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Il canto del perdono

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  Inizia nel midollo una sorta di vibrazione che riassetta i ricordi e ricolora una tela abusata di tinte tenui. Non è dimenticanza è il passo sapiente della mano che articola lenta falangi e parole  per un fine solo; una dichiarazione di resa. Il vero si manifesta sempre nel corpo come un canto di merlo al tramonto,  e tutte le immagini che ti sei creato per negarne l'esistenza  svaniscono come nubi al soffio del vento.  La schiena si raddrizza e lo sguardo si fa nostalgico su un orizzonte che si sposta coi pensieri; è il richiamo del riconoscimento silenzioso d'un passato che tardava a passare. Quel nome innominabile diviene canto per una gola ormai matura a pronunciarne altri e nel ventre fecondo di speranza senti muoversi le primavere che sinora ti sei negato.  Poi taci, è arrivato l'istante dell'ascolto e il corpo - sede unica di ogni nostro sentire - ti dice che è ora di pronunciare ancora quella parola interdetta.  Inizia sempre nel midollo come una vibrazione d&

Perdono

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Foto di Sergio Daniele Donati Ero un bimbo ero solo - un bimbo - e piangevo la notte la distanza tra le stelle fuori dalla finestra e quell'odore di vecchio in cucina. E d'averti mostrato quel bimbo - con volto cinquantenne - ti chiedo perdono.

La danza del perdono e del ritorno (Tikkun)

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Poi tutto torna al suo posto (al suo naturale e legittimo posto).  E tutta l'energia che hai messo nel desiderare mediazione e rimediazione, nell'impulso al tuo personale Tikkun, si manifesta in un solo semplice gesto di accettazione.  Ti fermi e accogli i tuoi limiti, quelli di allora.  Il presente sana un passato vorticoso e un poco folle.  Il tempo non pone a tutto balsamo, eppure tu non hai smesso di desiderare, di ricevere e donare, perdono. Mai!  Anche quando niente sembrava avere un senso, non hai ceduto mai alla tentazione di negare un significato a ciò che avveniva.  Giorno dopo giorno, con faticosi passi, nel buio più totale, hai saputo immaginare la luce.  Hai saputo farne un progetto.  Ora tutto ti pare semplice, persino evidente; e della fatica, delle notti insonni, o dei sogni troppo pesanti per farne parola, restano solo tracce nei peli ormai grigio-bianchi della tua barba.  Quel gesto di mediazione e rimediazione che hai ora con tanta facilità compiuto, non nasc