Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 10 - Alle querce di Mamre


Alle querce di Mamre

“Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza
fermarti dal tuo servo […] Andrò a prendere un boccone di pane; ristoratevi, dopo potrete proseguire […]». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo” (Gn 18,2 ss.).

Vigile quiete
la sosta sulla soglia.
Accordi il fiato
al ritmo delle ore
- le più calde.
Il tuo riposo si concilia 
al mondo:
            pare una vigilia.

Ma cosa attendi
            vecchio
se non pretendi nulla?
Perché 
dal fondo dei tuoi anni
            alzi lo sguardo?

Hai visto e sei accorso.
Non chiedi
chi sia lo straniero.
Non cerchi un segno.
Nel suo panim
accogli 
il volto al plurale 
            del mistero. 
A fare ogni uomo degno
basta quello.

Prometti poco:
dell’acqua e un po’ di pane.
Gli ospiti avranno
invece
latte fresco, panna
un tenero vitello.
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VIDEO-LETTURA DELLA POETA
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NOTA DELL'AUTRICE 
(Raffaela Fazio)
L’accoglienza è vita. Non occorrono tempi solenni o momenti straordinari: il luogo in cui avviene è il quotidiano. E l’atteggiamento che la prepara è una quieta vigilanza.
Abramo non si trova né all’interno, né all’esterno della sua casa. Siede sulla soglia, che simboleggia il luogo per eccellenza dell’incontro. Egli è vigile ma anche sereno. È in armonia con ciò che lo circonda. Essendo l’ora più calda, riposa: concilia il suo ritmo a quello della natura.
La quiete di Abramo non è indolenza. Lo si comprende non appena compaiono i tre sconosciuti, tre uomini che stanno là, in silenzio, senza rendere ovvie le loro intenzioni o le loro aspettative. Il primo contatto s’innesca quando Abramo solleva gli occhi. Sollevare gli occhi può essere rischioso. Guardare oltre se stessi a volte significa mettersi in gioco. Ma Abramo è pronto. Tutto accade in un attimo. Il testo dice: “appena vedutili, corse loro incontro” per sottolineare la fretta, la premura dell’ospitalità.
Abramo si prostra davanti agli stranieri senza sapere chi sono, dimostrando così che essi sono portatori di dignità in quanto persone. E ogni persona è un mistero dalle molteplici sfaccettature, un mistero che va rispettato come tale (in ebraico il termine "panim", che significa "volto", esiste solo al plurale).
L’accoglienza di Abramo è preziosa, perché costa fatica: è l’ora più calda e lui ha già molti anni. Ma, cosa ancora più importante, è un’accoglienza che non si vanta: promette poco e offre molto. Abramo parla ai suoi ospiti solo di “un po’ di acqua”, di “un boccone di pane”. E invece farà uccidere il “vitello tenero”, e permetterà di usare “tre staia di fior di farina”. 
L’ospite, dal canto suo, non toglie nulla. Al contrario, restituisce centuplicato. Alla vecchia Sara regalerà una promessa talmente grande che la farà ridere, incredula: la nascita di un figlio, Isacco (Yitzchak significa “ride/ ha riso/ riderà”).
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[NDR] - altre poesie di Raffaela Fazio tratte “Midbar” (Raffaelli Editore, 2019) sono apparse sulle nostre pagine con nostro grande piacere ed onore. Qui sotto l'elenco delle uscite:
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