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Vocebianca

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  dal Museo Archeologico di Atene - Testa di ragazzo foto di Sergio Daniele Donati Una  vocebianca sottopelle nel silenzio atavico  e famelico della casa.  Il muro a secco trasudava esperienze  attorno alla mia brama  di pergamene. E, se ora taccio,  è perchè il segreto non sia secreto dalle ghiandole  di una condivisione impossibile. Gli arti inferiori scricchiolavano i loro legni al vento e l'iride si infiammava per quella scritta: (1) Ora mi chiedi perchè io non parli e cerchi di estrarre dai miei silenzi un senso al tuo bisogno di parola. Ma io ho sognato quel sogno e,  se ora parlassi, sarebbe la lingua incomprensibile delle pietre a raccontarti di un uomo che muore. _____ (1) -   Uno dei primi versetti della Genesi (trad.:  e un vento divino planava sui volti delle acque ) _______ Testo - inedito 2025 -  di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Dissolvenze - 45 - Eadem mutata resurgo

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  di Arianna Bonino Jan Peter Tripp, Schneeball ,  2017 (acrilico su carta) -  lo trovate  qui Eadem mutata resurgo È quello che ti dice la conchiglia quando l’orecchio accosti alla spirale un’eco misteriosa che risale di chissà quale lettera in bottiglia. Bambina ben nascosta dalla chiglia di quella barca bianca più del sale nell’ora del vociar delle cicale sentivo quel messaggio in dormiveglia. Chi l’ha affidato al fondo dell’opale non si sa bene cosa dir ci voglia: la voce vien dal buio più abissale. Mai giunge la parola sulla soglia perduta tra le curve del frattale custode di quell’elica di biglia. Malizia di cartiglia: tu credi d’aver colto il suo labiale ma è già diverso, anche se è sempre uguale. (Arianna Bonino)

(Redazione) - Passaggio in Grecia (Το πέρασμα στην Ελλάδα) - 08 - Poesie di Kiki Dimoulà

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      Di Maria Consiglia Alvino   Kiki Dimoulà (Atene, 6 giugno 1931 – Atene, 22 febbraio 2020), nata Vassiliki Radou, è stata una delle voci più importanti della poesia greca contemporanea. Lavora per tutta la vita come impiegata della Banca Nazionale Greca. Esordisce nel 1952 con la collezione «Poesie» e pubblica successivamente «Buio» (1956), «In contumacia» (1958), «Sulle orme» (1963), «Il poco del mondo» (1971), «Il mio ultimo corpo» (1981), «Addio mai» (1988, Premio nazionale di poesia greca) e «Per un attimo insieme» (1998). Con la raccolta «L’adolescenza dell’oblio» (1994, pubblicata in italiano da Crocetti nel 2007) vince il Premio dell’Accademia di Atene. Più volte candidata al Nobel, è stata tradotta in numerose lingue. In Italia, oltre al già citato volume di Crocetti, è disponibile il volume Addio mai. Poesie 1956 – 2016, a cura di Paola Maria Minicucci e Francesca Zaccone, edito da Donzelli nel 2025, che ne raccoglie l’intera produzione.Sorta dalle cen...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 15 - Il poeta e la sua parola (parte prima)

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  di Giansalvo Pio Fortunato   Il poeta è poeta solo in virtù della sua parola: un’espressione d’apertura, questa, che lascia alquanto sconcerti sia deontologicamente parlando, sia generalmente parlando. Eppure, dalla durezza di questa espressione ne nasce il mondo scivoloso che deriva dall’essere in poesia e da un’analitica senza compromessi sulla e per la poesia. In fondo, la parola poetica (il supposto Verbum nelle affermazioni più ritualistiche ed assolutiste del fare poesia) rende il mistico il corpo limitato della parola e lo fa di un misticismo assolutamente de-miracolato, assolutamente affrontabile in ogni ragionevole dubbio. Quando si affronta un miracolo, infatti, per chi crede l’assegnazione di un causalismo di fede, che per i non credenti è esercizio di superstizione, rende estremamente appagata la ricerca di una motivazione o, quantomeno, di un’analitica pervasiva. In fondo, ciò che dovrebbe essere posto come oggetto d’indagine diventa mezzo che ratifica e ...

