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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

(Redazione) - Metricamente (Prontuario di sopravvivenza metrica) - 02 - Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare

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  A cura di Ester Guglielmino II. Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare. Sì, lo so, l’estate non è certo la stagione migliore per affrontare argomenti “metricamente scottanti”, tanto più che la calura agostana sembra piuttosto invitare al ritmo facile e lesto della sempreverde macarena. Eppure, la cadenza bimensile di Metricamente mi sorprende, di fatto, nel pieno delle ferie con tanto di panama di paglia e occhiali da sole, determinata - nonostante tutto - a intraprendere fughe “prontuarie” che - si spera - risultino chiare, rapide e leggere. Così - rimandando a contesti ben più freschi le incursioni tra sonetti, ballate, canzoni e le occasionali parentesi sui sistemi quantitativi greco/latini - affronteremo oggi alcune questioni metriche basilari, partendo da ciò che è così semplice da poter essere dato quasi per scontato, se non fossimo nell’ambito di un prontuario - appunto - e col ventilatore acceso che sventola a picco sul capo. Abbi...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 46 - Tacitazioni (in prosa poetica)

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  di Sergio Daniele Donati Accade – e lo fa senza grandi annunci – che l'estate arrivi  e la mente e il cuore si volgano all'idea di un meritato riposo. E in questa necessità di sospensione senza ritorno,  di stasi e dilatazione dei tempi, viviamo un po' tutti,  chi con piacere profondo, chi con ansia e sofferenza.  Eppure, nemmeno allora, la voce bambina tace. Saltella – intuizione appena accennata, inchiostro ancora da mettere nel pennino.  Saltella e bisbiglia – richiamo per uccelli, mano tesa verso il vuoto. Io resto qua, ad ascoltare il canto malinconico di un abbandono annunciato,  dietro le coltri umide di un pensiero troppo antico per trovare parola e ascolto. Resto qua consapevole che, quando la tacitazione viene dall'alto, non resta che coprirsi i volti  con un manto di lino, lacero e sacro. Perché il sacro che non ha nome ha la forma dello strappo della definizione del sé per differenza, di una "Tzade"   (1) tatuata sul braccio. "...