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Visualizzazione dei post con l'etichetta poesia italiana

I guardiani del nulla

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  Ci si scontrava poi con l'inutilità del gesto quasi fosse un limite.  Ma era nel pozzo  dei senza apparente senso , dal magma mugugnante e senza forma di questioni mal poste — dal corpo al corpo — che si forgiava  l'etica del movimento. Là, dove poesia  e i clangori del silenzio trovano la loro culla, dove il premio era la fatica ho visto uomini — e non ero io — commuoversi nel pianto  per un'inaspettata armonia, per un ciglio di bambino sulla guancia. Erano uomini sporchi la cui unica speranza  era l'assenza di speranze; uomini curvi,  piegati sull'insegnamento  della danza delle penombre. Mormoravano in quelle grotte, tra stalattiti di pensiero, formule senza senso e aramaiche benedizioni. Che la terra torni alla terra — dicevano nella balbuzie — che il cielo torni  a sognare i cieli. Erano i guardiani di un nulla fertile e gravido del nulla che irrora le iridi di chi prega  e ne cambia il colore. Video-lettura dell'autore ...

Un legno spezzato di culla

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Sentiva voci nel vento, lontane: i tocchi di un cielo impazzito, canti azzurri di voci soprane, un bimbo nel bosco smarrito. Guardava la luna, poi nulla, brillavano morte le stelle; un legno spezzato di culla il numero oscuro sulla pelle.   _____ Testo - inedito 2025 - e foto  di Sergio Daniele Donati 

Prima che sia troppo tardi

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  Bisogna salvare il granello, prima che sia troppo tardi, l'ombra di un ramo sul muro prima che sia troppo tardi. Il piede stanco e vecchio, strascicato sugli asfalti di un'esistenza sincopata, bisogna salvarlo, prima che sia troppo tardi. Bisogna salvare il bambino, prima che diventi adulto, prima che sia troppo tardi. Bisogna salvare il libro e tutte le pause che contiene, bisogna salvare i suoi silenzi, i suoi tacitamenti prima che sia troppo tardi. Bisogna scuotere il cedro, sotto un tetto di foglie, prima che sia troppo tardi e dare un buffetto a quel bimbo dai capelli color carota a quel bimbo che ci guarda e sorride e non torna, prima che sia troppo tardi. _______ Testo, inedito 2025, e foto di Sergio Daniele Donati

Estratto dalla raccolta inedita "All' uomo azzurro" ("Dla błękitnego mężczyzny") di Izabella Teresa Kostka - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  È sempre un grande onore – e motivo di grande responsabilità – ricevere da una poeta la possibilità di leggere e pubblicare in estratto una sua raccolta ancora del tutto inedita. Questo perché in un certo senso l'occhio che si addentra in territori ancora del tutto inesplorati porta con sé anche l'onere del maggior rispetto che si deve tributare alla spontaneità di un dono puro e importante.  Se poi i versi che si ricevono nascono in una lingua che – ed è una grave pecca – non si conosce e ci si affida alla traduzione della stessa poeta, oltre al senso di responsabilità si vive una sensazione necessariamente dialogica in cui il lettore si pone all'ascolto, oltre che dei significanti che ricava da versi italiani , di suoni, così come li immagina,   in gran parte sconosciuti. E in questo gioco di scatole cinesi, di matrioske, ancora di più la piacevole sensazione di lettura si è amplificata nel caso specifico perchè i versi di  Izabella Teresa Kostka sfiorano co...

"Un diario di luci alterne" - A proposito di "Un astro piccolo piccolo" di Cinzia Coppola (Ed. Delta3, 2025) - nota di lettura di Carlo Di Legge

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Un libro di poesia è un insieme di componimenti in versi, che a differenza di una raccolta vengono tenuti insieme da un comune divisore: può trattarsi dell’argomento, del tipo di linguaggio usato, dello stile, o di altre componenti. Questo di Cinzia Coppola, con prefazione di Eleonora Rimolo, è un testo con evidenti riflessi autobiografici, proposto in una modalità abbastanza distante ma non sempre lieve, a cominciare dal titolo, in cui il bagliore dell’astro immaginato per l’analogia tende a perdersi nell’immensità dei punti dell’universo, dove un astro è comunque “piccolo piccolo”: ma serve pubblicare a proporcene la dimensione, perché qualcosa venga comunicato e resti, per “dire/una parola che ci sopravviva” (52). Ancora una volta il ricorso alla poesia sembra essere funzione di relazione, di comunicazione e di espressione. Se in questo caso è così, si potrebbe parlare, a titolo del tutto indicativo e mai con pretese di esaurire la complessità presente, del doppio registro in cui u...

