(Redazione) - L'urlo di Ermanno - A proposito dell'artista Ermanno Spera - nota critica di Melita Ruiz (Emanuela Maggini)



Ermanno Spera: artista nasce a Roma, l’11 marzo 1967.
Nel 1985 il consegue il diploma di Perito Elettronico.
È artista, poeta e scrittore; i suoi testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale.
Dal 1999 ad oggi, è stato inserito con le sue opere, sia letterarie che artistiche in diverse antologie artistico-letterarie, nazionali e internazionali; ha partecipato a molteplici rassegne artistiche, mostre collettive e personali, in ambito nazionale.
Negli anni ’90 faceva parte di un gruppo di artisti che erano soliti ritrovarsi nei pub del quartiere San Lorenzo di Roma.
Nel corso di questi eventi, readings poetici e mostre personali, proponeva con la sua arte storie figurative con cavalli alati, uomini -tigre e centauri.
L’urlo di Ermanno
Ne è trascorso di tempo da quando Edward Munch realizzò il celebre urlo; un grido potente, angosciante nel quale l’umanità tutta ancora s’identifica.
Dai primi del ‘900 ad oggi assistiamo agli stessi drammi, alle stesse paure legate a tragedie, sconfitte personali, dolori esistenziali; a quello che Montale avrebbe definito il “Male di vivere”.
Ed ecco che l’urlo diventa un’icona, una tela da cui trarre ispirazione un campo semantico carico di simboli e significati; entra nell’inconscio e nell’immaginario collettivo di altri artisti che se ne appropriano rielaborandone l’immagine in modo del tutto personale come si evince nell’ autoritratto (olio su tavola 2020) del pittore e poeta contemporaneo Ermanno Spera dove l’urlo assume un volto ben preciso, il suo.

LA VOCE DELL’ANIMA - olio su tavola 39x30

L’urlo di Ermanno non lascia spazio a dubbi; vive e sente la stessa angoscia di Munch; è acceso, materico, più vivo che mai.
Il suo volto si staglia sullo sfondo di un paesaggio urbano ed è avvolto da spire di tulipani colorati.
Nella sua maschera si nasconde il dolore di un padre “che non sa più dove andare a parare perché il mondo va ancora appresso a un pallone ed è così che una bomba fa meno rumore per citare il testo di una poesia dal titolo “Il volto di un padre”,
edita nella silloge poetica dall’omonimo titolo -IL VOLTO DI UN PADRE- dell’artista e poeta Ermanno Spera.
Ma la produzione pittorica di Spera non finisce qui; è un fiume in piena di oggetti simbolici, colori e paesaggi evocativi dove a fare da protagonisti si ritrovano la figura umana ma soprattutto animali spesso posti al centro delle sue tele quasi a voler dimostrare il legame indissolubile dell’uomo con la natura.
Le ispirazioni del pittore sono molteplici; l’artista si muove con disinvoltura da un soggetto all’altro, scegliendo ora temi circensi che hanno per protagonisti enormi ritratti di clown su sfondi colorati, ora paesaggi urbani in cui la figura umana campeggia sulla tela in tutta la sua sensualità aprendo le quinte ad una scenografia che rimanda a immagini di antiche rovine come dimostra il dipinto di “Mamma Roma”.

MAMMA ROMA – olio su tela 120x80

Dal ciclo dell’autoritratto si passa alla serie dei cavalli alati protagonisti incontrastati dei sogni senza i quali l’uomo non sopravvivrebbe un solo giorno.
In questa fase onirica Spera simboleggia la “Rinascita” (olio su tela 2021) e nello spazio di un cielo stelo stellato appare un cavallo bianco in tutto il suo impeto e la sua bellezza; e ancora nell’ “Acchiappasogni” (olio su tela 2025), di nuovo il cavallo , questa volta dotato di splendide ali, afferra con le sue zampe ingranaggi e catene di ferro a volte vicine a volte distanti quasi a suggerire il mondo metafisico di Giorgio De Chirico in cui si rende manifesta l’idea secondo la quale la realtà risulta spesso inafferrabile, incomprensibile tanto quanto la distanza degli oggetti rispetto all’immagine centrale del quadro.