(Redazione) - Anfratti - 06 - La tenda è spostata a destra

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  di Alessandra Brisotto La tenda è spostata a destra, raccolta a spirale intorno alla maniglia della portafinestra. Non è sempre così, soltanto adesso per vedere ciò che accade fuori. Dalla mia angolatura posso scorgere il muro del balcone, con i rigagnoli di intonaco intagliato e due manici di scopa, la parte alta di un secchio e il confine tra l’orlo della stoffa interna e il vetro esterno. Sarebbe un esiguo panorama, se non fossi dotata di immaginazione, la parte più forte e energica dell’illuminismo, quella per anni dimenticata, la spinta di furore creativo che sposta le impostazioni rigide, scosta le tende, assorbe il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra per sagomarne un uomo e una donna. Già nelle civiltà precolombiane gli esseri umani erano composti di fango, modellati dallo stesso creatore che li aveva poi fatti sciogliere attraverso le infinite dita della pioggia. Tocco con gli occhi e con le mani della fantasia l’albero sotto casa. So che c’è, anche se non lo vedo ades...

(Redazione) - Genere In-verso - 23 - A proposito di Piero Ciampi

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  di David La Mantia Piero Ciampi era tutto quello che si immagina dei poeti: una vita amara ed agra , per dirla con Bianciardi, il contrasto tra l'immaginazione creatrice e il dolore di sapersi gretti e meschini, il non saper essere altro che questa incapacità di vivere, questa inettitudine all'esistenza, il sarcasmo su di sé ed il mondo, un cinismo portato all'estrema potenza, farcito talora dalla violenza. E tutto stretto, ingabbiato nel narrare l'abitudine: svegliarsi, maledire quel risveglio, andare, camminare, lavorare, mangiare, bere. Fare i bisogni, fare sesso. Maledire chi ti infelicita  la giornata. Campare, insomma. Senza accorgersi dell'amore. In un mondo senza amore e senza speranza. Piero Ciampi era un Modigliani fuori del tempo, uno nato nella città strampalata per eccellenza, Livorno, di fronte alla casa natale del pittore novecentesco maledetto per antonomasia. Uno a cui il destino aveva giocato un brutto scherzo. Bohème ? Certamente. Ma quasi un ...

Quando crolla il figlio

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Foto di Sergio Daniele Donati Quando il figlio crolla tutto diviene colpa; anche scrivere  questa poesia; anche non scriverla. _______ Testo inedito 2025 di Sergio Daniele Donati 

A mio figlio

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A mio figlio Gabriel, al bimbo che fu «Bianca la luce, papà, bianca», dicevi con voce bambina, mentre la stanza si riempiva di striature ocra e indaco.  E non sapevi ancora con quel tuo dire infante di un promessa dura da mantenere. Era lenta, collosa e inconsapevole la discesa del sacro nel tuo mondo di allora. Restai afono e commosso ad ascoltare il suono di quella tua intuizione lontana, che aveva il metro preciso e inesorabile di una scrittura antica e piana. Ricordo ancora  il nostro scambio  di sguardi e la dolce armonia  di una sospensione del tempo nello spazio da te circoscritto con quel tuo timbro cristallino. Ora però è l'ora  del tuo ritorno e forse, se ti volgi a quel ricordo, non sarà difficile  per te riconoscere in quella tua promessa la benedizione da te ricevuta dal dio burlone   che allora risiedeva nel tuo sorriso  mezzo sdentato e ironico. Ora è l'ora  che anche io torni e mi sieda accanto a te  a contare le gocce d...

