Poesie di Nicola Manicardi - con nota di Sergio Daniele Donati
Ho impiegato tanto tempo prima di riuscire a commentare, con la mia solita balbuzie, queste poesie.
Ed è inutile fingere: la causa di questo mio ritardo è un dato personale ed emotivo.
Perché in queste linee poetiche vibra una città, anche se spesso in modo implicito, ed è una città, da me mai vissuta e solo visitata, ma dove la mia famiglia ha immerso le sue radici per cinque secoli: Modena.
Ciò che riesce Nicola Manicardi a ridonare in queste poesie a uno che, come me, nasce e vive meneghino, ma non smette mai di ascoltare il canto delle sue radici "ghirlandine", è il sapore agrodolce della memoria altrui, dell'altrui vissuto per e in noi.
Modenese era mio padre, non io, e, pur non essendo lui poeta, manifestava - molto meno io - la stessa dolce capacità di Manicardi di ridonare all'oggetto - ma anche agli oggetti e alle cose in sé - delle sue parole il senso profondo della loro esistenza, prima, durante e dopo esser diventati simboli.
E questo è talmente modenese che nello scriverlo "am viene su na legrema", perché io gli ho visti, prima che Stefano Benni se ne prendesse gioco amorevolmente, i miei vecchi dare nome agli oggetti come se fossero presenti e vivi, e li rivedo ora, che sembra che io abbia tagliato cipolle, in queste dolci (si può dire ancora dolci in poesia? Spero proprio di sì) poesie di Nicola Manicardi.
Sergio Daniele Donati
(Per la Redazione de Le Parole di Fedro)
I testi
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Oggi è tutto così Domenica.
Il feriale dentro a una nuvola.
Ora riposa lo scalogno sopra al legno.
C'è una domanda dentro a un calice di rosso:
due messaggi non risposti di mia figlia.
È Domenica nel pensiero e nel perimetro
dove l'area la cammino come una partenza.
Oggi è tutto così Domenica anche nella goccia
che tiene il petalo o il suo viceversa.
Tengo in mano la polvere e la terra
è lì che sento che il colore ha una vita.
Il fiore bianco diverrà una bacca rossa.
Sto andando a prendere Martina.
A te Effe dico da lontano il mio qui
come il bulbo che ha rotto la terra
ed è fiore.
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Ora che la casa è in ordine
muovo i dolori nelle stanze.
L' ultima a destra è quella degli ospiti
a fianco c'è quella di mia figlia.
I giorni che ascolto il mio silenzio
non tardano e risvegliano la sera.
C'era una tavola e le voci
c'era il momento dopo:
il gioco con Sancho
c'era la buonanotte dopo la storia.
Adesso che il piano cottura è sgombro, che il mobile di radica è senza polvere
che ogni stanza ha cambiato aria
un primo dolore torna verso l'autoritratto di mio nonno.
Il dolore cammina toccando gli immobili
e i profumi che ricordo.
Ho accanto la giacca di mio padre
e il suo tabacco Virginia.
Piove.
Le auto sono in doppia fila
il traffico non molla la fretta.
Resto alla finestra finché non sento
il colpo secco di una cimice morta.
Prendo la scopa ma nulla scopare.
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È nell'uomo la città vuota
e nel viceversa la catarsi.
Ora i netturbini puliscono le strade
ma è negli angoli che tutto resta.
Mi sono avvicinato alla finestra
dove i rumori non si fermano.
Scivolano dimenticandosi.
Corrono schivandosi.
Si interconnettono a voci di volti finti.
Il racconto prima aveva una traccia
ricordo la nenia per dormire
poco prima la storia di paura.
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Cenavo presto a casa dai nonni
gli affettati sulla tavola
avevano un nome nati da una cantina
ancora sento l'odore di mosto ma
solo nei giorni feriali.
Nel grigio di questo giorno
svetta una gru da un campo
qualcuno vuole far nascere qualcosa
che non rimarrà.
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Dopo febbraio
saranno esposte le creme solari
i costumi da bagno
le pubblicità delle mete vacanziere.
Ci saranno le primule al supermercato
per un fine settimana e poi?
Dai tulipani si passerà alle rose.
I girasoli nasceranno dopo la morte di Cristo
e tutto calerà come i glicini sui balconi.
Sono sotto la pioggia di febbraio
domani l'anticiclone sarà taciuto
dallo scirocco e la luna in gemelli
che scanzona anche la caduta
del mio passo ascendente bilancia.
Febbraio è nel picco influenzale
le vetrine stanno svendendo
i passanti schiveranno la voce
non ci si capisce ancora.
Le cose mute
Fisso il vuoto in compagnia
della solitudine e delle cose mute.
Sento la cellula e il dolore
nel punto preciso del corpo.
Qui è la mappa,
qui è il sepolcro.
Ora c'è la presenza
è dentro, intorno, nell'aria.
Il respiro è rumore
anche il battito cade.
Torno alla grandezza della miseria
per raccogliere i resti che ho lasciato.
Un infinitesimo è uomo non
la sua voce tremante.
Non cerco che un cielo
per stare in terra.
____
Modena Operaia
La nostalgia mi assale
In questo cielo sgombro di luce.
È nel ricordo il mio sguardo
Mentre camminavo sul cavalcavia
Dove la casa dei nonni aveva
L’intonaco sporco.
Dove il cortile confinava con il meccanico e oltre
Le fonderie di un 9 gennaio e
Del poco pane.
Ricordo le signore con i foulard in testa
Comprare il pane con lo strutto
C’era un negozio di frutta e verdura
Sulla Nonantolana.
Uscivo da scuola che era buio
L’unico colore era il rosso sottolineato
E tanti sogni poi sul bianco davanti alla tavola.
In cucina quando mia nonna in dialetto mi diceva
- Nicola ma cosa leggi, vuoi diventare un avvocato? –
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NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE
Nicola Manicardi è nato a Modena dove risiede e lavora in ambito sanitario. Appassionato di letteratura in particolare modo di poesia ha pubblicato nel 2015, per la casa editrice Rupe Mutevole di Parma diretta da Enrico Nascimbeni, il suo primo volume intitolato “Periplo”. Successivamente alcuni suoi testi sono stati inseriti in una antologia dedicata al mito di Marilyn Monroe intitolata “Umana troppo umana”, curata da Alessandro Fo e Fabrizio Cavallaro ed edita da Aragno nel 2016. Nel 2018 ha pubblicato il suo secondo volume di poesia intitolato ”Non so”, per la casa editrice “I Quaderni del Bardo” di Stefano Donno collana Zeta diretta da Nicola Vacca. Alcune sue poesie sono state tradotte in greco, spagnolo, rumeno, russo e francese e inserite in alcune riviste nazionali e internazionali. Nel giugno 2020 esce una nuova raccolta di poesie dal titolo “Umiltà degli Scarti” Collana Agorà diretta da Nicola Vacca per l’Argolibro editore. Il 25 settembre del 2021 riceve una “Menzione Speciale” al XXXIII Premio Letterario Camaiore Francesco Belluomini” L’ultimo lavoro è una raccolta di poesie racconti intitolato Carne e Sangue per la casa editrice Oltre. Dal 2022 collabora con la Piccola Accademia di Poesia di Milano diretta da Elena Mearini. In ottobre 2024 è uscito un nuovo comportamento intitolato “Con Effe” per Qed edizioni di Pina Labanca.
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