RINASCITA - olio su tela 50x40
L’ACCHIAPPASOGNI – olio su tela 80x60
Sarebbe un lavoro lungo e complesso passare in rassegna la sterminata produzione artistica di Ermanno; più interessante invece è coglierne alcuni aspetti legati alle scelte pittoriche che vedono come minimo comun denominatore di ogni sua tela la scelta di tinte forti e accese.
La pittura di Spera è ariosa, istintiva; i suoi personaggi presentano fattezze dotate di un’espressività in grado di entrare in comunicazione con lo spettatore dell’opera rappresentata.
Un esempio in questo senso viene offerto dai suoi recenti lavori realizzati in pelle con colori a olio: “Diva” e “Family” (olio su pelle 2025) ; si tratta di volti anonimi femminili che coi loro colli allungati ricordano vagamente le donne di Modigliani.

DIVA – olio su pelle 43x43

FAMILY - olio su pelle 43x43

Un tema molto attuale è infine legato al gioco degli scacchi, dove l’artista da il meglio di sé; sfiora la pelle, la ascolta e riceve l’ennesima ispirazione.
Il trittico degli scacchi è sicuramente uno dei suoi lavori più interessanti.

SCACCO MATTO – olio su pelle 52x41

LA SFERA DI CRISTALLO – olio su pelle 28x60

GUERRE STELLARI – olio su pelle 65x53

In questa fase si assiste al trionfo del colore, ma anche allo spiegarsi di una fantasia in cui paradossalmente anche la logica trova modo di inserirsi
E’ una “logica scombinata” da frammenti di scacchiere e pedine posizionate fuori dal gioco, disorientate e confuse dove oggetti come il cannone e la palla di cristallo rientrano in un sentire legato al tema della guerra che si manifesta in tutta la sua follia, irrazionalità; disordine visivo e concettuale che l’artista ha saputo tradurre in immagine con grande impatto e semplicità.
Nel gioco degli scacchi l’obiettivo finale è catturare e distruggere il re, ma di fatto nessuno sa e può dire se e chi riuscirà nel suo intento finale; ecco poi la sfera di cristallo a metafora dell’ignoto e del destino più prossimo che l’uomo non è mai in grado di prevedere.
La sensibilità dell’artista vive di passione e sentimento; è avulsa da qualsiasi regola accademica o artificio retorico e di stile. In questo risiede la sua forza creativa, per questo Ermanno Spera ha fatto scacco matto.

NOTA CRITICA
di Melita Ruiz (Emanuela Maggini)


Danzatrice, poeta.
Studi classici; da oltre dieci anni scrive poesie.
Nel 2023 inizia una collaborazione poetica con l’editore, poeta e scrittore Beppe Costa che realizzerà diverse video-poesie: “Restano solo fiori”, “Primo maggio in un caffè”, “Odorare d’amore” scritte da lei e interpretate dallo stesso Costa.
Viene invitata nel salotto del critico letterario Plinio Perilli nella trasmissione televisiva “Poeti e Poesie”.
Nello stesso anno riesce a coniugare tango e poesia divenendo curatrice dell’evento di poesia dal titolo “Amori e Passioni” che vede la partecipazione straordinaria del grande musicista brasiliano Marcos Vinicius.
Durante la serata si esibisce in un tango insieme al maestro Barreras improvvisando “Oblivion” sulle note del Maestro Vinicius.
La poesia dal titolo “Odorare d’amore” viene inserita in una raccolta poetica internazionale “World Poetry movement”; altri componimenti “Trama sottile”, “Parabola” , “I frammenti di Simmel” confluiscono nella rivista “Il Lucano”.
Nell’international web post verrà pubblicato “Carezze elettroniche” dove riceve un apprezzamento dall’editore tarantino Giancarlo Lisi.
Durante i reading letterari prende parte come attrice ad alcuni elaborati di racconti e poesie.
Alcuni suoi aforismi vengono inseriti nell’agenda Memoverso 2024.
Scrive e collabora con il blog "Le parole di Fedro" gestito dal poeta milanese Sergio Daniele Donati.
Riceve un attestato di riconoscimento in qualità di giurato del Comitato di lettura “Castel di Carta”.
Organizzatrice e conduttrice di eventi artistici e reading letterari presso parco della Cellulosa e presso aula consiliare del Terzo Municipio di Roma Capitale.

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Commenti

  1. Essere artisti non è solo un dono di natura, è anche frenesia, empatia, coraggio di mostrarsi, cercare la logica di esistere tra il pensiero e i propri contenuti. Ermanno non ha remore, nulla lo può contenere, è unicamente la sua passione.

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  2. Mirabile Ermanno, evocatore delle nostre molteplici anime smarrite, in cerca di pace.

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