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(Redazione) - Suggestioni - 02 - Amore (Gaio Valerio Catullo e Pablo Neruda)

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  A cura di Emanuela Sica __________ VIDEO LETTURA DI EMANUELA SICA   "Carme 51" di Gaio Valerio Catullo Assomiglia a un dio, superiore, se è lecito, agli dei colui che guarda e insistentemente ascolta che ridi dolcemente te stando seduto di fronte ciò a me misero strappa tutti i sensi: infatti o Lesbia, appena ti vedo non mi rimane un filo di voce; ma la lingua si intorpidisce, una fiamma sottile si diffonde sotto le membra, le orecchie risuonano di un rimbombo particolare. Gli occhi si appannano di notte. L’ozio, o Catullo, ti è dannoso a causa dell’ozio ti esalti e sfreni troppo; l’ozio un tempo rovinò re e città prospere. ________ "Qui ti amo"  di Pablo Neruda Qui ti amo Negli oscuri pini si districa il vento. Brilla la luna sulle acque erranti. Trascorrono giorni uguali che s'inseguono. La nebbia si scioglie in figure danzanti. Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto. A volte una vela. Alte, alte, stelle. O la croce nera di una nave. Solo. A volte

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 05 - Le mani e il Poeta

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A cura di Sergio Daniele Donati Le mani sono le parti del corpo umano che più manifestano la presenza dell ' altro da noi; in noi. Con le mani apprendiamo distanze e protezioni dal mondo.  Con le mani sempre col mondo veniamo in contatto. Le mani sono portatrici del bene e del male che creiamo nella nostra breve esistenza. Le mani trattengono, le mani si aprono e lasciano andare. Le mani benedicono. Hirokazu Kobayashi Il grande maestro giapponese Hirokazu Kobayashi ( 1) , che ho avuto modo di incontrare più volte nelle mie peregrinazioni nel mondo delle arti marziali, diceva: " Le nostre mani non sono nostre . Sono corpi estranei, provenienti da mondi altri, attaccate al nostro corpo per indicarci la Via".  Ho faticato molto a comprendere il senso di quel messaggio sino a che non mi sono ricordato dei miei studi sul pensiero ebraico.  Ogni lettera dello alef-bet ( 2)  richiama una parte del corpo e ce ne sono due che ricordano la centralità delle mani nel percorso spiritu

Dialoghi poetici coi Maestri 9. - Pablo Neruda

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Pablo Neruda  - Foto di repertorio CHIEDO SILENZIO Ora, lasciatemi tranquillo. Ora, abituatevi senza di me. Io chiuderò gli occhi E voglio solo cinque cose, cinque radici preferite. Una è l’amore senza fine. La seconda è vedere l’autunno. Non posso vivere senza che le foglie volino e tornino alla terra. La terza è il grave inverno, la pioggia che ho amato, la carezza del fuoco nel freddo silvestre. La quarta cosa è l’estate rotonda come un’anguria. La quinta cosa sono i tuoi occhi. Matilde mia, beneamata, non voglio dormire senza i tuoi occhi, non voglio esistere senza che tu mi guardi: io muto la primavera perché tu continui a guardarmi. Amici, questo è ciò che voglio. E’ quasi nulla e quasi tutto. Ora se volete andatevene. Ho vissuto tanto che un giorno dovrete per forza dimenticarmi, cancellandomi dalla lavagna: il mio cuore è stato interminabile. Ma perché chiedo silenzio non crediate che io muoia: mi accade tutto il contrario: accade che sto per vivere. Accade che sono e che conti