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Abbaino di Francesca Piovesan

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Testo e immagini pubblicati su concessione dell'autrice Quando piove, qui è buio.  Resto intanato in un angolo, mi muovo poco, sistemo qualcosa di sfilacciato. Mi ci sono voluti circa due mesi per imparare a fare bene le cose, prima terminavo tutto a metà, mangiavo poco, sono stato magro, sottopeso. Quando piove chi vive con me fa poco rumore. Il suono della pioggia è più forte. La tv della stanza accanto non si accende, il gatto dorme sempre al solito posto, anche i vicini sono silenziosi. Io sono silenzioso, guardo l’abbaino che respinge l’acqua. Un paio di settimane fa è venuto un uomo a ripararlo; l’acqua entrava, formava delle piccole pozzanghere sul parquet rossastro. Ho provato ad avvicinarmi a quelle pozzanghere, per capire se ricordavo bene quei primi giorni di vita quando vivevo fuori, all’aperto, quando ero minuscolo, quando ero uno fra cento. Ho immerso nell’acqua una delle mie gambe; era fredda, acqua di Dicembre, acqua di ghiaccio, acqua di sole negato. L’ho ritirata