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(Redazione) - Dissolvenze - 45 - Eadem mutata resurgo

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  di Arianna Bonino Jan Peter Tripp, Schneeball ,  2017 (acrilico su carta) -  lo trovate  qui Eadem mutata resurgo È quello che ti dice la conchiglia quando l’orecchio accosti alla spirale un’eco misteriosa che risale di chissà quale lettera in bottiglia. Bambina ben nascosta dalla chiglia di quella barca bianca più del sale nell’ora del vociar delle cicale sentivo quel messaggio in dormiveglia. Chi l’ha affidato al fondo dell’opale non si sa bene cosa dir ci voglia: la voce vien dal buio più abissale. Mai giunge la parola sulla soglia perduta tra le curve del frattale custode di quell’elica di biglia. Malizia di cartiglia: tu credi d’aver colto il suo labiale ma è già diverso, anche se è sempre uguale. (Arianna Bonino)

(Redazione) - Passaggio in Grecia (Το πέρασμα στην Ελλάδα) - 08 - Poesie di Kiki Dimoulà

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      Di Maria Consiglia Alvino   Kiki Dimoulà (Atene, 6 giugno 1931 – Atene, 22 febbraio 2020), nata Vassiliki Radou, è stata una delle voci più importanti della poesia greca contemporanea. Lavora per tutta la vita come impiegata della Banca Nazionale Greca. Esordisce nel 1952 con la collezione «Poesie» e pubblica successivamente «Buio» (1956), «In contumacia» (1958), «Sulle orme» (1963), «Il poco del mondo» (1971), «Il mio ultimo corpo» (1981), «Addio mai» (1988, Premio nazionale di poesia greca) e «Per un attimo insieme» (1998). Con la raccolta «L’adolescenza dell’oblio» (1994, pubblicata in italiano da Crocetti nel 2007) vince il Premio dell’Accademia di Atene. Più volte candidata al Nobel, è stata tradotta in numerose lingue. In Italia, oltre al già citato volume di Crocetti, è disponibile il volume Addio mai. Poesie 1956 – 2016, a cura di Paola Maria Minicucci e Francesca Zaccone, edito da Donzelli nel 2025, che ne raccoglie l’intera produzione.Sorta dalle cen...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 15 - Il poeta e la sua parola (parte prima)

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  di Giansalvo Pio Fortunato   Il poeta è poeta solo in virtù della sua parola: un’espressione d’apertura, questa, che lascia alquanto sconcerti sia deontologicamente parlando, sia generalmente parlando. Eppure, dalla durezza di questa espressione ne nasce il mondo scivoloso che deriva dall’essere in poesia e da un’analitica senza compromessi sulla e per la poesia. In fondo, la parola poetica (il supposto Verbum nelle affermazioni più ritualistiche ed assolutiste del fare poesia) rende il mistico il corpo limitato della parola e lo fa di un misticismo assolutamente de-miracolato, assolutamente affrontabile in ogni ragionevole dubbio. Quando si affronta un miracolo, infatti, per chi crede l’assegnazione di un causalismo di fede, che per i non credenti è esercizio di superstizione, rende estremamente appagata la ricerca di una motivazione o, quantomeno, di un’analitica pervasiva. In fondo, ciò che dovrebbe essere posto come oggetto d’indagine diventa mezzo che ratifica e ...

(Redazione) - Anfratti - 06 - La tenda è spostata a destra

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  di Alessandra Brisotto La tenda è spostata a destra, raccolta a spirale intorno alla maniglia della portafinestra. Non è sempre così, soltanto adesso per vedere ciò che accade fuori. Dalla mia angolatura posso scorgere il muro del balcone, con i rigagnoli di intonaco intagliato e due manici di scopa, la parte alta di un secchio e il confine tra l’orlo della stoffa interna e il vetro esterno. Sarebbe un esiguo panorama, se non fossi dotata di immaginazione, la parte più forte e energica dell’illuminismo, quella per anni dimenticata, la spinta di furore creativo che sposta le impostazioni rigide, scosta le tende, assorbe il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra per sagomarne un uomo e una donna. Già nelle civiltà precolombiane gli esseri umani erano composti di fango, modellati dallo stesso creatore che li aveva poi fatti sciogliere attraverso le infinite dita della pioggia. Tocco con gli occhi e con le mani della fantasia l’albero sotto casa. So che c’è, anche se non lo vedo ades...

(Redazione) - Genere In-verso - 23 - A proposito di Piero Ciampi

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  di David La Mantia Piero Ciampi era tutto quello che si immagina dei poeti: una vita amara ed agra , per dirla con Bianciardi, il contrasto tra l'immaginazione creatrice e il dolore di sapersi gretti e meschini, il non saper essere altro che questa incapacità di vivere, questa inettitudine all'esistenza, il sarcasmo su di sé ed il mondo, un cinismo portato all'estrema potenza, farcito talora dalla violenza. E tutto stretto, ingabbiato nel narrare l'abitudine: svegliarsi, maledire quel risveglio, andare, camminare, lavorare, mangiare, bere. Fare i bisogni, fare sesso. Maledire chi ti infelicita  la giornata. Campare, insomma. Senza accorgersi dell'amore. In un mondo senza amore e senza speranza. Piero Ciampi era un Modigliani fuori del tempo, uno nato nella città strampalata per eccellenza, Livorno, di fronte alla casa natale del pittore novecentesco maledetto per antonomasia. Uno a cui il destino aveva giocato un brutto scherzo. Bohème ? Certamente. Ma quasi un ...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 45 - Il senso profondo di un titolo #1

