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Due poesie inedite di Alfredo Panetta - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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I due componimenti inediti, Perli e’ Porceji / Perle ai porci e Muntagni / Montagne , di  Alfredo Panetta , che oggi vi proponiamo si collocano su poli opposti dell’esperienza poetica, ma proprio per questo si illuminano reciprocamente. 1. Perle ai porci Il testo è dedicato a Maria Chindamo assume la forma di una poesia civile, aspra e visionaria. La lingua calabrese accentua la crudezza delle immagini, mentre la versione italiana ne restituisce la forza in un registro forse ai più maggiormente accessibile. La violenza subita dalla protagonista diventa metafora di un mondo in cui Dio è “ assente ingiustificato ” e dove il male si incarna in figure mitiche e animali feroci. La poesia non si limita a commemorare, ma denuncia un sistema di potere e di omertà, concludendo in un silenzio che è complicità dei vicini. È un testo che trasforma la cronaca in allegoria, e la memoria in atto di accusa. 2. Montagne Il secondo componimento si muove in un registro contemplativo e cosmico. La n...

Tre poesie "genovesi" di Francesco Macciò - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Francesco Macciò , poeta ligure di grande spessore ed esperienza, ci ha fatto dono  di tre poesie scritte nella lingua musicale e nostalgica della sua citta: Genova; ne siamo davvero lieti ed onorati.  Il poeta qui costruisce attorno a una lingua poetica che si muove appunto tra il genovese e l’italiano, una tensione che non è mai meramente traduttiva, ma sempre dialettica, identitaria e fonica.  Le tre poesie qui presentate — Dal bar, A lengua, Bêuga tam-bêuga — offrono un percorso che va dalla scena urbana , all’ intimità linguistica , fino alla quasi-allucinazione simbolica , mantenendo però una coerenza stilistica fondata su ellissi, iterazioni e immagini taglienti, quasi a tratti scorticanti. Analizziamole separatamente. Dal bar La poesia si apre con un frammento di dialogo diretto, in genovese, che già contiene il nucleo tematico: la pioggia come condizione esistenziale, la mancanza di riparo, l’invocazione al cielo . Il bar diventa luogo di stasi e d'attesa , ...

Sei poesie inedite di Alessandra Paganardi - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Davvero lieti ed onorati di poter accogliere su Le parole di Fedro  sei poesie inedite di Alessandra Paganardi , poeta milanese che certo non ha bisogno di presentazioni.  Come potrete verificare, i sei inediti delineano un itinerario lirico coerente, ma mai monolitico, e stratificato, dove la memoria affettiva, la perdita, il tempo e la trasfigurazione simbolica degli oggetti quotidiani si intrecciano in una voce poetica intima e riflessiva. Il lessico, poi, alterna concretezza e rarefazione, con immagini che oscillano tra il dato biografico e la sua sublimazione metafisica. Il vestito blu e Il cappello azzurro ruotano attorno a oggetti indossati, con richiami evidenti al registro sensibile della vista ( colori ), che diventano emblemi della memoria e della relazione: il primo è un drappo che si dissolve nel bosco, il secondo un cappello che sigilla una sorta di passaggio generazionale . Entrambi i testi mostrano una tensione tra presenza e assenza, con una sintassi fluida...

A proposito di Giorgio Simonotti Manacorda - di Raffaele Floris

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  Raffaele Floris Giorgio Simonotti Manacorda , (1915-1971), è uno dei tanti poeti ingiustamente dimenticati del ‘900 italiano. Figlio del forse più noto Oreste (il Sire di Villabella, luogo tuttavia inapprezzabile come la ventilazione di Sandro Ciotti), ingegnere, Grand’Ufficiale e presidente del Casale Calcio, nonché, per un biennio, dell’Ambrosiana Inter, di Giorgio non si avrebbero molte notizie né su Wikipedia né su Wikipoesia, almeno sino al 2020, anno in cui chi scrive propose questo articolo all’ International Web Post (che sentitamente ringraziamo per la gentile concessione), ora rieditato per Le Parole di Fedro . Giorgio Simonotti Manacorda Ci soccorse e continua a soccorrerci, per nostra fortuna, la meritoria tesi di laurea di Chiara Olivero, (Casale M.to, 1980) che ringraziamo. Giorgio Simonotti Manacorda nacque a Milano nel 1915, trascorse un’infanzia dorata nella splendida villa di famiglia, viaggiando anche all’estero in compagnia del padre. La madre Vittoria fu una ...

