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Tre poesie "genovesi" di Francesco Macciò - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Francesco Macciò , poeta ligure di grande spessore ed esperienza, ci ha fatto dono  di tre poesie scritte nella lingua musicale e nostalgica della sua citta: Genova; ne siamo davvero lieti ed onorati.  Il poeta qui costruisce attorno a una lingua poetica che si muove appunto tra il genovese e l’italiano, una tensione che non è mai meramente traduttiva, ma sempre dialettica, identitaria e fonica.  Le tre poesie qui presentate — Dal bar, A lengua, Bêuga tam-bêuga — offrono un percorso che va dalla scena urbana , all’ intimità linguistica , fino alla quasi-allucinazione simbolica , mantenendo però una coerenza stilistica fondata su ellissi, iterazioni e immagini taglienti, quasi a tratti scorticanti. Analizziamole separatamente. Dal bar La poesia si apre con un frammento di dialogo diretto, in genovese, che già contiene il nucleo tematico: la pioggia come condizione esistenziale, la mancanza di riparo, l’invocazione al cielo . Il bar diventa luogo di stasi e d'attesa , ...

Sei poesie inedite di Alessandra Paganardi - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Davvero lieti ed onorati di poter accogliere su Le parole di Fedro  sei poesie inedite di Alessandra Paganardi , poeta milanese che certo non ha bisogno di presentazioni.  Come potrete verificare, i sei inediti delineano un itinerario lirico coerente, ma mai monolitico, e stratificato, dove la memoria affettiva, la perdita, il tempo e la trasfigurazione simbolica degli oggetti quotidiani si intrecciano in una voce poetica intima e riflessiva. Il lessico, poi, alterna concretezza e rarefazione, con immagini che oscillano tra il dato biografico e la sua sublimazione metafisica. Il vestito blu e Il cappello azzurro ruotano attorno a oggetti indossati, con richiami evidenti al registro sensibile della vista ( colori ), che diventano emblemi della memoria e della relazione: il primo è un drappo che si dissolve nel bosco, il secondo un cappello che sigilla una sorta di passaggio generazionale . Entrambi i testi mostrano una tensione tra presenza e assenza, con una sintassi fluida...

"L'immanenza del gesto poetico" - a proposito de "La gioia elementare" (Luigi Pellegrini Editore, 2025) di Ivan Fedeli - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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La raccolta La gioia elementare di Ivan Fedeli (Luigi Pellegrini Editore, 2025) si configura, ad avviso di chi qui vi scrive, come un’opera di lirica-pensante , dove appunto il poeta, in un quotidiano che si situa tra il simbolico ed il reale, riesce  a descrivere un proprio spazio interiore quasi-ontologico.  In evidente, anche se sotteso, costante dialogo con autori anche storicizzati della poesia italiana ed europea del Novecento, Fedeli costruisce qui una poetica dell’essenziale, fondata sulla minuziosità del gesto e su una certa salita verticale del linguaggio adottato e degli artifici retorico-ritmici eletti.  È parso a chi vi scrive di sentire, leggendo le raccolta, riecheggiare voci del Novecento storicizzato, in un confronto morbido e dialettico con autori come Caproni, Sereni, Loi,  Rilke e, sicuramente, molti altri. Ogni componimento della raccolta è, infatti,  un’entità autonoma di senso, formalmente e interiormente compatta, in un richiamo costa...

A proposito di "Il mondo come un clamoroso errore" (Pietre Vive Editore, 2017-2024) di Paolo Polvani - nota di lettura di Carlo Di Legge

