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A un giovane imputato

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Ieri ho sfiorato un'altra volta la barba d'Odisseo; parole alte dedicate forse alla voce nascosta di ciò che non torna. Ma nel fascicolo, oggi, c'eri tu, e i tuoi occhi troppo neri per non ricordarmi quelli di mio figlio, troppo persi perché  non ci vedessi i miei di allora. Il Mito che spesso usiamo per nasconderci alla vita era oggi lì, tra i fogli di quel fascicolo, a raccontarmi quali sirene t'abbiano spezzato il respiro. Io non so esser chiglia, né sono albero maestro, ma potrei farmi per te zattera o remo - se mai vorrai remare.  Ora, però, ti prego smetti di guardarmi negli occhi; posso difendere Il tuo diritto al futuro solo se evito la memoria di ciò che sono stato a un passo dal diventare. Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati

Maschere

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“In fondo progettiamo tutti le nostre piccole strategie per restare in piedi”.  Lo pensavo tra me e me prima, mentre studiavo una sbrodolata di documentazione per l'udienza di domani. Mi chiedevo cosa potesse portare una persona a costruirsi un'immagine di sé così lontana dalla sua realtà quotidiana.  E per cosa, poi? Poche migliaia di euro in più in banca giustificano una scelta così radicale?  Non entro nei dettagli per non farvi addormentare, ma davvero un caso anomalo, dai profili sia penali che di diritto commerciale delicati.  È in verità il profilo umano che mi “disturba”; è ciò che si legge tra le righe di un'esistenza al limite della finzione a suonarmi dissonante.  “si può davvero fingere di esistere?”. Lette le carte, pare di sì. Io lo trovo terribile, ma è possibile.  L'aspetto tecnico della questione è tutto sommato semplice e non del tutto irrisolvibile. Finito il processo, mi chiedevo cosa resterà della necessaria ricostruzione di una p

L'avvocato va

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In attesa del dispositivo di sentenza l'altro giorno, mi chiedevo cosa fosse quel lieve disagio. Aveva una collocazione precisa nel mio corpo. Si manifestava come una sorta di piccola vibrazione a livello della clavicola destra; un battito, una pulsazione che faceva cucù alla mia coscienza con ritmo sincopato. E portava con sé pensieri; e portava via da me pensieri. Sono uscito un attimo dall'aula per respirare le polveri sottili di Milano (quelle sì che fanno bene). Poi il cancelliere è venuto a cercarmi. “Avvocato l'aspettano per leggere il dispositivo”. Sono rientrato di malavoglia. L'esito era scontato; l'aveva combinata troppo grossa e la sua recidiva certo non lo agevolava. “Carcere”, avevo previsto. E carcere è stato. “Sì, sì, faremo l'appello. Ci sentiamo presto”, ho bofonchiato distratto al condannato, e sono uscito dal Tribunale. Avrei voluto tornare a piedi in studio; Milano era davvero radiosa. Ma dopo qualche metro ho s

El m'è mestee (il mio lavoro)

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Se c'è una cosa che del mio lavoro adoro è il suo essere barriera contro le visioni assolute del mondo. Sempre più spesso si leggono interventi di sociologi che spiegano il mondo "solo" in chiave sociologica, di psicoanalisti che lo fanno solo in chiave psicoanalitica, di pedagoghi che lo fanno solo in chiave pedagogica; per non parlare del mondo della religione, della meditazione (che pure pratico e insegno) e delle nuove discipline olistiche da guru.  Persino i linguisti sembrano ridurre spesso tutto a linguaggio. Che poi tutto sia linguaggio è altra questione, che qui non vorrei affrontare.  Noto, in altre parole, una certa difficoltà a passare da un registro interpretativo all'altro; si ricerca una risposta unica, sempre valida, inconfutabile. Il diritto, pur avendo un evidente anelito all'assoluto, sia esso il senso di giustizia o la percezione della sacralità della difesa, o latro, insegna al contrario a valutare sempre ciò che è "l'

L'avvocato pensa

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Messa  in si minore J.S. Bach BWV 232 "Avvocato è con noi, è pronto?", mi chiede il giudice.  Alzo lo sguardo da gufo che prepara la mia discesa in udienza, la maschera che spesso indosso per nascondere l'evanescenza dei miei volti e dei miei pensieri di fronte ai destini di giovani vite.  "Sì certo, dottoressa, quando vuole...".  "Avrà avuto poco tempo per leggere la relazione dei servizi, avvocato. È stata depositata in ritardo solo l'altro ieri. Ha bisogno di qualche minuto per rileggerla?"  "No, grazie dottoressa. Mi è tutto chiaro, possiamo anche cominciare l'udienza".  Il mio sguardo non è più da gufo ora, ma da falco; ho puntato la preda e mi è chiaro che non mi può sfuggire.  Maschera anche questa, pesante maschera; e una leggera sensazione di onnipotenza che mi prende le rarissime volte in cui percepisco la certezza della mia vittoria.  "Bene, allora cominciamo".  Il resto è come