"L'immanenza del gesto poetico" - a proposito de "La gioia elementare" (Luigi Pellegrini Editore, 2025) di Ivan Fedeli - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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La raccolta La gioia elementare di Ivan Fedeli (Luigi Pellegrini Editore, 2025) si configura, ad avviso di chi qui vi scrive, come un’opera di lirica-pensante , dove appunto il poeta, in un quotidiano che si situa tra il simbolico ed il reale, riesce  a descrivere un proprio spazio interiore quasi-ontologico.  In evidente, anche se sotteso, costante dialogo con autori anche storicizzati della poesia italiana ed europea del Novecento, Fedeli costruisce qui una poetica dell’essenziale, fondata sulla minuziosità del gesto e su una certa salita verticale del linguaggio adottato e degli artifici retorico-ritmici eletti.  È parso a chi vi scrive di sentire, leggendo le raccolta, riecheggiare voci del Novecento storicizzato, in un confronto morbido e dialettico con autori come Caproni, Sereni, Loi,  Rilke e, sicuramente, molti altri. Ogni componimento della raccolta è, infatti,  un’entità autonoma di senso, formalmente e interiormente compatta, in un richiamo costa...

A proposito di "Il mondo come un clamoroso errore" (Pietre Vive Editore, 2017-2024) di Paolo Polvani - nota di lettura di Carlo Di Legge

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  Quando il piccolo volume di poesia di Paolo Polvani compare alla vista, lo fa senza dare nell’occhio; poi invece sùbito s’impone con una sua eleganza, emerge quasi come un retrogusto, con pregi dati anche dalla semplicità. Però già il titolo dichiara tutt’altre intenzioni, si potrebbe tentare di parafrasarlo con un altro titolo comunque noto, Il mondo alla rovescia . Ma sarebbe troppo breve, forse non un titolo abbastanza espressivo, esplicito, alla Polvani: l’errore, che il mondo è, dev’essere clamoroso . Infatti c lamoroso errore è espressione d’uso comune, ma con accentuazione più che lieve, che tien fede al linguaggio e al senso che l’autore ha confermato per tutte le sue pagine folte, generose di versi (5-40). Egli dichiara quindi, immediatamente, le proprie intenzioni: afferma come valori l’amicizia disinteressata, l’amore, la vita; compatisce il dolore dell’umanità e fa guerra al senso comune, quello cattivo perché la sua azione poetica, pur calcando a volte su certe par...

(Redazione) - Estratto da "Prima dell’estate e del tuono" di Luca Pizzolitto (peQuod, 2025 – con prefazione di Gianfranco Lauretano) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Leggendo la magnifica ultima raccolta di  Luca Pizzolitto dal titolo " Prima dell’estate e del tuono " (peQuod, 2025 – si segnala a rafforzarne la bellezza la stupenda prefazione di Gianfranco Lauretano), si ha la netta impressione che essa rappresenti un punto di non ritorno nella poesia del poeta, in cui sacro, silenzio e mistero della parola divengono gli assi centrali di un particolare movimento a spirale (verso il centro) che si può percepire leggendo l'intera opera.  Il titolo stesso evoca un senso di profonda  sospensione,  di attesa di una qualche rivelazione, descritta a tratti coi suoi effetti esplosivi, e altrove con una delicatezza che commuove. Quella di Pizzolitto  è qui una poesia da un lato sobria e poco enfatica, che non cade mai nei tranelli di una lirica meramente autocelebrativa, e dall'altro fatta anche di ritmi apparentemente sincopati , in cui pause e ripetizioni, accentuate da una netta carenza di interpunzione, hanno un ruolo centrale...