Il Poeta e la mistica della Creazione

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Particolare da un'opera di Giovanni Fattori La parola si voltava verso il suo oggetto  con sdegno adolescente. Parola in rivolta, incapace di taglio del cordone ombelicale col regno del suono. Il primo stridio - una glassa di silenzio crepato al centro - fu canto dell'ipotesi, un passaggio su muschi mai calpestati, in eterna penombra. Guaina su guaina  e il fischio della poiana - si spezzava allora l'unità dei cieli in tangram mai ricomponibili. Gli uccelli furono creati  prima del primo respiro dell'Uomo la cui cieca miopia ha bisogno del frammento per intuire il tutto . La cacciata del poeta fu incisa con lame di fuoco sul suo sterno fragile. "Libererai la parola  cantandone il limite. Lo strozzo e il singulto saranno la tua cetra e ti caverai gli occhi per ricordarti l'ora del necessario ritorno alle armonie del silenzio" ________ Testo - inedito 2025 -  di Sergio Daniele Donati 

Non ti perdere

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  Non ti perdere nello spazio vuoto  tra le lettere; lascia che sia culla dal cigolio famigliare; acqua che disseta l'arsura dello sproloquio  costante della mente. Ascolta la statica parola del tiglio, e poi dimentica. La memoria è un cappio e non c'è poesia  che non contempli  la gioia di non essere scritta. _______ Testo - inedito 2025 - e foto di Sergio Daniele Donati  

Due poeti allo specchio (Marco Brogi e Sergio Daniele Donati)

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  La solitudine della parola Non scrivermi. Nel partorirmi mi abbandoni alla possibilità di non essere riconosciuta. Stavo bene nel ventre dell’attesa. Ora tremo all’idea di non essere compresa. Marco Brogi - inedito 2025 La solitudine della parola I più non sanno che la lingua chiamata  madre ha nome Medea e che la parola-prole si salva sempre e solo per un mistico atto del poeta; per un'elezione,  per l'estrazione dagli infiniti territori del suono di una goccia di significato. Lo strumento del poeta  è l'alambicco e gli inchiostri non si seccano e nel silenzio prendono colore. Dire e non dire in fondo è lo stesso se si conoscono le formule in lingua antica che rendono sacra la scelta.  Dire o non dire in fondo è lo stesso se il grigio fumo  della contemporaneità offusca  di blasfema astenia pennini e carte.  Sergio Daniele Donati - inedito 2025

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 45 - Il senso profondo di un titolo #1

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di Sergio Daniele Donati Questa rubrica ha un titolo preciso — Lo spazio vuoto tra le lettere — e quel titolo, forse, è l'unico elemento comune, il vero trait d'union , tra gli articoli che ospita. Mi rendo conto, tuttavia, di non aver mai spiegato i motivi di quel titolo, essendo io condizionato fortemente dall'idea dittatrice che certe cose non vanno spiegate ma lasciate comprendere dalla pratica del lettore. Qui vi dico solo che tra ogni lettera dello alfabeto ebraico — ma anche di tanti altri alfabeti — c'è uno spazio preciso ed è uno spazio-tempo di silenzio che dovrebbe servire all'interprete/lettore/ermeneuta da un lato la rielaborazione di ciò che ha appena letto, dall'altro la ricarica energetica per poter proseguire nella lettura. Quando si leggono certe lingue che prevedono infiniti momenti di pausa la lettura diventa dunque una sorta di danza dai ritmi e passi sincopati , in cui è sempre presente un accento al ritorno.  Perchè al ritorno ...

