(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 30 - Due brevi note folli - in dialogo metapoetico con poesie di Francesco Scarabicchi
A cura di Sergio Daniele Donati Francesco Scarabicchi ______ (...) Porto in salvo dal freddo le parole, curo l’ombra dell’erba, la coltivo alla luce notturna delle aiuole, custodisco la casa dove vivo, dico piano il tuo nome, lo conservo per l’inverno che viene, come un lume. (Francesco Scarabicchi da Il prato bianco, Einaudi ed. 1997) Che poi, Francesco, freddo e origine della parola coincidano come i lembi di un origami impazzito è forse vero. A noi la cura degli spazi vuoti tra le lettere, in cui si insinua, come lama rovente, il dubbio del silenzio. "Custodia" è parola sacra agli antichi, lo sai; e così io, alle volte taccio, reso inebetito dalla mole del fardello della sentinella. Restare immobili, lasciando solo al ventre la libertà di descrivere un cerchio protettivo e imperfetto -qualcosa deve poter sfuggire alla nostra illusione di controllo - di suoni attorno alla parola che sorge, balbuziente e roca dal magma di un indicibile altrove. Un compito disumano. Eppu