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Visualizzazione dei post con l'etichetta Specchi e labirinti

(Redazione) - Specchi e labirinti - 38 - "L'orologiaio" - un racconto di Giovanna Alma Ripolo

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  di Paola Deplano «L’anno moriva, assai dolcemente.» Ecco lo stupendo incipit dell’altrettanto stupendo Il piacere di D’Annunzio. Anche questo nostro 2025 sta finendo, se dolcemente o meno non dipende da noi, ma dai casi della vita e dalla fortuna personale. In questo cambio d’anno speriamo di farvi cosa gradita presentandovi un racconto sul tempo, scritto da Giovanna Alma Ripolo e contenuto nel suo libro Pezzi , edito nel 2024 dalla casa editrice Vintura. L’OROLOGIAIO “ Il tempo è un’invenzione, o è niente del  tutto ” Henry Bergson, L’evoluzione creatrice Era da tempo che Gaetano, che col tempo ci lavorava, se ne stava lì, in quel negozio in cui i  secondi, i minuti e le ore venivano scanditi da una moltitudine di apparecchi, e sempre allo stesso  modo. Faceva l’orologiaio, e dall’apertura alla chiusura stava con quel suo monocolo davanti a un  occhio e con in mano un cacciavite minuscolo, sempre con una piccola lampada puntata su dei  microscopici comp...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 37 - Suggestioni di settembre in Angela Caccia

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  di Paola Deplano Comincio a scrivere questo pezzo nel mese d’agosto, so che uscirà ad ottobre. In mezzo c’è il delizioso, malinconico settembre. Il mese in cui il suono dello Shofar c’insegna che ricomincia un ciclo, il mese che ha ispirato a D’Annunzio una poesia che poco lo rappresenta, ma che molto è presente nelle antologie, il mese di una canzone che mi ricorda la giovinezza: September Morn. I n questo agosto che non è ancora settembre, ma in montagna già lo si avverte strisciare, riesco finalmente a leggere Di lentissimo azzurro di Angela Caccia (Campanotto Editore, 2024). E settembre me lo trovo davanti in alcune delle sue liriche, che più sotto mi piacerà trascrivere, per condividerle con voi. Non che il settembre sia il fulcro poetico dell’autrice, intendiamoci. Ci sono anche altri mesi, altre stagioni, altre ispirazioni, dalla la tragedia di Cutro alla perdita di persone care, dall’ombra ambigua di Penelope a quella saggia e discreta di Pitagora, dal sogno d’amore all...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 36 - Donne da leggere d'estate

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di Paola Deplano Tempo di vacanze al mare, montagna, lago, città d’arte o più semplicemente al parco della propria città, riscoprendola quasi come un turista. In questo universo dilatato e sospeso, relativamente libero dalle incombenze ordinarie c’è più tempo per esplorare un libro e vivere attraverso i protagonisti di carta una vita disperatamente diversa o paurosamente affine a quella che stiamo vivendo. Proprio per dare qualche piccolo spunto per nuove letture segnalo a tutti gli amici di Fedro che, lo so per certo, sono tutti accaniti lettori, tre libri con protagoniste femminili. Qualcosa di bello da leggere, insomma – e non solo d’estate. Bibbiana Cau, La levatrice (Editrice Nord) Nella Sardegna degli inizi del Novecento c’è una donna, Mallena, che aiuta le altre donne a partorire. Non ha diplomi, ma solo un sapere antico, tramandatole dalla madre. Presta la sua opera gratuitamente e non pretende nulla finché il ritorno del marito dal fronte, gravemente malato, la spinge a chied...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 35 - INVITO ALLA LETTURA DE “L’ISOLA TRA LE SELVE. POESIE SCELTE 1967-2024” DI UMBERTO PIERSANTI (MARCOS Y MARCOS)

