(Redazione) - Visioni contemporanee - 01 - A proposito di Valerio Scarapazzi

 
di Emanuela Maggini (Melita Ruiz)

VALERIO SCARAPAZZI: pittore e disegnatore.
Nasce a Roma nel 1978; compie i suoi studi presso il Primo Liceo Artistico di Roma in via di Ripetta, dove si diploma brillantemente seguendo soprattutto gli insegnamenti dei docenti Renzogallo e Bruno Conte.
Viene scelto per illustrare album musicali di produzione privata spaziando dal bianco e nero al colore e unendo il tratto grafico ad un tocco sensibilmente interpretativo.
Espone dal 2002 passando per via Margutta; vince numerosi premi, tra cui Premio Italia per Le Arti Visive (Firenze), Mostra Mercato a Budapest, partecipazioni al Premio Terna a Roma, ed altri numerosi eventi in cui dipinge dal vivo.
Utilizza varie tecniche come acquerello, collage, acrilico, pastelli, matite, inchiostri, olio, e diversi supporti tra cui carta, multistrati cartacei, tela.
Dalla fine del 2024 si dedica anche alla pittura enoica.
Vive e lavora a Roma.
Via d’uscita o d’entrata
Quanto c’è di surrealista, romantico e materico negli artisti di oggi è il quesito che vorrei sottoporre all’attenzione di tutti coloro che riconoscono come “bello” solo ciò che appartiene al passato.
Il tempo liquido della società contemporanea caratterizzato da “incertezza, instabilità e mutamento costante” per dirla con le parole del famoso filosofo e saggista Zygmunt Bauman, costringe a un ripensamento dell’arte figurativa dove trovano posto opere di assoluta raffinatezza e autenticità come quelle che portano la firma di Valerio Scarapazzi.
Pittore romano di formazione accademica Valerio mostra sin dall’infanzia di possedere il sacro fuoco dell’arte; inizia quindi il suo cammino partendo da lavori onirici di matrice surrealista per poi affinare la ricerca in soluzioni del tutto personali e concrete distanziandosi progressivamente dal mondo sognante di Renè Magritte e Salvador D’Alì.
Figlio del suo tempo Scarapazzi, apre nuovi scenari alla pittura contemporanea nella quale costruisce immagini in movimento che corrono veloci quanto i tempi che viviamo; da sempre affascinato dalla realtà rumorosa e sconfinata di Roma, Valerio riceve stimoli e sensazioni che lo portano a continue innovazioni.

Sole” acrilico e collage su cartoncino cm 70x100

La condizione di cittadino metropolitano in cui l’autore si autodefinisce un “essere urbano che viaggia nel grande cosmo multimediale della realtà-non realtà di oggi “lo conduce a una visione dal tocco grafico leggero, luminoso, basato su contrasti cromatici che spaziano dal bianco e nero al colore.
Il pittore afferma di essere “ossessionato tra la realtà che percepisce, sensazioni che affiorano, e la contemporaneità che vive” dove da un’idea, esigenza o tema sviluppa sempre non un lavoro soltanto bensì una serie di lavori dal numero imprecisato. Ed ecco che la metropoli diventa lo sfondo di tante ispirazioni da cui si genera un suggestivo ciclo pittorico.

CICLO DI RITRATTI E FIGURE METROPOLITANE

Ragazze sul tre” olio su multistrato cartaceo cm 50x 70

Il passeggero” acquerello cm 25x35


"Storie dalla ferrovia I e II “acrilico e collage su multistrato cartaceo cm 75x 135

Non si mostra confuso Valerio; al contrario cavalca l’onda della modernità dimostrando uno spirito di adattamento e originalità, qualità entrambe, intrinseche e comuni a tanti artisti.
Dal ciclo delle figure metropolitane egli rinnova la sua ricerca attingendo al paesaggio urbano ma non sa esattamente se troverà una via d’ uscita o di entrata; di sicuro si avvicina in punta di piedi per cercare l’una o l’altra.
Accostandosi al mondo di Renzo Vespignani considerato uno dei più grandi disegnatori romani del dopoguerra, la cui estetica nasce dalla contemplazione delle rovine e dagli orrori della guerra, Scarapazzi cerca di rubarne l’essenza ritraendo frammenti di periferie desolate in cui trovano posto soprattutto monumenti legati alla contemporaneità.
Interessante è stabilire un confronto tra due splendide tele: “Pioggia in periferia” di Vespignani che col suo paesaggio interrotto ma emozionale al tempo stesso, può essere associata a “Gazometro e lampioni” di Valerio Scarapazzi.
Grazie all’utilizzo sapiente di varie tecniche entrambi gli artisti riescono a fondere in modo sapiente luce e colore restituendo allo spettatore un’esperienza intensa e raffinata dell’opera raffigurata che viene comunicata attraverso immagini di una periferia del tutto insolita e inesplorata.
“Pioggia in periferia” Renzo Vespignani 1990 cm 60×80

