(Redazione) - Anfratti - 09 - Autunno a Francoforte
![]() |
| Di Alessandra Brisotto |
Che farei priva delle stagioni, dello scandire subìto, perciò sagomante, delle ore, della luce e della trasformazione.
Che me ne farei di una libertà libera da tutto, attraverso la quale il mio corpo, privo di confini, si disperderebbe nell’aria tacendo per sempre. Mi pare simile alla morte, alla disgregazione della forza umana, alla privazione di quella gioia pazza di creare e distruggere a volte, anche ciò che si è forgiato, per raggiungere altri confini, ora più ampi, ora più ristretti, non senza dolore.
Adesso che l’autunno è ritornato a raccogliere le foglie per l’amante, la portatrice dei suoi colori, la terra, ritorno a me, alle mie radici, dello stesso colore del fango. Ne sono lieta. Perché la terra va nutrita, rivoltata e idratata con le lacrime o la pioggia, con il vapore del respiro attraversato da parole e silenzi.
Ieri sera un piccione nero si è attardato sul bordo del mio balcone. L’ho scorto quasi per caso, mimetizzato nella notte, dal brillare di un occhio. Quando ho aperto la porta che dà sul giardino non si è mosso, mi ha solo guardata, poi ha socchiuso nuovamente gli occhi. Stava ritto sulle due zampette, in equilibrio precario, per me, non per lui. Ho provato a parlargli, per capire se fosse malato, stanco o un sogno. Solo un leggero movimento della testa e lo sguardo lucido.
Perché non si muoveva? Perché non aveva paura di me, perché non spiccava il volo verso la salvezza? Non è normale restare laddove il pericolo incombe, dove la vita può terminare da un istante all’altro. L’ho lasciato in pace, forse doveva semplicemente riposare, sotto tutte quelle stelle che accompagnavano i suoi occhi. Più volte sono ritornata da lui, gli ho portato un po’ d’acqua. Il mio eroe.
I piccioni neri sono tesori sconosciuti. La melanina presente nelle loro penne cattura gli ioni metallici, come lo zinco e il piombo, che affliggono le nostre città. Sono una sorta di filtri naturali che a fine estate si rigenerano. Quanta fatica tra una stagione e l’altra.
Nella notte il lavoratore instancabile è volato via. L’autunno però è appena arrivato. C’è ancora molto da fare.
| Alessandra Brisotto (parco a Darmstadt) |

Commenti
Posta un commento