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Visualizzazione dei post con l'etichetta amore

L'amore alla mia età (a mio figlio)

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Particolare di " Eros e Psiche" di Antonio Canova   A mio figlio Gabriel L'amore, alla mia età, è un suono lontano, un fuoco d'altre valli, il cantico del tempo. L'amore, alla mia età, è passaggio di nuvole  sui cieli grigiastri d'un Nord che impera. Lo vedi anche tu il bianco umido  che scolora ciò che rimane della sacra e maldestra mia grazia d'adolescente, dell'urlo che m'apriva lo sterno al nuovo?  L'amore, alla mia età, è una voce uterina. Mi dice " resta" ;  e io resto  e poi vado e abbasso le ciglia.  Perché l'amore, alla mia età,  è pudore, tacitazione, silenzi ritrosi.  Ma tu ama e rinnova il grido, che fa fiorire la vita; e non credere al mondo. L'amore, alla tua età,  è parola e non attende che d'essere detto per poter brillare nel sacro nero dei tuoi occhi d'ossidiana. ______________ Testo - inedito 2024 -  di Sergio Daniele Donati Foto dal web.

L'amore (in parole semplici)

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Foto di Man Ray Scia del passato, traccia  di latte, baffo bianco su labbra bambine. Ho tanto amato, e ho amato amare e l'amore - che tanto ho amato -  non sempre m'ha ricambiato. Potevo dirla meno semplice e riempire il foglio  di richiami mistici alla funzione creativa della parola, potevo stordirvi con figure retoriche dai nomi  ancor più strani della loro funzione, ingannarvi coi false friends (sedurvi con il fruscio  di femminee gonne  dopo un enjambement, lasciarvi intendere che una peri-frasi contenga i succhi  dell'amato frutto dentro i suoi lemmi). Potevo, sì, ma ho una certa  e lo dico così - urlato e piano. Ho tanto amato, e ho amato amare e l'amore che ho tanto amato non sempre m'ha ricambiato . SERGIO DANIELE DONATI INEDITO 2023

La geometria della fine dell'amore

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Foto di Sergio Daniele Donati Speravo di potertelo dire un giorno quanto mi costi tacere. Ma per farlo avrei dovuto parlare; e questo ha un costo molto più alto, se lo si vuole chiamare amore. E so bene che ti irrita il mio discorrere di sentimenti secondo istogrammi  o diagrammi a torta.  Eppure non t'irritava affatto quando dell'amore eterno, nel silenzio della notte, tracciavo le geometrie secondo linee  che nemmeno Euclide avrebbe mai immaginato. Ora non trovi quelle stesse linee - e poligoni e piani - idonee a descrivere  la fine dell'eterno.  Non so chi abbia messo in testa al Mondo che per parlar  dell'amore che muore si debba mostrare  il calore delle viscere - è dalla distruzione del Tempio che non è permesso sacrificio. Né capisco come il Mondo possa essere così cieco da non saper vedere, in chi traccia diagrammi e descrive la formula della fine della speranza, il desiderio che nasca  un matematico pazzo a dimostrarne l'errore.

Vuoi sapere cosa mi innamora?

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Cosa mi innamora? di Sergio Daniele Donati Vuoi sapere cosa mi innamora? Se ti avvicini a me e sei meravigliosa  -o meraviglioso, poco importa- ti ammiro, certo.  Vedo il tuo sguardo, dritto e deciso. Il tuo tatuaggio sulla spalla; la tua voce posata sul futuro. E ammiro.  L'uomo -o la donna- che sa indossare maschere dorate mi fa sospirare. Le vedo aderire ai volti di ciascuno e le ammiro; da sempre. Poi, però, ti vedo camminare e la tua caviglia si torce verso l'interno e una spalla è più alta dell'altra; e, se ti chiedo un caffè, e ti guardo negli occhi, tu abbassi lo sguardo. È là che mi innamoro; quando cade la tua maschera e ti riconosco, e mi riconosco.  In una caviglia incerta, in uno sguardo che si abbassa io sento la forza che chiamano amore e taccio; le mie parole sono soffi di un uomo che fuma; sul Sacro. Io mi innamoro sempre dell'incertezza, del passo zoppo, del centimetro guadagnato a fatica e anche della maschera da samurai su un volto da bam

