Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Redazione

(Redazione) - Specchi e labirinti - 38 - "L'orologiaio" - un racconto di Giovanna Alma Ripolo

Immagine
  di Paola Deplano «L’anno moriva, assai dolcemente.» Ecco lo stupendo incipit dell’altrettanto stupendo Il piacere di D’Annunzio. Anche questo nostro 2025 sta finendo, se dolcemente o meno non dipende da noi, ma dai casi della vita e dalla fortuna personale. In questo cambio d’anno speriamo di farvi cosa gradita presentandovi un racconto sul tempo, scritto da Giovanna Alma Ripolo e contenuto nel suo libro Pezzi , edito nel 2024 dalla casa editrice Vintura. L’OROLOGIAIO “ Il tempo è un’invenzione, o è niente del  tutto ” Henry Bergson, L’evoluzione creatrice Era da tempo che Gaetano, che col tempo ci lavorava, se ne stava lì, in quel negozio in cui i  secondi, i minuti e le ore venivano scanditi da una moltitudine di apparecchi, e sempre allo stesso  modo. Faceva l’orologiaio, e dall’apertura alla chiusura stava con quel suo monocolo davanti a un  occhio e con in mano un cacciavite minuscolo, sempre con una piccola lampada puntata su dei  microscopici comp...

(Redazione) - Metricamente (Prontuario di sopravvivenza metrica) - 04 - La cantabilità dell’amore: dissertazioni sulla forma metrica della ballata

Immagine
  Di Ester Guglielmino Perch’i’ no spero di tornar giammai, ballatetta, in Toscana, va’ tu, leggera e piana, dritt’ a la donna mia, che per sua cortesia ti farà molto onore. Tu porterai novelle di sospiri piene di dogli’ e di molta paura; ma guarda che persona non ti miri che sia nemica di gentil natura: ché certo per la mia disaventura tu saresti contesa, tanto da lei ripresa che mi sarebbe angoscia; dopo la morte, poscia, pianto e novel dolore.   Guido Cavalcanti, da Rime, Perch’io non spero… vv. 1-16 Inizia così la più nota ballata di Guido Cavalcanti, il celeberrimo poeta fiorentino che fu personalità centrale, seppur controversa e misteriosa, dello Stilnovismo nonché grande amico di Dante. Appartenente all’alta aristocrazia, a una famiglia di rango ben più nobile rispetto a quella degli Alighieri, fu proprio lui a introdurre il Nostro presso i circoli culturali più in di Firenze. Pare, infatti, che la famiglia di Dante, rientrante nel novero della piccola aristocrazia, a...

(Redazione) - Dissolvenze - 49 - Vareuse

Immagine
  di Arianna Bonino Amleto: Guardate quella nuvola lassù. Non vi pare che richiami la forma di un cammello? Polonio: Sacripante. È un cammello davvero. Amleto: O piuttosto una donnola... Polonio: Infatti, ha la forma di una donnola. Amleto: Ma non pare una balena? Polonio: Tale e quale. Una balena. (William Shakespeare, Amleto, Atto III, scena seconda) Stamattina presto bussano alla porta. Spioncino: solo un cesto di limoni nell’oblò della lente. Chi è stato, lo so. Apro, l’aria è freschissima, piove da stanotte, dal giorno che era, da prima ancora. Gialli, ancora vivi, spruzzati di gocce che si aggrappano sulla scorza brillante. Lavandino: boe gialle che hanno perso la rotta. Graffio, fiuto. A occhi chiusi vedo cose misteriose e lontane, fosfeni di sogno. Correvo tra i muretti a secco, le trecce sfatte, lunghissime. Un sioux col fango sulle guance. In fuga, ridendo di paura, il cuore in gola, e scampavo sempre ai cattivi, visibili e invisibili. Nel fitto trifoglio delle terrazze...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 19 - Il poeta e la sua parola (parte quinta - Somme prima della Sintesi)

