Trittico del Samurai
Sono danze collose in cui il piede fatica a staccarsi da terra e si trascina con la delicatezza del Samurai sulle sabbie d'un ricordo battente. Sono danze senza contatto - senza contratto - in cui la moneta di scambio è la promessa malsana d'un futuro che nega il presente, mentre soccombe sotto l'albero di ciliegio un passato guerriero - la poesia della spada trova sepolcro nella parola d'un aedo cieco e distratto. (...) poi è un passo credere a un corpo di parole sfatte; all'uso improprio dei respiri della vita Di te ricordo lo sguardo mio di allora, ancorato alle tue stelle; l'astronave delle mie labbra sulla via Lattea del tuo collo. Di noi ricordo il suono vacuo, il sonno, ora; una carenza d'ossigeno, una carezza d'addio. Per questo l'elsa divenne rifugio e il fodero certezza. La lama che riposa sogna il non-combattimento come l'alba la luna. E la mano che la forgia non trema mentre recita formule