In piazza grande (in dialogo immaginario con Lucio)

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  (Tanti accapo e nessuna poesia lo dico prima io, per non sentirmelo dire) Che io un giorno io torni  è sicuro, Lucio, e sai bene che allora mi siederò (ci siederemo?) a contare quante stelle mancano a quell'eterno desiderio di morire  perché possa avere soddisfazione.          [ A modo mio, a modo nostro          ce lo diremo,  Lucio,           di quanto dolore e quanta poesia           sia nascosta dietro una carezza           mai ricevuta – e tanto cercata.] Capiranno in pochi – forse solo noi due – e mi uscirà un emiliano singulto, o forse una bestemmia, perché sono vecchio e non volevo  [Dio solo sa quanto ho lottato] che andasse così. Testo – inedito 2025 – di Sergio Daniele Donati

Una espiazione ispirata

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Foto di Sergio Daniele Donati "Volto di ragazzo" - Museo Archeologico di Atene Ispirata alla musica " Spiegel im Spiegel" -  di Arvo Part _______ L'ha toccata piano, l'ha sfiorata appena e si è immerso nel suo mondo tattile e muto con la delicatezza del petalo.      Un pianto, una lacrima di giada      perchè ciò che è andato non torna,      perchè ciò che è andato non torni. Morte stagioni,  sovrumani silenzi, – infiniti silenzi (1) – e voci di tenebra azzurra  (2) sono rimasti allora appesi al pennino di rame. Era quella l'ora  di un tintinnio lontano, di una cadenza ripetuta, quasi una formula magica, di un nome palindromo, antico e innominabile; per i più.      Non per me che sin da piccolo      ne ripetevo il suono,      quasi fosse la nenia      con cui addormentare     grezze, dense e  brune       angosce di sopravvivenza...

Tre poeti allo specchio (Laura Valentina Da Re, Michele Carniel e Sergio Daniele Donati) - in "quattro tappe"

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PRIMA TAPPA ____ SERGIO DANIELE M'affaccio sempre alla stessa finestra ad accogliere vento e richiami e resto là e solleticare l'orizzonte con la linea azzurra d'un pensiero evanescente. Non è forse fuga opporsi a ogni movimento e far come la foglia nuova che oppone un verde tenue all'esuberanza dei fiori e al mugugno dei rami? ____ MICHELE Cos'avrà mai da guardare il dolore rinchiuso nello sguardo? Cosa spinge un livido ad esporsi? E che magari, nel silenzio, brama o balbetta speranze… Cosa? Io dico che proprio in quell’attimo s'insinuerà un riverbero, una congiura rivoluzionaria di respiri, un'acqua tremante che non teme la stanchezza delle labbra. Immagino sia semplice comportarsi da uomo e ridurre il potere dell’osservazione, accettare d’un fiato la sentenza rabbiosa della sera e non aspettare più una sofferenza generosa, o una pioggia gentile. ____ LAURA VALENTINA Torniamo a essere vecchi gli ulivi di un sabato atroce migrando nelle piene, succede sia l...

Il rito (canto e controcanto)

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La scrivo la notte per dar suono al diaspro del silenzio.      — la scrittura svapora;      tra  le crepe. La  scrivo la notte a memoria futura: una promessa, un impegno; chiamate e formule.       — Il tempo della memoria      è schiavo del vento Il cambiamento è Voce; lascia segni sul corpo e muta — tre volte almeno — il colore alle iridi.       — Che colore ha uno sguardo      non vedente?

Irrlicht (#2)

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  "Sinapsi" di Sergio Daniele Donati Se avessimo appoggiato per un attimo (1) il nostro sogno di rame su quella coperta di muschio e – chiusi gli occhi – avessimo ascoltato l'umido borbottio dell'ultima luce del giorno, se avessimo appreso allora,  un'altra volta, la lezione perenne dell'evanescenza, forse non rideresti ora  dell'umiltà del mio sguardo  perdente e perso e non alzeresti al cielo le tue inappellabili sentenze. Ho dovuto seppellire l'idea di esser padre perchè mio figlio avesse vita e sorriso e sguardo ironico sulle dislessie del mondo; e, se ho fallito e cerco rifugio in alfabeti antichi, tu concedimi la sospensione del giudizio. Sto chiamando forze che divorano a sostegno di un'anima persa. ______ 1 - Irrlicht dal tedesco trad. "fuoco fatuo"

Kaddish della parola #2

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  Abbiamo costruito un mausoleo attorno al nòcciolo di parola, costretto all'implosione mattutina le intuizioni della notte — la parola copre la parola,  a evitare l'ansia  di doversi ricostruire;  nel silenzio.  Abbiamo escluso, costretto  in asfittiche particelle d'ambra, il germoglio di un pensiero neonato e ancora puro, e moltiplicato i vocabolari della disappartenenza e del vuoto — parole profughe, desertiche, profane e acuminate,  sotto la pianta dei piedi; incapaci di darci il volo  o di assicurarci la profondità  di un pensiero ancora nascente. Eppure là, nella devastazione del linguaggio, tra i mattoni di quella nuova Babele, stava una bambina ipovedente, il corpo proteso al canto dell'assenza — raccoglieva scheggie e ossidiane e le porgeva in dono  al vento distraente — e distratto — perché ne facesse polveri nere a fecondare le terre antiche  e speranze fragili; tele di ragno. Il disegno era chiaro — il Mandala dello zitt...