Meditazione sul treno del ritorno

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L'avvocato si siede felice. Ne ha salvato un altro, a Marcaria, un paese di mille abitanti vicino a Mantova. Chiude gli occhi. Sempre più stanco. Il treno lento culla i suoi pensieri. O sono i suoi pensieri a rallentare il ritmo della locomotiva sulle rotaie? E il ricordo del maresciallo dei Carabinieri che lo aveva ringraziato, stritolandogli la mano, gli strappa un sorriso.  Poi il volto del ragazzo, sfidante ma fragile, che gli chiede se andrà tutto bene. "Certo che andrà bene" , aveva detto. Ma poi cosa mai è il bene per un ragazzo di 16 anni con quel passato famigliare addosso?  L'avvocato non lo sa. E i vecchi al bar che bevono un bianchino e l'avvocato ci entra in contatto quasi fosse un extraterrestre in un Saloon di un film western. Poi si ricorda di suo padre e della Modena che gli vibrava nel cuore e nelle parole. E si ritrova a parlare in modenese coi vecchi, che gli raccontano la loro vita, mentre il cinese titolare del bar sorr

Il treno delle emozioni

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Il treno va, e porta l'avvocato stanco verso quell'interrogatorio in quei di Mantova. Lento, va il treno regionale, come lenti sono i pensieri dell'avvocato. Ed ogni casa che incrocia è un pensiero, un ricordo dei propri errori, come in sequenza. I "dovevo dire", i "dovevo tacere", i "dovevo fare", i "dovevo astenermi dal fare", professionali e non, scorrono inesorabili nella mente dell'avvocato, stanco.  Ognuno come una piccola puntura su una pelle troppo sensibile, troppo sensibile. Ed è come ripercorrere tutta la propria vita, costellata di inciampi, cadute, risalite, ricadute, progetti, sogni realizzati e racconti rimasti nel cassetto. Il treno va e l'avvocato stanco pensa al suo assistito, alla lista dei suoi errori, per quella giovane età, già troppo lunga. Il treno va e taglia lento campagne, paesini fatti di rotaie e quattro abitanti, e poi ancora campagne e case sperdute che allungano la lista del

L'avvocato è stanco (nature boy)

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Il colloquio col giudice era stato stimolante e proficuo. Avevo usato ogni arma a mia disposizione per far passare come sostenibile quell'assurda mia linea difensiva. E, dallo sguardo che la dottoressa aveva posato nei miei occhi, avevo intuito che un qualche barlume di dubbio ero riuscito a seminarlo. Ma lei continuava a guardarmi, anche quando avevo smesso di parlare. Uno sguardo enigmatico, di chi ne ha viste tante, forse troppe. Solo i giudici, anzi solo i migliori tra loro, sanno tenere quello sguardo. E io, nonostante i miei trent'anni di arti marziali, i miei discorsi sullo sguardo del samurai e sulla capacità di chiudere gli occhi quando necessita, mi ero sentito nudo e inerme di fronte ai suoi occhi. Mi ero limitato a tacere, guardandola come un bimbo guarda una mamma arrabbiata dopo aver commesso qualche marachella. "Avvocato, ho capito", aveva detto, "e le prometto di valutare con attenzione le sue parole. Non tema. Ci sono ancora dei punti

I motivi di cui sopra

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Pubblico ministero : ...per i motivi "di cui sopra" chiedo la conferma dell'arresto e la misura cautelare della detenzione presso il carcere minorile. Avv. Donati : per i motivi di cui sopra parrebbe quella del PM una richiesta quasi scontata. Ma siamo davanti al Tribunale dei Minori e i "motivi di cui sotto" pesano altrettanto, se non di più. E non si può dimenticare la funzione che, anche al PM, il diritto minorile assegna nella formazione e anche nella rieducazione di un ragazzo. Resto sempre più perplesso, dottoressa, di fronte a questo uso del diritto incapace di considerare le motivazioni ad agire, anche in maniera criminosa. Mi inorridisce la completa assenza di valutazione dell'humus famigliare e ambientale da cui un comportamento criminoso minorile scaturisce. E ancor più resto attonito di fronte all'uso della carcerazione preventiva come strumento punitivo, soprattutto di fronte a rei confessi di sedici anni. Per questi motivi, di cui so

Dialogo

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Maestro Immaginario Prima di parlare con loro guardali negli occhi in silenzio per un istante. Allievo L'ho fatto, Maestro, l'ho fatto. Lo faccio sempre. Maestro Immaginario E... Allievo Avevano sguardi persi, sfidanti, strafottenti, violenti, bui, cupi, impauriti, respingenti. Avevano sguardi aggressivi, fissi, vuoti, inossidabili. Maestro Immaginario E poi cosa hai fatto? Allievo Per un solo battito di ciglia ho chiuso gli occhi. Era troppo, anche per me. Maestro immaginario E poi? Allievo Poi ho riaperto gli occhi. Maestro immaginario E... Allievo (con le lacrime agli occhi) Avevano lo sguardo da bambini impauriti. Poi è iniziata l'udienza di convalida dell'arresto al Tribunale dei minori