(Redazione) - "Soglie" (I Quaderni del Bardo ed., 2025) di Franco Manzoni – "La critica mimetica come forma d’arte" - di Marco Sbrana

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  Soglie di Franco Manzoni (I Quaderni del Bardo, 2025) è un’opera che restaura il senso della saggistica. Abbiamo un poeta che parla di poeti. Lo fa dal 2012 sull’inserto La Lettura del Corriere . Le recensioni che compongono l’antologia hanno lo spirito e la fulmineità della poesia. La poesia ragiona per significante, non per significato; è una ricerca, quella del poeta, della parola giusta, quella insostituibile. Una poesia che possa dirsi riuscita è quella dove ogni parola non potrebbe essere altra da sé. Lo stesso accade per la prosa saggistica di Franco Manzoni. È un progetto, il suo, di sovrimpressione, di sovrapposizione tra il detto e il dire sul detto . Come se, pare dire Franco Manzoni, l’unico modo per parlare di poesia fosse adottare la lingua della poesia stessa. Al che, nelle “ recensioni formato francobollo ”, ogni parola è collocata nel solo spazio che le è concesso abitare. Non esiste margine di sostituzione, di miglioramento; la parola critica, così come la pa...

(Redazione) - Dissolvenze - 44 - To baa or not to baa

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  di Arianna Bonino James Ensor , Squelettes se disputant un hareng saur , 1891.  Bruxelles, Musées royaux des Beaux Arts de Belgique  (lo trovate a questo  link ) To baa or not to baa Chissà il poeta in casa come vive, se prima di parlare sceglie il verbo tra gli aulici vocaboli e superbo si vanta per le dette iniziative. Nel traffico al mattino le invettive sono volgari termini col nerbo di chi bestemmia senza alcun riserbo o suonan come liriche missive? Ragiona in rima mentre fa la doccia? Magari quella goccia si fa stilla e terge – mica asciuga – gambe e braccia! Ma forse è solo quando lui barcolla dopo i bagordi, passata la bisboccia, che l’animo suo puro viene a galla: lo spirito o l’ingrulla e allora s’odon barbari belati o svela infine nobili i suoi afflati. ( di Arianna Bonino )

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 14 - Può il poeta vivere di sola parola?

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di Giansalvo Pio Fortunato   Può il poeta vivere di sola parola? È questa, presumibilmente, la domanda più astrusa ed ancestrale per una fisiologia dei significanti in poesia. Ed è la domanda più difficile da collocare, perché pone essenzialmente in essere due presupposti, che non sono così immediati in una considerazione complessiva attorno alla poesia. nella poesia è la parola a trionfare; non la lingua. ogni ontologia, in poesia, è composta nel e dal linguaggio. Questi due essenziali nuclei tematici guideranno, per diverso tempo, la riflessione su un’analitica in poesia. Un’analitica che, nel dettaglio, non è né terminologica, né linguistica, né proposizionale. Si sofferma, piuttosto, sul sapersi insediare nel corpo poetico per sviscerarlo, pur tenendo conto delle disambiguazioni di fondo che se ne generano. Perché il campo poetico, in fondo, è campo ambiguo: è sterrato viscido che, continuamente, dà parvenza di aver raggiunto un’orma pulita e pura, quando in realtà ha se...

(Redazione) - Amerinda - 03 - Domingo Alfonso, il poeta dell’uomo comune

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di Antonio Nazzaro Negli anni 50 la Cuba pre-rivoluzionaria vede apparire sulla scena poetica un personaggio che, probabilmente senza volerlo, si trova a costruire un ponte tra l’isola considerata una colonia nordamericana e l’isola che diventerà il simbolo della libertà non solo in America ma in tutto il mondo. Si tratta di Domingo Alfonso, decano della poesia cubana. In un momento di cambiamento epocale Domingo Alfonso sceglie di essere il cantore dell’uomo comune. Domingo, di colore e giovane architetto. Dopo un esordio con una silloge di poesie in rima, già nel 1959 annuncia la sua “sospensione di giudizio” e -allo stesso tempo- un sentire poetico carico di sentimenti profondamente semplici. È un negro: sa chiaramente a che mondo appartiene e, per la sua epoca, è quasi una rarità, frequenta l’università diventa architetto, professione che eserciterà per tutta la vita. (1) I fiumi sono lunghi e tremendi, come frustate, o come serpenti senza fine, o come le pene della razza negra, o ...