L'amore esiste di Valentina Diana

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Foto di Valentina Diana L'amore esiste se la luce è buona, se la tovaglia è pulita, se il cane è giovane se i figli vanno bene a scuola. L'amore esiste se la foto è uscita bene, se lo specchio è lucido se la scarpa è comoda, se il soggiorno è spazioso. L'amore esiste se il dente è bianco, se il bonifico è periodico, se il pantalone è stirato, se la stanchezza è un dono, se il cognac è poco, ma buono. L'amore esiste se i giorni non sono contati, se il rischio è calcolato e contenuto, se il danno è ammortizzato. L'amore esiste se non inciampi nei piedi, se la pelle profuma di esotico, se hai un panorama negli occhi, se hai un progetto vincente, un cronoprogramma convincente. L'amore esiste se la cinghia di trasmissione non si strappa, se i valori sono tutti nella norma, se il cuscino non è troppo alto né troppo basso. L'amore esiste se Bach è equalizzato.  Se Gesù è nuovo e ha il vestitino pulito. Se lo squarcio è ricucito ad arte. Se il tempo è valorizzato. L

Amore è Altro

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Foto di Sergio Daniele Donati Eppure incanta ancora lo scatto felino d'un tuo sguardo furtivo. E tace la voce -e il canto- del mio sterno guerriero se posi le ciglia sul diaspro della mia iride. Tu taciti, io taccio; parla per noi chi della parola trattiene  il segreto roco, e canta ininterrotto al mondo il suo gorgoglio profondo.

E ora tango (Oblivion) – La danza dell'Amore

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Ti tengo lontana, che sai di mare. Ti tengo vicina, che sai di ginepro. E quella nota tenuta, sensuale, è un urlo, bambino, acuto. Un dondolarsi lento, sopracciglia alzate occhi umidi, ti tengo lontana che sai di calce, vicina che sai di ribes Ti tengo lontana che sai di cielo. Ti tengo vicina che sai di mamma. E torni e vai e torni, ancora. Onde. Ti tengo lontana, ti tengo vicina. E sogni e sogni E ancora pieghe, pieghe. Ti tengo lontana e vicina. E schiaffi e addii e ti tengo vicina e lontana, ancora. E torni e vai. E muovo il piede su asfalti bagnati su arie buone d'oblio. E vai e torni E ti tengo vicina e lontana e vibra lento e pulsa il ventre e vai e torni e ti tengo vicina e lontana. Che sai di mare e di ginepro di mamma e d'oblio

Lettere a una persona speciale (31-40)

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  Foto di Francesca Woodman 31 Woodman  Un anno fa circa scrissi su questa immagine qualche piccola parola. Erano altri momenti e le intuizioni di allora erano guidate dalla necessità di risorgere. Ora, dopo più di un anno, posso dire di essere altrove. E mi guardo indietro e sorrido perché in questa magnifica foto di Francesca Woodman era già scritto tutto. Il percorso, il petalo che lo avrebbe guidato e pure la necessità di spoliazione da inutili strutture linguistiche e relazionali. È bello, petalo, a volte girarsi indietro per vedere il percorso che si è svolto senza temere di trasformarsi in statue di sale. La vetta è ancora lontana ma mi fermo un attimo a bere acqua fresca felice dei passi svolti sin ora, cercando la tua delicata ombra. 32 Aikido e la via della delicatezza  Era il 1997. Il grande maestro di aikido André Cognard venne a Milano per la presentazione del suo libro e per un seminario di pratica di tre giorni. Fu un po' un evento. Durante il seminario passava a cor

Lettere a una persona speciale (21 - 30)

