(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 19 - Il poeta e la sua parola (parte quinta - Somme prima della Sintesi)
Arriviamo,
dunque, al punto cruciale di questa ricostruzione su un’analiticità
in poesia. Lo facciamo tramite il supporto di una riflessione
fenomenologica, volta ad equilibrare coerentemente tesi ed antitesi
precedentemente espresse.
Il
presupposto essenziale, in questi termini, è il riconoscimento del
potere determinante dell’autore entro l’atto poetico. Un atto
poetico non ipostatizzato implica, infatti, la naturalizzazione
derivante dall’intendere nel costrutto poetico l’esperienza di
linguaggio e l’esperienza percettiva del poeta. Avendo ben chiaro,
in tal senso, che, pur nell’unità soggettiva (lo stesso Io nei
pressocché stessi momenti di vissuto), l’esperienza di linguaggio
non è pienamente compiuta nell’esperienza percettiva e viceversa.
Il che significa, naturalmente, che se da un lato la poesia non è
definibile nel solo e semplice atto di relazionalità contingente al
mondo fenomenico inerito e percepito, dall’altro la poesia non è
totalmente estranea al modo percettivo ed alla semplice operatività
di coscienza, che caratterizza ciascun individuo. Il poeta, allora, è
individuo
percipiente nel linguaggio,
fornendo a questa prospettiva una ricostruzione lessico-sintattica
alternativa.
In
quanto individuo percettivo, per intenderci, il poeta è nel/al
linguaggio: lo abita in una condizione diversa e distinta da quella
meramente ermeneutica. Tutto il lavoro di anti-ipostatizzazione ha
avuto, infatti, per scopo l’eliminazione di quel senso recondito e
quasi sacrale, insito l’atto poetico. La de-sacralizzazione, a sua
volta, punta, quindi, ad inquadrare in uno scenario tanto più
consapevole l’azione del poeta e delle sue capacità creative, pur
riconoscendo alla poesia uno stato di linguaggio ed epistemologico
che non ha eguali. L’eccezionalità, dunque, della parola poetica
sta certamente nel suo distinguo costruttivo e costitutivo, ma non è,
allo stesso tempo, slegata dalle normali attitudini che ancorano
l’individuo alla parola. Per questo, nella macchinazione poetica,
l’eccezionalità risiede nell’assoluto: nel senso di un movimento
intrinsecamente originante che eleva significativamente la parola ed
assorbe su di sè tutto lo sforzo referenziale,
connotativo, semi-originario,
correlato alla potenzialità verbale.
Vanno,
per una migliore e successiva comprensione, compresi accuratamente
gli sforzi,
appena delineati, che la parola poetica essenzializza.
Connotativo:
per una creatività ontologica originale e semi-originale dell’intero
apparato poetico. La poesia, nel dettaglio, pone in crisi
l’aspettativa di una mera rappresentazionalità, propria
dell’orientamento analitico attorno al linguaggio. La
corrispondenza, infatti, più o meno convenzionalizzata e più o meno
problematica nel suo stesso processo di convenzionalizzazione è ben
limitata dall’azione poetica, capace di portare
ad esistere
più che di portare
al linguaggio
qualcosa. Il senso (nei termini di un Sinn
fregeano)
non si assolve più nella modalità di una semplice resa intellettiva
di un qualcosa esistente fisicamente e non è più il semplice
armamentario razionale di un rendere diversamente ciò che è unico
nel suo essere reale. Non si tratta, quindi, più di un mero lavoro
intellettuale volto ad una figurazione ideale distinta di ciò che
semplicemente è, pur essendo espresso in maniera più
artigianalmente lavorata.
Il
linguaggio in poesia è, piuttosto, generatore di entità,
costitutore di sfere di esistenze che, non riferite fisicamente e
pertanto oggettivamente, sono tuttavia percettibili ed acquisiscono
una modalità alternativa d’essere, non concludentesi nella mera
sfera immaginativa. La significatività diviene, in tal senso,
capacità di deformare percettivamente il personale mondo
d’esistenza, facendo acquisire stati relazionali tra cose
inesistenti (non percepite, fisicamente parlando) o stati relazionali
inesistenti tra cose (percepite, fisicamente parlando). E’ così,
allora, che si costituisce un’autentica percettività olistica, che
il solo lavoro puramente ed analiticamente ideale non sarebbe in
grado di strutturare. È così, pari merito, che sviluppa lo stadio
d’ontologia più problematica, che è quello proprio dell’ideale,
del soggettivamente percepito, del costruttivamente delineato.
Referenziale:
in
virtù di questo sforzo connotativo, ad essere rimarginata è tutta
la classica azione referenziale. Il significato (il Bedeutung
fregano) perde la sua unilateralità rappresentazionale per divenire,
esso stesso, modo e condizione di un’esistenza in atto.
All’antitesi saussuriana, per intenderci, risponde, ancora più
articolatamente di una fundierung
tra significante
e
significato,
il diretto plasmarsi dello stato d’esistere (dell’ente ideale
delineantesi) in virtù della sua materialità ed artigianalità
linguistica. Per cui, alla somma delle spinte centrifughe verso una
ridefinizione del campo semantico, la semantica stessa è rimodulata
dal suo presentarsi particolare, a fronte di una ricorsività
inesistente nella significatività e nell’uso specifico o
generalizzato (analitica del linguaggio e pragmatica del linguaggio),
e deve al suo presentarsi particolare ciò che è percepito
poeticamente e ciò che è portato ad essere. L’univocità del
verso, quindi, sta proprio nella capacità di superare il semplice
modo di resa
della cosa
per uniformare la resa in poesia e la cosa poetica in unico atto,
percettivo e conoscitivo.
Semi-originarietà:
punto,
questo, nevralgico per l’azione determinante del poeta nella
poesia. Il portento di linguaggio, appena analizzato, avviene secondo
la perizia stilistico-creativa del poeta. Un dettaglio, questo,
necessario per la suddivisione tra una poesia autenticamente
autoriale ed una poesia sentitamente amatoriale. La capacità
connotativamente referenziale del poeta è guidata
inter-soggettivamente. Di un’inter-soggettività, nel dettaglio,
che si afferma attorno a due stadi semi-originari:
- esperienziale: nei termini del coglimento diversificato del contenuto. Se, infatti, la creazione poetica discende direttamente dai vissuti personali del poeta e dalla densa capacità di ricalibrare inter-soggettivamente l’elemento particolare da rendere, la resa ed il coglimento non sono mai del tutto vergini dalle riprese esperienziali passate, che condizionano il modo ed il coglimento del contenuto, che il poeta rende. La storia esperienziale poetica è comunque storia di coscienza;
- linguistica: perché la poesia è attività linguistica. Il limite significativo e percettivo di una lingua è istituzione per la capacità di resa stessa del poetico. Al punto che il complesso di edificazioni recondite del sistema poetico si regge sulle braccia e sui limiti significativi del lingua usata e la stessa sfera di esistenza dell’ideale delineato è ravvisabile solamente entro i limiti posti dalla lingua e dal suo complesso di significatività (sia materiale sia concettuale).

Commenti
Posta un commento