tremendi, come frustate, o come serpenti senza fine, o come le pene della razza negra, o ...

(Redazione) - Amerinda - 02 - Roberto Fernández Retamar: la tenerezza della rivoluzione

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  di Antonio Nazzaro Storia, tempo, poesia: giocheremo un’altra volta queste carte. Non so se si usa iniziare un articolo con un’epigrafe però il poeta di cui mi accingo a parlare ha segnato un punto di non ritorno nella poesia cubana. Retamar ha postulato i nuovi luoghi della poesia cubana e messo in crisi le forme della poesia pre-rivoluzionaria. In un breve testo del 1959 intitolato “Altra uscita del Don Chisciotte” afferma: La poesia oramai non si confeziona laboriosamente in matrimoni segreti tra la pagina bianca e il sogno schivo, ma diventa l’incredibile quotidianità della nostra vita” e poi ancora: “negano la libertà e la verità della poesia: gli “enigmi”, si capisca quelli falsi e gratuiti; “le borie barocche; “le bolle del sogno” e la “acute audacie”. E chiude il discorso con questa frase con: “Da subito, all’iniziare l’anno, è iniziato il regno dell’evidenza”. Il primo di gennaio del 1959 Retamar scrive questa poesia: 1   L’altro (Gennaio 1. °, 1959) Noi, i sopravvi...