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di Sergio Daniele Donati Questa rubrica ha un titolo preciso — Lo spazio vuoto tra le lettere — e quel titolo, forse, è l'unico elemento comune, il vero trait d'union , tra gli articoli che ospita. Mi rendo conto, tuttavia, di non aver mai spiegato i motivi di quel titolo, essendo io condizionato fortemente dall'idea dittatrice che certe cose non vanno spiegate ma lasciate comprendere dalla pratica del lettore. Qui vi dico solo che tra ogni lettera dello alfabeto ebraico — ma anche di tanti altri alfabeti — c'è uno spazio preciso ed è uno spazio-tempo di silenzio che dovrebbe servire all'interprete/lettore/ermeneuta da un lato la rielaborazione di ciò che ha appena letto, dall'altro la ricarica energetica per poter proseguire nella lettura. Quando si leggono certe lingue che prevedono infiniti momenti di pausa la lettura diventa dunque una sorta di danza dai ritmi e passi sincopati , in cui è sempre presente un accento al ritorno.  Perchè al ritorno ...

(Redazione) - Dissolvenze - 44 - To baa or not to baa

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  di Arianna Bonino James Ensor , Squelettes se disputant un hareng saur , 1891.  Bruxelles, Musées royaux des Beaux Arts de Belgique  (lo trovate a questo  link ) To baa or not to baa Chissà il poeta in casa come vive, se prima di parlare sceglie il verbo tra gli aulici vocaboli e superbo si vanta per le dette iniziative. Nel traffico al mattino le invettive sono volgari termini col nerbo di chi bestemmia senza alcun riserbo o suonan come liriche missive? Ragiona in rima mentre fa la doccia? Magari quella goccia si fa stilla e terge – mica asciuga – gambe e braccia! Ma forse è solo quando lui barcolla dopo i bagordi, passata la bisboccia, che l’animo suo puro viene a galla: lo spirito o l’ingrulla e allora s’odon barbari belati o svela infine nobili i suoi afflati. ( di Arianna Bonino )

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 14 - Può il poeta vivere di sola parola?

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di Giansalvo Pio Fortunato   Può il poeta vivere di sola parola? È questa, presumibilmente, la domanda più astrusa ed ancestrale per una fisiologia dei significanti in poesia. Ed è la domanda più difficile da collocare, perché pone essenzialmente in essere due presupposti, che non sono così immediati in una considerazione complessiva attorno alla poesia. nella poesia è la parola a trionfare; non la lingua. ogni ontologia, in poesia, è composta nel e dal linguaggio. Questi due essenziali nuclei tematici guideranno, per diverso tempo, la riflessione su un’analitica in poesia. Un’analitica che, nel dettaglio, non è né terminologica, né linguistica, né proposizionale. Si sofferma, piuttosto, sul sapersi insediare nel corpo poetico per sviscerarlo, pur tenendo conto delle disambiguazioni di fondo che se ne generano. Perché il campo poetico, in fondo, è campo ambiguo: è sterrato viscido che, continuamente, dà parvenza di aver raggiunto un’orma pulita e pura, quando in realtà ha se...

(Redazione) - Amerinda - 03 - Domingo Alfonso, il poeta dell’uomo comune

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di Antonio Nazzaro Negli anni 50 la Cuba pre-rivoluzionaria vede apparire sulla scena poetica un personaggio che, probabilmente senza volerlo, si trova a costruire un ponte tra l’isola considerata una colonia nordamericana e l’isola che diventerà il simbolo della libertà non solo in America ma in tutto il mondo. Si tratta di Domingo Alfonso, decano della poesia cubana. In un momento di cambiamento epocale Domingo Alfonso sceglie di essere il cantore dell’uomo comune. Domingo, di colore e giovane architetto. Dopo un esordio con una silloge di poesie in rima, già nel 1959 annuncia la sua “sospensione di giudizio” e -allo stesso tempo- un sentire poetico carico di sentimenti profondamente semplici. È un negro: sa chiaramente a che mondo appartiene e, per la sua epoca, è quasi una rarità, frequenta l’università diventa architetto, professione che eserciterà per tutta la vita. (1) I fiumi sono lunghi e tremendi, come frustate, o come serpenti senza fine, o come le pene della razza negra, o ...

(Redazione) - Anfratti - 05 - Soldati

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  di Alessandra Brisotto I soldati hanno braccia e gambe lunghissime, trattenute da un elmo di forma rotonda da cui si irradiano i fili di comando. Questi ultimi sono sottesi e controllati a loro volta da una o più mani, che dall’alto, scuotendoli, li fa sussultare ed agire in una qualche direzione. Se un soldato osa disubbidire agli ordini si macchia di un atto abominevole: la diserzione, le cui conseguenze possono essere mortali. Proprio nel momento del trancio dei fili il povero soldato si rende conto che da essi provengono tre canali fondamentali: quello dell’aria, del nutrimento e della comunicazione. Il quarto, e l’unico che rimane attivo anche in conseguenza di una diserzione, è il canale dell’amore, in quanto impossibile da eliminare. Per risolvere questo vergognoso problema, un errore tutto umano, si stanno svolgendo ricerche costosissime e, si spera, fruttuose. Comunque, pare che si sia sulla buona strada, soprattutto grazie alla collaborazione dell’intelligenza arti...