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(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 44 - La rivoluzione copernicana di Sciascia poeta

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      di Sergio Daniele Donati Di  Leonardo Sciascia  come poeta si parla troppo poco. Eppure tra le anime del famoso scrittore, narratore, giornalista e politico, esiste, forse un po' celata, anche quella che richiama al verso come forma espressiva.  Lo si può cogliere nella raccolta La Sicilia, il suo cuore , pubblicata da Adelphi nel lontano 1997, unitamente ad altro lavoro favolistico-politico  dal titolo Favole della dittatura. E di cuore   la raccolta è densa, e non solo, né tanto, per il richiamo alla terra natia del poeta.  In ognuna delle composizioni infatti un'altra affezione, un altro affetto, emerge patente.  Mi riferisco qui ad un certa descrizione della stasi come elemento sia di stupore che di rivolgimento al sé, a volte in modo angosciato, ma in ogni caso "rivoluzionario".  I luoghi per il poeta, così come spesso i tempi, sono decritti come contenitori di assenza, quasi paradossalmente né oggetti, né del tutto...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 43 - Piccoli spunti di riflessione sul dialogo in poesia e le sue "apocalissi"

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    di Sergio Daniele Donati In occasione dell'uscita - a partire da una domani - della terza serie di dialoghi poetici del laboratorio di Echi di Fedro (qui ogni link alle passate uscite e alle prossime), mi pare interessante dedicare questo mese la mia rubrica Lo spazio vuoto tra le lettere  a qualche mio piccolo spunto di riflessione sulla centralità del dialogo in poesia e le sue apocalissi . "Ogni parola, anche se solitaria e inascoltata, sorge come necessariamente dialogica nelle sue intenzioni" , si dice secondo un antico adagio,  ma la portata di tale detto deve essere a mio avviso ancora compiutamente esplorata.  Nel dire comune, infatti, dialogo è tutto ciò che comporta uno scambio di vedute su un argomento comune.  Due persone si dicono in dialogo quando  l'oggetto delle loro parole e pensieri  sfiora lo stesso argomento, o argomenti limitrofi e vicini.   Questo è sicuramente vero ma contiene in sé una limitazione di campo de...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 42 - Giochiamo con la poesia della "prima parola"

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  di Sergio Daniele Donati Se si accetta un gioco – e le sue regole – quelle stesse regole divengono il campo giochi e allo stesso tempo l'oggetto del gioco .  Per questo, prima di proporvi di giocare con me oggi, devo esplicitare per voi alcune regole, perché possiate accettare di sedervi al tavolo con me, o passare oltre. Eccole: Questo gioco si fonda su un assunto non dimostrabile, anzi filologicamente falso , ovvero che la prima parola della narrazione biblica della creazione (בראשית - Bereshit - comunemente tradotto con all'inizio, o al cominciamento ) sia la prima parola dell'uomo. L'assunto è doppiamente falso: da un punto di vista religioso  perché  per chi è credente la Torah è parola di D.o, non dell'Uomo; da un punto di vista filologico perché si ha ben presente che alcuni testi indiani in Sancrito, ad esempio, possono ben datarsi in periodo antecedente a quello dell'elaborazione del libro della Genesi e la scrittura non è cosa che abbia inventat...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 41 - Brevi riflessioni sulla poesia "Lo sconosciuto" di Aldo Palazzeschi

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di Sergio Daniele Donati Se c'è una declinazione del poetico cara a tutte le stagioni e correnti  –  è un tema che ricorre in quasi tutti i tratti delle grandi penne del Novecento  –  è quella che descrive il rapporto con lo sconosciuto, quando non con l'inconoscibile, nel tentativo di dare alla parola l'ossimorica funzione di descrivere ciò che, nel suo fondo, descrivibile non è. Sconosciuto, indicibile, altrove sono tutte definizioni dell'indefinibile o, quantomeno tracce care al poeta di una consapevolezza diluita, della percezione profonda che esiste sempre un altro da sé i cui contorni e perimetri sono per definizione evanescenti ma, allo stesso tempo, essenziali a chi della parola fa il suo strumento espressivo principe.  Aldo Palazzeschi in una sua celeberrima sua poesia dai tratti lievemente futuristi traccia questa linea sottile con una ineguagliata (e forse ineguagliabile) maestria e ogni volta che mi soffermo su quel testo dal titolo inequivocabile – ...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 40 - Piccole riflessioni laterali sull'etica della parola (prima parte)

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  di Sergio Daniele Donati I A ben vedere, non c'è una grande distanza tra scrivere poesia e osservare del respiro le apnee.  Ogni tentativo di scrittura si situa sul sentiero stretto tra l'esperienza della vita e la sua rielaborazione mediata.  Eppure chi scrive sente necessariamente vibrare tra i suoi segni un afflato vitale che traduce – come può – nei lemmi che poi elegge come degni di posarsi sulla carta.  E ogni tratto di scrittura allo stesso tempo crea mondi e vive l'entropia del limite congenito della parola.  Di questo è ben cosciente il poeta che sa che non esiste lettera che non celi in sé una chiave di nascondimento e, allo stesso tempo, un significante  che in un certo senso non ne nasconda un altro; mille altri. Ciò che spesso viene chiamato stupore , quindi, in poesia altro non è che una sorta di fermata, un momento di stasi che ci permette di stare in contatto con la parola , sia quando scriviamo che come lettori.  Ovviamente ci sono p...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 39 - Le ciglia di D.o (su una poesia di un verso solo di Ronny Someck)

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  di Sergio Daniele Donati Prendere tra le mani un libro di Ronny Someck è sempre un’avventura senza principio né fine, ché la sua espressione poetica, tesa tra un lirismo appena accennato e un’ironia colta e pungente, che tuttavia non perde mai però il delicato filo della apertura – un’ironia, in altre parole, che crea spazi di comunicazione - non lascia mai indifferenti. Se poi il testo in questione è   Le piano ardent (Il piano ardente) uscito in Francia (traduzione di Michel Eckhard Elial, con testo ebraico a fronte) per la casa editrice Bruno Doucey, 2017– l’effetto in me si amplifica. Non posso nascondermi – né  nascondervi – il dato emotivo che un testo simile mi dona permettendomi di creare collegamenti immaginari tra le mie due lingue elettive: l’ebraico e il francese. Ma penso che non sia questo il motivo principale per il quale questo testo mi provoca forti emozioni o, almeno, lo è in una accezione in parte laterale . Due lingue, così distanti tra loro, appai...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 38 - Sinestesie: sull'Opera multimediale "Sette stanze e un epilogo" di Umberto Bombardelli, Antonio Laneve, Vittorio Sedini, Barbara Rabita,Paola Saccoman e Davide Benaglia

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    di Sergio Daniele Donati   In letteratura si definisce come sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo» la figura retorica che consiste nell’associare in un’unica immagine due parole o due segmenti discorsivi riferiti a sfere sensoriali diverse (ad es. voce calda, luce profumata). In realtà il discorso sulla sinestesia non riguarda solamente l'ambito espressivo letterario ma anche quello dell'indagine psicologica ove tali fenomeni (la percezione di un calore in una tonalità di colore, ad esempio) sono analizzati sia nella sfera patologica che extra-sensoriale. Certo è che i sensi comunicano tra loro e, fatta eccezione dei casi in cui il fenomeno porti a veri e propri disturbi percettivi del soggetto, quello della sinestesia è un fenomeno molto interessante, perchè capace di mettere in contatto diretto dominii che, nella nostra smania classificatoria, tendiamo a ignorare o sottovalutare. Assistere alla proiezione del video "Sette stan...