Immagine
di Giansalvo Pio Fortunato Arriviamo, dunque, al punto cruciale di questa ricostruzione su un’analiticità in poesia. Lo facciamo tramite il supporto di una riflessione fenomenologica, volta ad equilibrare coerentemente tesi ed antitesi precedentemente espresse. Il presupposto essenziale, in questi termini, è il riconoscimento del potere determinante dell’autore entro l’atto poetico. Un atto poetico non ipostatizzato implica, infatti, la naturalizzazione derivante dall’intendere nel costrutto poetico l’esperienza di linguaggio e l’esperienza percettiva del poeta. Avendo ben chiaro, in tal senso, che, pur nell’unità soggettiva (lo stesso Io nei pressocché stessi momenti di vissuto), l’esperienza di linguaggio non è pienamente compiuta nell’esperienza percettiva e viceversa. Il che significa, naturalmente, che se da un lato la poesia non è definibile nel solo e semplice atto di relazionalità contingente al mondo fenomenico inerito e percepito, dall’altro la poesia non è totalmente estrane...

(Redazione) - Amerinda - 05 - Creo (Credo)

Immagine
  di Antonio Nazzaro ____ Creo en el abrirse de la ventana cada mañana como una sonrisa amada Creo en no creer en los dioses pero tengo una fe infinita en el otro Creo en no ser una bella persona pero el espejo lo sostengo Creo en el amar a una velocidad vertiginosa como un cantar bajo la ducha Creo en la poesía toda así como no recuerdo los nombres de los poetas Creo en la fuerza de la debilidad como un vestirse de desnudez Creo en las miradas de los ojos y no bajo las persianas del mirar Creo en la ingenuidad de la ignorancia como en el maravillarse Creo en no saber creer pero sé vivir ____ Credo all’aprirsi della finestra ogni mattino come un sorriso amato Credo di non credere agli dei ma ho una fede infinita nell’altro Credo di non essere una bella persona ma lo specchio lo sostengo Credo nell’amare a perdifiato come un cantare sotto la doccia Credo nella poesia tutta come non ricordo i nomi dei poeti Credo nella forza della debolezza come un vestirsi di nudità Credo negli sgua...

(Redazione) - Anfratti - 10 - Con tutto il suo Lido

Immagine
  Di Alessandra Brisotto io. Ho prenotato una stanza chiamata appartamento in uno stabile anni sessanta, non lontano dalla spiaggia. Quella spiaggia. Era nuovo e lussuoso, trent'anni fa, ora discreto e démodé. Il letto si stacca come in volo dal fondo dell'armadio e il tavolino della cucina, che funge anche da salotto, camera da letto ed entrata si apre da un lato come a sbocciare. Un appartamento dolciastro e marrone di mobili e piastrelle. Voglio vedere il mare dalla prospettiva giusta, quel mare particolare che al Lido ha un sapore antico e curioso. Voglio vedere alcuni film e quel mare. Tuffarmici. Entrambi effondono un aroma buono, dismesso da qualcuno e ripreso in tempi diversi. Perché il Lido non è Venezia, non ha confini. È un confine esso stesso, un confine aperto. Osservo la gente dentro le sale piene e vuote, la marea alta o bassa, le voci e le onde cariche e scariche, le gonne e la salsedine. Vedo le stole leggere spiccare il volo in alto per poi cadere improvvisame...

(Redazione) - Visioni contemporanee - 01 - A proposito di Valerio Scarapazzi

Immagine
  di Emanuela Maggini (Melita Ruiz) VALERIO SCARAPAZZI : pittore e disegnatore. Nasce a Roma nel 1978; compie i suoi studi presso il Primo Liceo Artistico di Roma in via di Ripetta, dove si diploma brillantemente seguendo soprattutto gli insegnamenti dei docenti Renzogallo e Bruno Conte. Viene scelto per illustrare album musicali di produzione privata spaziando dal bianco e nero al colore e unendo il tratto grafico ad un tocco sensibilmente interpretativo. Espone dal 2002 passando per via Margutta; vince numerosi premi, tra cui Premio Italia per Le Arti Visive (Firenze), Mostra Mercato a Budapest, partecipazioni al Premio Terna a Roma, ed altri numerosi eventi in cui dipinge dal vivo. Utilizza varie tecniche come acquerello, collage, acrilico, pastelli, matite, inchiostri, olio, e diversi supporti tra cui carta, multistrati cartacei, tela. Dalla fine del 2024 si dedica anche alla pittura enoica. Vive e lavora a Roma. Via d’uscita o d’entrata Quanto c’è di surrealista, romantico...