Ho tradito

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  "Sinapsi" di Sergio Daniele Donati Ho tradito confini verdi e barriere   sullo sfondo di una fiamma nera   e muschi sacri al Mito e alla Dea   per salire poi alle crepe celesti.   Ho tradito sirene e betulle antiche   e la lezione antica della Voce   per inseguire la scossa d’argento   nel buio senza suono di una vita   dispersa, frantumata e diluita.   Ma mai ho tradito il tuo freddo canto,   Moabita, né il pozzo nel deserto   delle mie intenzioni, nel silenzio   dove le iridi han mutato colore   per diventare ambre senza bagliore; custodie spente e prive di respiro   di un desiderio sepolto e fossile. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Cinque poesie inedite di Fosca Navarra - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Siamo davvero lieti di poter accogliere sulle nostre pagine delle poesie inedite di Fosca Navarra giovane poeta dalla produzione letteraria già molto interessante e ricca.  Come vedrete si tratta di poesie dall'apparato simbolico e metaforico interessante e molto vivace nelle quali spesso la poeta predilige rivolgersi ad una seconda persona singolare, ad un TU, dai contorni cangianti.  È questa una scelta stilistica con una sua precisa storia nella poesia italiana che rende spesso il senso profondo di una ricerca di intimità col lettore , effetto che in questo caso viene amplificato dalle figure retoriche ricorrenti utilizzate e dal richiamo ad un corporeo sempre presente. Un'autrice, dunque, a nostro avviso da seguire con estrema attenzione e cura e la cui lettura è per il lettore un interessante viaggio nelle musicalità di corde sottili e delicate. Per la Redazione de Le parole di Fedro il caporedattore -  Sergio Daniele Donati 1. Del romanzo appena aperto tu sei...

La bellezza (La beauté)

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La bellezza che respira da una lama un po' sbrecciata; goccia di miele e d’ambra sul polpastrello di un bambino. __________ La beauté qui respire d’une lame un peu ébréchée ; goutte de miel et d’ambre sur le doigt tendre d’un enfant. ______ Testo - inedito 2025 -  e traduzione in francese  di Sergio Daniele Donati 

L'uomo in fuga

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L’uomo in fuga non ha tempo di considerare il lievito della Storia. Ci pensino le nuvole nell’indaco a gonfiare il desiderio che si perde, e le narici a testimoniare il passato dell’ordito, degli odori. _______ Testo - inedito 2025 - ed elaborazione grafica da immagine IA di Sergio Daniele Donati

Meditazione

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  Dietro ogni respiro si nasconde   la danza di un amore mai svelato, la spirale porpora che da sempre   genera il vortice di sangue e sogno,  la calma amazzonica che giunge dopo la fine d’una speranza muta. ______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Ride

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Parte da un istante di vuota coscienza e non sa nemmeno come si chiama. Sa che parte e a volte torna e che si incaglia,  ridendo, a ogni passo sugli scogli su cui sirene e desideri non cantano più. Si incaglia  sulle pietre aguzze del ricordo e dell'assenza; e ride,  ride senza fine, né inizio, né conto. Ride dall'unico dente giallo che gli resta, il saggio sdentato e ubriaco della vita. _______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

Passi omolaterali

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_____ Si muove con passo omolaterale e disarmonia interiore e cede al richiamo di sirena della sua atassia cerebellare chi non sa alternare silenzio e parola, parola a silenzio. Viandante asincrono di pergamene e polveri, d'inchiostri e pennini, si appoggia al profumo di un arcobaleno evanescente. Incapace di metter radice, la sua esistenza è bestemmia alla sacra alternanza; alla dolce membrana oppone lo stolto entusiasmo per il calore di una ustione del derma craniale. _____ Il se meut d’un pas homolatéral et d’une disharmonie intérieure, et cède à l’appel de sirène de son ataxie cérébelleuse, celui qui ne sait alterner silence et parole, parole et silence. Voyageur asynchrone de parchemins et de poussières, d’encres et de plumes, il s’appuie sur le parfum d’un arc-en-ciel évanescent. Incapable de prendre racine, son existence est blasphème à la sainte alternance ; à la douce membrane il oppose l’enthousiasme insensé pour la chaleur d’une brûlure sur le cuir chevelu. _____ Testo -...

Timidezza

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  Erano cristalli di rocca voci di foglia,  echi dell'origine in uno sguardo profugo e teso; incapace allora di posarsi sulla fragilità delle nostre esistenze.      [Era " io e te",       senza   ancora un noi ] Mi chiedi perché mai io suoni melanconie lontane e le ragioni del mio silenzio. Taccio perché so cantare ma ho perso per sempre  la poesia di quello strozzo. Era sacra, lo sai, allora la mia incapacità ocra a parlare d'amore. ______ Testo - inedito 2025 -  e foto di Sergio Daniele Donati

Tzade (come vento nel rito) - ץ

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  ץ Ottanta e dieci passi   per raddrizzar il mondo   con gesto inconsapevole.   Novecento le trame;   un solo ordito, blu.         Il sacro canta nenie         come vento nel rito. צ ________ Testo - inedito 2025 - ed elaborazione grafica di Sergio Daniele Donati