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  Quando il piccolo volume di poesia di Paolo Polvani compare alla vista, lo fa senza dare nell’occhio; poi invece sùbito s’impone con una sua eleganza, emerge quasi come un retrogusto, con pregi dati anche dalla semplicità. Però già il titolo dichiara tutt’altre intenzioni, si potrebbe tentare di parafrasarlo con un altro titolo comunque noto, Il mondo alla rovescia . Ma sarebbe troppo breve, forse non un titolo abbastanza espressivo, esplicito, alla Polvani: l’errore, che il mondo è, dev’essere clamoroso . Infatti c lamoroso errore è espressione d’uso comune, ma con accentuazione più che lieve, che tien fede al linguaggio e al senso che l’autore ha confermato per tutte le sue pagine folte, generose di versi (5-40). Egli dichiara quindi, immediatamente, le proprie intenzioni: afferma come valori l’amicizia disinteressata, l’amore, la vita; compatisce il dolore dell’umanità e fa guerra al senso comune, quello cattivo perché la sua azione poetica, pur calcando a volte su certe par...

(Redazione) - Estratto da "Prima dell’estate e del tuono" di Luca Pizzolitto (peQuod, 2025 – con prefazione di Gianfranco Lauretano) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Leggendo la magnifica ultima raccolta di  Luca Pizzolitto dal titolo " Prima dell’estate e del tuono " (peQuod, 2025 – si segnala a rafforzarne la bellezza la stupenda prefazione di Gianfranco Lauretano), si ha la netta impressione che essa rappresenti un punto di non ritorno nella poesia del poeta, in cui sacro, silenzio e mistero della parola divengono gli assi centrali di un particolare movimento a spirale (verso il centro) che si può percepire leggendo l'intera opera.  Il titolo stesso evoca un senso di profonda  sospensione,  di attesa di una qualche rivelazione, descritta a tratti coi suoi effetti esplosivi, e altrove con una delicatezza che commuove. Quella di Pizzolitto  è qui una poesia da un lato sobria e poco enfatica, che non cade mai nei tranelli di una lirica meramente autocelebrativa, e dall'altro fatta anche di ritmi apparentemente sincopati , in cui pause e ripetizioni, accentuate da una netta carenza di interpunzione, hanno un ruolo centrale...

Poesie inedite di Marco Sbrana - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Siamo molto lieti di pubblicare alcune poesie inedite di Marco Sbrana , giovanissimo poeta e vivace e promettente critico, su Le parole di Fedro . Come vedrete sono poesie che lasciano poco spazio agli eccessi di una mediazione lirica e simbolica eccessiva, ma che, al contrario cercano nella necessaria crudezza di alcuni passaggi sia contenutistici che linguistici l'effetto di ancorare il lettore ad una realtà privata di inutili fronzoli descrittivi. Sono quindi poesie che manifestano una ricerca di un vero cui strappare i suoi veli protettivi, più che da ri-velare e che, quindi, non possono non poggiare su un dato anche etico preponderante e importante. Sicuramente pare a chi qui vi scrivere di poter scorgere tra i versi di Marco Sbrana una sorta di promessa di continuare a ricavare dalla parola il vero che emerge quando si evita di giocare eccessivamente con essa e, al contrario, ci si sa abbandonare a un dire che è trascinato dal flusso di una costante osservazione sul reale,...

Estratto dalla raccolta inedita "All' uomo azzurro" ("Dla błękitnego mężczyzny") di Izabella Teresa Kostka - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  È sempre un grande onore – e motivo di grande responsabilità – ricevere da una poeta la possibilità di leggere e pubblicare in estratto una sua raccolta ancora del tutto inedita. Questo perché in un certo senso l'occhio che si addentra in territori ancora del tutto inesplorati porta con sé anche l'onere del maggior rispetto che si deve tributare alla spontaneità di un dono puro e importante.  Se poi i versi che si ricevono nascono in una lingua che – ed è una grave pecca – non si conosce e ci si affida alla traduzione della stessa poeta, oltre al senso di responsabilità si vive una sensazione necessariamente dialogica in cui il lettore si pone all'ascolto, oltre che dei significanti che ricava da versi italiani , di suoni, così come li immagina,   in gran parte sconosciuti. E in questo gioco di scatole cinesi, di matrioske, ancora di più la piacevole sensazione di lettura si è amplificata nel caso specifico perchè i versi di  Izabella Teresa Kostka sfiorano co...