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di Paola Deplano Il fiore della letteratura italiana, Il fiore delle Mille e una notte, Il fiore della mitologia greca .  Sono solo alcuni titoli di antologie d’altri tempi dei, in cui si sottintendeva l’idea di un bouquet letterario da offrire al lettore, il fior fiore di ciò che si doveva conoscere di un autore, di un volume o di un periodo letterario. Un titolo del genere sarebbe calzato a pennello all’antologia L’isola tra le selve. Poesie scelte 1967-2024 di Umberto Piersanti, con prefazione di Fabio Pusterla, recentemente uscito per i tipi di Marcos y Marcos. In questo volume chi ha percorso passo passo l’evoluzione poetica dell’urbinate, valutando i cambiamenti e le costanti dei suoi scritti non può che convenire che, effettivamente, in esso siano contenute le liriche più riuscite, sia dal punto di vista stilistico che di contenuto. La giostra , malinconico ritratto della sofferta paternità dell’autore, L’isola , ricordo mai sbiadito di un viaggio lontano e di una donna al...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 34 - A proposito di "Una chiarissima luce" (Compagnia editoriale Aliberti, 2024) di Alessandro Ardigò

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  di Paola Deplano Mi si passi il paragone blasfemo: Chiarissima luce di Alessandro Ardigò (Compagnia editoriale Aliberti, 2024), è un libro uno e trino. È trino perché composto da due parti con in mezzo il secondo linguaggio artistico dell’autore (il disegno) ed è uno perché si nota che il cuore poetante e disegnante è il medesimo, con un suo peculiare modo di scrivere e di dipingere, spesso ruvidamente tenero e soprattutto mai melenso.  Nella prima parte si parla d’amore, di vita, di poesia, a volte prendendo lievemente in prestito suggestioni poetiche della letteratura italiana e straniera, anche delle origini. Docente di letteratura italiana nei licei e dottorando di studi filologici e linguistici all’Università di Bergamo, l’autore non manca certo della cultura necessaria per esprimere con la propria voce tutto il mondo intellettuale che conosce e che fa conoscere a suoi studenti, per i quali è una figura importante, fuori e dentro le aule scolastiche. Da questo luogo, c...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 33 - Su “Quando gli alberi erano miei fratelli" di Guglielmo Aprile (Tabula Fati, 2024)

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di Paola Deplano Prediligo i libri di poesia che gravitano attorno ad un solo argomento, poiché indiziano una progettualità poetica che non sempre le sillogi multiformi hanno. Queste ultime, in tanti casi, sembrano seguire un estro momentaneo e disordinato del loro autore e lasciano il lettore a chiedersi perché dovrebbe continuare a leggere tutto ciò. I libri di liriche monotematiche, al contrario, sono giocoforza più ponderati, distillati da un adeguato tempo di scavo interiore e sono maggiormente soggetti alla limatura espressiva, da sempre ottima amica dell’ottima poesia. Ecco, Quando gli alberi erano miei fratelli , di Gugliemo Aprile (Tabula Fati, 2024) appartiene a questa seconda categoria. Il tema centrale è ovvio, sin dal titolo: una passeggiata nelle multiformi potenzialità del canto poetico applicato a figure arboree. In questo, Aprile non è l’unico, ma è in ottima compagnia. Di primo acchito mi viene in mente uno dei più grandi poeti italiani viventi, Umberto Piersanti, da ...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 32 - Passeggiando per la Crotone ebraica

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di Paola Deplano Locandina dell'evento  Bisognerebbe essere stranieri ai propri luoghi. Questo perché, se lo fossimo, li guarderemmo con più attenzione e li apprezzeremmo di più. A mio avviso la reiterata abitudine spesso offusca le reali potenzialità di ciò che ci circonda, non facendone cogliere appieno la profondità e la bellezza. L’erba del vicino è sempre più verde, si sa. È opportuno, quindi, vivere il proprio giardino come se fosse un posto mai visto prima, con tutte le sue meraviglie e le sue magie. Si visita il mondo intero e spesso non sappiamo che stiamo camminando su secoli di storia. A onor del vero, bisogna dire che ultimamente c’è una certa riscoperta del turismo di prossimità. Le “Giornate del FAI”, ad esempio, sono encomiabili occasioni per la riscoperta di ciò che è già profondamente nostro. Dispiace dirlo, ma questa maggiore attenzione ai propri luoghi non è stata spontanea, ma spesso mediata dalle restrizioni covid, che hanno imposto di non allontanarsi troppo d...