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L. Fontana 21 La gioia d'un incontro  La gioia di un incontro dicevo tra me e me. E un piccolo sorriso mi mutava l'espressione. Poi finita la telefonata, come spesso avviene, quel sorriso si è trasformato. In scrittura. E io scrivo, l'avrai capito di mondi da me visitati anche nel sogno. Sogno e segno. Di qualcosa che avanza. Lento. Come le tue cadenze. Come i tuoi gesti. Come le tue assenze, mai definitive, sempre con tracce dei tuoi "tornerò". E poi, lo sai, io sono gufo, e l'altro e l'altrove mi attirano, sempre. Come i richiami per gli uccelli. E allora certo dell'incontro la gioia; ma anche lo stupore, lo stordimento, il non sentirsi adeguati, non ancora, e poi "sì lo sono, lo siamo" fuori dalle nostre timidezze. La gioia di un incontro dicevo. E in questa formula usata, abusata, monotona e monotóna, ci mettevo un cuore che batte. Forte. Maschio. Anche quando ogni tanto salta una battuta. E mani che hanno vissuto e un naso che ha odorato

Lettere a una persona speciale (11 - 20)

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  11 Lino  Lo sai è un errore, forse il più grave, disperare. Che la disperazione è solo un altro modo per dire "fine". Ed è anche un errore, certo più tenero e umano, affidarsi "solo alla speranza". Che nulla arriva di buono nella vita se in un certo senso non lo si chiama. Bisogna imparare l'equilibrio, l'arte antica del funambolo, la corda tesa tra due stelle e lo sguardo nello spazio. Infinito. E poi bisogna saper scegliere il tipo di corda. Per alcuni è il filo spesso di metallo a infondere sicurezza al passo. Altri preferiscono la canapa, che ha un sapore di antico e se ti sostiene è con le fiabe. Io, che sono un mezzo poeta pazzo (l'altra metà è un serio avvocato), ho scelto il filo di lino, il più fragile e sottile. Eppure è quello sorretto da magiche e fatate presenze e, se l'intenzione è pura, non si spezza. E non è stato solo il poeta pazzo a scegliere il lino, anche l'avvocato ha dato il suo imprimatur alla decisione. L'ha fatto c

Lettere a una persona speciale (1- 10)

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IB e suo marito - LUCIAN FREUD 1 Qualità  Se forse una (una sola) dote io ho, è percepire al primo respiro la qualità dell'altro, nell'altro. Non a caso mi chiamano Fedro. Tu hai il passo del petalo e lo sguardo, dolce, su un orizzonte lontano, in cui non si sperde l'umano. E la cadenza della tua voce è tratto nobile, anche per un orecchio plebeo, come il mio. Al tuo passo si chiudono gli occhi, pudici, e la memoria torna a corti antiche. Perché non è con sguardo baldanzoso che si incrocia la bellezza. La bellezza la si riconosce al tatto delle ciglia e ci si ritira ritrosi, sperando che non abbia fine, allo splendore eterno della vita. 2 Sofferenze e gelati  C'è troppa sofferenza nel mondo. Ci sono occhi che si chiudono per non guardare più. E labbra che si serrano, fino a diventare pallide, per non dire l'indicibile. Ci sono pianti troppo trattenuti, che si tramutano in rabbia. E poi paure, paure; paure così tanto vissute da far credere che non possa esserci un

Dormi?

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Marc Chagall -Bacio (particolare) Un uomo tiene  una donna  tra le braccia.  L'ama. Le chiede  in un bisbiglio, all'orecchio: ”Dormi?”  E spera,  che non risponda, e possa infine vedere  i suoi volti  protetti dal Sogno,  dal loro sogno.  Un uomo ricorda,  legandosi alle  dolcezze dell'attimo,  sapendo che è memoria  e dimentica l'amarezza e lo strappo.  Un uomo volta  lo sguardo al cielo,  poi a terra.  Lì, nel mezzo,  tutta la poesia  del suo dolore.