Scarapazzi riparte quindi dalla periferia, tema tanto caro a Vespignani e con grande eleganza e delicatezza realizza dei magnifici acquerelli su carta sperimentando di tanto in tanto diverse tecniche quali acrilico e pastelli a olio dove a fare da protagonista è il famoso gazometro che svetta indisturbato nel quartiere Ostiense.
Il monumento realizzato tra i primi del ‘900 è oramai totalmente integrato nel paesaggio romano; da sempre cattura l’attenzione di molti sia perché è divenuto uno dei simboli più moderni e interessanti di archeologia industriale sia per la monumentale stilizzazione dovuta all’ imponenza e circolarità dell’edificio.

CICLO DEI GAZOMETRI


“Gazometri da ponte Spizzichino” pastelli a olio e acrilico su multistrato cartaceo cm 45x145

“Gazometro e lampioni” acquerello su carta cm 45x60

“Gazometri all’uscita” plein air, acquerello su carta cm 45x80

Ma è decisamente nella serie dei ciclisti che il genio creativo di Valerio Scarapazzi raggiunge uno dei momenti più felici della sua produzione pittorica. In una stessa tela convergono, probabilmente, tutti gli elementi degli artisti di riferimento cui l’autore s’ispira.
Torna ancora il tema della periferia che diventa il leit motiv di tutta la sua estetica, ma questa volta Valerio abbandona l’idea di avere il monumento per protagonista e predilige la figura umana scegliendo ora un biker ora uno skater che riesce a integrare perfettamente nel contesto urbano dell’era post-industriale.
“Skater I” acquerello su carta cm 35x50

L’artista romano per realizzare il magnifico ciclo pittorico dei biker prende spunto dal pittore slovacco Juraj Florek, il cui talento si risolve in uno stile non accademico ma al contrario tende al realismo contemporaneo valorizzando soggetti legati al quotidiano permeandoli di freschezza e spontaneità.
Scarapazzi riceve da Florek il prezioso suggerimento vòlto alla dissoluzione della forma restituendo allo spettatore una risposta del tutto personale in cui confluiscono elementi nuovi come le immagini di simpatiche figure circolari inserite qua e là quasi timidamente, in modo delicato e del tutto inaspettato tra i temi prescelti.
I cerchi di Valerio rievocano seppur con significati diversi le materiche combustioni di Alberto Burri, di cui Scarapazzi è attento estimatore.
Ignoriamo la logica che sottende al pensiero del pittore romano ma la trama delle figure circolari si ripete in ogni sua opera come fosse una sorta di marchio dove si nasconde velatamente la firma dell’autore.
“Biker I” acquerello su carta cm 35x50

Chiarissima e intenzionale è invece la volontà di Burri che utilizza il fuoco per forgiare, distruggere e plasmare la materia donandole di volta in volta nuova vita; di qui nascono le famose cavità o combustioni che prendono forma sulla tela come se questa fosse sul punto di respirare, come se la carta avesse un’anima palpitante, corporea.
Un’analisi dettagliata e così ricca di rimandi al passato non può che generare un risultato infinitamente sorprendente. Scarapazzi subisce l’influsso dei grandi artisti ma rielabora quanto osservato in chiave nuova, contemporanea; assembla i tasselli, fonde luce e colore, dissolve la forma per crearne una sua ben chiara e definita che porta la sua firma attraverso un tocco grafico delicato leggero ma soprattutto moderno.
Valerio a volte mette in scena una pittura interrotta come i soggetti di Vespignani ma a differenza di quest’ultimo si respira nell’artista romano un’atmosfera ariosa, fresca e leggera; se è vero che i suoi cerchi assomigliano alle combustioni di Burri vengono altresì svuotate dal loro aspetto materico e rivestite di un significato nuovo: le figure rotonde di Scarapazzi sono spassose colorate, divertenti.
Da Florek l’autore romano riprende temi legati alle periferie e laddove l’artista slovacco realizza un’immagine densa, onirica, evocativa, Valerio riporta l’attenzione all’essenzialità del soggetto rappresentato.
Dagli appunti ai luoghi del suo sentire, dagli artisti del passato che lo hanno ispirato a quelli contemporanei che lo hanno condotto fino a qui, Valerio Scarapazzi trova rifugio nel suo studio; ed ecco la sua tana dove il pittore romano ossessionato da una continua ricerca evolutiva cerca in tutti i modi di trovare una via d’entrata o d’uscita.
Non sappiamo se riuscirà nel suo intento ma il risultato è raffinato, garantito, degno di un grande disegnatore.

“Biker II” acquerello su carta cm 35x50

“Biker III” acquerello su carta cm 50x70

“Biker V” acquerello su carta cm 50x70

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