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E non sarò mai solo

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«Pensive lady» - E. Hopper E non sarò mai solo finché esiste il «fuori da me», finché resiste un pulviscolo d'alterità al buco nero nel mio sguardo. Non sarò mai solo nel bisbiglio degli infiniti nomi nel gorgoglio di oli sacri sotto l'altrui fiamma.

Hopper's style in Milano

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E cammina, cammina forte, a passo deciso. Finché l'immagine non svanisce. Non è quel tuo volto, quella maschera di caucciù, che avrei voluto fissare negli occhi per ultimo, papà. Cammina, pompa forte il cuore, il mio, che ancora non si è fermato. E parlami ancora, parlami di Modena, delle tue montagne, parlane a me, figlio distratto, che a quei racconti ho sempre dato troppa poca importanza. Parlane a me, figlio incapace di non fuggire, fallo ora. Ma dal caucciù la voce si strozza. Ed io cammino veloce, per non ricordarla la tua voce acuta, molto più acuta della mia; cammino veloce come un razzo appuntito per tagliare lo strazio denso e proiettarmi altrove, fuori dalle galassie dei non detti, ormai impossibili a dirsi, fuori dagli sguardi abbassati da entrambi, dai "ti voglio bene" reciproci che ci si bloccavano in gola. Due maschi, troppo maschi per cedersi reciprocamente il passo. Che pena, che strazio, il silenzio ottuso, l'incapacità di dire, quando

Pensive Lady

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Ci vuole tanto coraggio, troppo forse, per pensare a sé mantenendo lo sguardo sull'orizzonte. Dai luoghi protetti tutto sembra facile. Eppure l'orizzonte è dittatore e gioca coi coi tuoi occhi spostandosi lentamente sempre più lontano, sempre più lontano. E i pensieri, e i ricordi, sono piccoli aghi velenosi, che vorrebbero che tu gli occhi li abbassassi, dentro di te, nell'abisso dei tuoi abbandoni. Una battaglia antica e mai risolta, costellata di migliaia di vittorie di Pirro, di vittime lasciate sul campo senza sepoltura. E solo una donna sa affrontare il richiamo del futuro, il rimpianto del passato e la morsa del presente, mantenendo la postura. Un uomo, urla, bestemmia, recalcitra, chiude gli occhi, si agita, umilia il proprio corpo. Finché la postura, l'accettazione di ciò che è, arriva ma per spossatezza, per sfinimento. L'uomo esplode prima di implodere. E non è uno spettacolo per bambini. Ad un bambino farei vedere un uomo che risorge, quan