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Visualizzazione dei post con l'etichetta Fedro e le parole degli altri

(Redazione) - Nerio Vespertin: subappaltare il futuro - nota di lettura di Anna Rita Merico

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  Nerio Vespertin: subappaltare il futuro di   Anna Rita Merico Bella questa scrittura poetica che s’incunea nelle crepe del quotidiano rendendolo trasparente a sé stesso. Ne porta narrazione di battito e di vena pulsante capace di seguire dati e impulsi visivi impacchettati in lampi di sguardo. Sono lampi di sguardo posati su un volante, su di una sigaretta, su copertoni d’auto, su lampioni. E’ sguardo che tocca oggetti lasciandoli al loro posto. E’ realtà che tocca ma non è toccata. Qualcosa si è arreso alla realtà. Sono lampi accesi nel freddo di luce che trema, su un tempo sospeso, in un silenzioso urlo quotidiano impastato dall’immobile dell’infinita, snervante ripetizione. Parte IV Automatica automobilisti bloccati in un ingorgo-tangenziale di Bologna; primavera 2012. Speranza, si. Nel tritatutto dell’identico a sé, un filo torce idea di ciò che potrebbe, sarebbe, verrebbe, farebbe, sognerebbe, andrebbe. Tutto s’accuccia e si mostrano le brezze, i geli, gli alibi per ci...

(Redazione) - Elogio dell'aforisma di Donato Di Poce

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_______ A Maurice Blanchot “L’uomo senza scrittura È un uomo senza vita e senza qualità. La scrittura ci porta sempre lampi di vita, lampi di verità”. Donato Di Poce Un po’ di Storia Gli aforismi nascono nell’antica Grecia, come una raccolta sulla conoscenza medica. Nel corso del tempo sono diventati una sorta di genere letterario, oltre che una moda che nei social network ha trovato la sua massima espressione. Il nome aforismi è nato insieme all’opera di Ippocrate che portava proprio questo titolo. Si parla di un’opera che risale al 460 a. C. circa ed è fatta di frasi che intendevano riassumere in poche semplici battute quelle che erano le conoscenze mediche dell’epoca Nel mondo antico ci si riferiva gli aforismi come ai pensieri che erano stati già espressi dall’imperatore Marco Aurelio nell’antica Roma. Dopo un periodo di silenzio e di quasi scomparsa, l’aforisma ritorna nel 600 in Francia. Queste frasi diventano nuovamente una forma letteraria grazie a Blaise Pasc...

Lettera aperta a Elena Mearini - in occasione dell'uscita della sua raccolta "A molti giorni da ieri" (Marco Saya ed., 2024) - di Sergio Daniele Donati

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Elena, sai bene quanto io fatichi a vestire abiti che, nel profondo, non sento miei, e quanto mi sia difficile, quando il mio sguardo si posa su scritture che mi smuovono i midolli, provare a scriverne nei limiti ristretti e ortodossi di una nota di lettura critica che nel fondo sentirei come una forma di tradimento dei miei moti più spontanei. Per questo spero che mi perdonerai se questo mio commento alla tua meravigliosa raccolta " A molti giorni da ieri " (Marco Saya ed., 2024) prende il volo per altre vie, con una scrittura a te dedicata, una sorta di lettera aperta in cui far confluire la sacra balbuzie che i tuoi versi hanno sollecitato. Ciò che cerco, quando una linea poetica altrui mi tocca nel profondo, è una sorta di comunicazione vis a vis, mot à mot, con la poeta – con te e la tua scrittura. Non è il momento per me, in altre parole, di vestire davanti a te l'abito grigio topo del critico raffazzonato (altri sono i critici seri) , ma quello di incon...

(Redazione) - Su Ketti Martino: Soglia - Inner - Suture (per Repertorio del perdurare) di Anna Rita Merico

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  Su Ketti Martino: Soglia - Inner - Suture (per Repertorio del perdurare) (1) (di Anna Rita Merico) Avrei potuto capire, guardare con cura l’incisione sulla pelle assorbire piano l’indifferenza della città avrei potuto lasciare che il mare disordinasse ogni particella e nelle case di quartiere respirare l’umido dei vecchi ma le dita e le feroci corde (crudeli come le gocce che bevevo) erano lì a serrare i polsi giorno dopo giorno: dove eravate spettatori sepolti nella terra? Forse sotto foreste disboscate, o sotto grattacieli? E di questo vivere intorno, e mai dentro, ignari? Dove eravate, voi, a non dire? Fui obbediente fui consacrata fui nella vita e nella morte seppellita . (2) Soglia (pg 15-33) leggera la soglia d’ingresso in una musica poetica sospesa tra realtà di luoghi e transiti di passaggi in dimensioni di dentro. Ondivago l’occhio poggia tra attimi di tempo quotidiano e tensione al congedo, al confine della lingua. La dimensione del viaggio alberga sulla soglia facendo...

Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 09 - M’introduca il re nelle sue stanze (Cantico dei cantici)

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  M’introduca il re nelle sue stanze Tratto da " Midbar " (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) “ Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore ” (Ct 5,2). Di notte tra i seni  il mio amato:  sacchetto di mirra, rugiada. Il lino trasuda copre – come velo nel tempio –  il sacro vuoto  fragile potente ineffabile quanto la morte. Non scuotete dal sonno l’amore se non vuole! Scendi, scendiamo tra steli acri e lievi. Recluso nel giardino, il giardino delle noci  come un sogno prigioniero                       di altro sogno. Dentro il tempo infinito il suo principio, la gemma di fuoco: è delizia, privazione. Non scuotete dal sonno l’amore se non vuole! Nella fessura ha introdotto le dita. Ho aperto ma lui si è ritratto, è svanito.                       Muto lo spasmo.                       Una...

Quattro poesie di Nicola Vacca - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Nicola Vacca ritratto da Gaetano Del Mauro Nicola Vacca è poeta e critico letterario conosciuto e dalla vitalità espressiva indubbia.  Siamo molto lieti di poter pubblicare su  Le parole di Fedro  quattro sue poesie dedicate al grande maestro  Thomas Bernhard e a delle riflessioni sul secolo scorso: il Novecento.  Le poesie ispirate a Bernhard, con un sapiente "gioco sui titoli" di alcune fra le sue principali opere, tracciano un dialogo senza risposta con il grande autore, in cui sono evidenti le tracce di una profonda riflessione sull'intera sua opera.  In particolare nella prima, dal titolo Estinzione , il poeta sembra volerci significare quanto emerge spesso anche nella mente e nel cuore dell'attento lettore di Bernhard: una sorta di agghiacciante consapevolezza che le sue parole siano le ultime possibili su un mondo in dissoluzione che, per forza di cose, non può che essere descritto che con la lingua dell'ossessione quasi asmatica. Dopo aver l...