Poesie inedite di Melita Ruiz - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 


Emanuela Maggini (in arte Melita Ruiz) è danzatrice di tango, attrice e poeta, e percorre con la sua sensibilità più forme espressive tracciando tra di esse linee di comunicazione tanto delicate, quanto profonde. 
Siamo lieti di poter pubblicare dei suoi inediti che proprio questa antica idea di una possibile – se non necessaria – comunicazione tra diversi livelli espressivi rendono manifesta. 

Come vedrete, due delle tre poesie sono proprio dedicate specificatamente al Tango, e, a livello timbrico e ritmico ne ripercorrono le cadenze, le pause, i pieni e le assenze. 
In questo la poeta manifesta la rara dote di saper trasmettere al lettore non solo i registri lessicali e di significato sui quali i suoi versi si poggiano, ma una vera e propria idea ritmica precisa che ci immerge tutti in atmosfere in cui la sinestesia occupa un ruolo centrale. 

Dire sensuale il verso di Melita Ruiz sembra essere un'ovvietà, visti i richiami alla cultura tanguera, ma pare a chi vi scrive che la poeta sappia andare ben oltre, rendendo suono il colore, ritmo l'odore e dando vita a un verso che quasi si può percepire tattilmente.

Consiglio a tutti, oltre ovviamente alla lettura delle poesie, di seguire la lettura di "Mi sei rimasto addosso" che la stessa poeta ci dona nel video che troverete in fondo al post, affinché possiate rendervi conto del lavoro di ricerca interdisciplinare ed eclettica che Melita Ruiz compie. 

Come vedrete, sono versi che, oltre a ciò che dicono, sono capaci di trasmettere la precisa sensazione di un mondo allo stesso tempo ai più alieno e prossimo.
Ecco, il senso di prossimità, anche per chi poco conosce del mondo della più famosa delle danze argentine, è ciò che con maggiore potenza si percepisce nel leggere questi inediti per il cui dono tutti noi della redazione ringraziamo la poeta.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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I TESTI

Il finale dell’adiòs

Il finale dell’adiòs
carne e sangue
nell’inizio
nel finale
dell’adiòs
primordiale
rosso e nero
[intenso brucia]
ama a fatica
[sopravvive]
ma non muore mai
desidera senza avere
osserva crudele
[spietato getta giù dalla rupe]
prima di esalare l’ultimo respiro
afferra braccia
mani disperate
angelo e demone
salva vite umane
confonde grida
in mezzo a chi non ha più niente da perdere
cammina da sempre
[camminerà per sempre]
senza arrivare mai
conosce il mondo
abbraccia popoli
passo dopo passo
usa scarpe eleganti
sprofonda nel fango
[lasciando indelebili impronte]
il tango
è capire che arriva prima l’altro
danza ovunque nelle pause
impara lezioni di vita
di umiltà
riceve schiaffi dal diverso
emerge dal basso
infiamma brandelli di vestiti
tra lingue di fuoco
mentre gambe suadenti sbattono
[nude]
agganciano corpi come lacci di scarpe
rivendicano spazi
memorie
storie di donne
[dolori privati]
carezze nell’ombra
un pugnale nel petto
ha cuore argentino


Scambio intenso

Tre sono i minuti 
di un abbraccio 
[denso]
spirito e materia di un incontro 
[di un respiro]
giorno e notte io ti vivo

tre sono i minuti di un diffuso sentimento
è una febbre dilagante
un movimento
una terza dimensione
trascendente
nella bolla atemporale di una musica retrò
anni Trenta

sono tre i minuti quando stacco la corrente
ed io non vedo più
ma sento
nello scambio osmotico di un Tango
Argentino
intenso
mentre adorno sulle note di Calò e di D’Arienzo


Mi sei rimasto addosso

Mi sei rimasto addosso 
come la musica anni Ottanta 
[e il profumo fresco di bucato]
come la brezza marina del
[mio]
 bagnoschiuma
il jeans più stretto 
[una legge divina]
il sandalo più elegante che indosso 
Trascinando un gioco finto
dove cade la ragione 
un unico pensiero 
prende corpo
traditi 
da uno specchio per le allodole 
storditi 
da parole senza regole 
come fossero palline lanciate all’impazzata 
[contro le pareti di una stanza vuota]
senza mai cadere a terra
spazzata via in un lampo 
[resto sola]
in un problema non risolto
lentamente muore tutto 
riesco a stento a immaginare 
svanisci tu
svanisco io 
ma non ti scrolli più di dosso
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"Mi sei rimasto addosso" - letto da Melita Ruiz 
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NOTIZIE BIOBIBLIGRAFICHE
Melita Ruiz è il nome d’arte ricevuto da Emanuela Maggini nel 2022 alla fine del suo percorso professionale come ballerina di tango argentino.
Nata a Roma, fin dall’adolescenza coltiva la passione per la danza classica e moderna per poi approdare al tango, la sua folgorazione.
Per cinque anni segue un training professionale col maestro e coreografo argentino Mauro Barreras che la sceglie nei corsi regolari della sua Accademia.
Negli anni diverse partecipazioni: “Tre piani” di Nanni Moretti, “La forza delle donne” di Matilde Brandi, “Amori e Passioni “di Beppe Costa dove si esibisce in un tango insieme a Barreras.

Dal 2010 per passione e per diletto inizia a scrivere poesie; ha pubblicato:
Il padre di tutte le virtù” edito dall’Associazione culturale Darmatan confluita nell’antologia poetica “Una poesia nel cassetto” (2010); “Tenero ricordo”, inserita nella raccolta “Diglielo al vento -  Donna in Poesia” (2011).
Pochi anni più tardi altri componimenti saranno pubblicati in una collana di poeti contemporanei dal titolo “Sentire” (2014) e “Luci Sparse” (2023).
Nel 2023 viene invitata nel salotto di Plinio Perilli, famoso poeta e critico letterario; più tardi grazie a un amico comune incontrerà il poeta, editore e scrittore siciliano Beppe Costa.
Inizierà con lui una collaborazione artistica: quattro video poesie dal titolo “Restano solo fiori”, “Primo Maggio in un caffè”, “Mi lega a te”, “Odorare d’amore”, scritte da Melita e interpretate dallo stesso Costa; tali poesie si possono ascoltare e leggere consultando il canale Youtube di entrambi gli autori.
Nello stesso anno, come curatrice dell’evento “Amori e Passioni” l’autrice riesce a combinare tango e poesia; la serata vede anche la partecipazione straordinaria del musicista brasiliano Marcos Vinicius.
È laureata in archeologia classica all’Università “La Sapienza” di Roma

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