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(Redazione) - Amerinda - 01 - Wichy (el rojo): il poeta senza l’uniforme rivoluzionaria che rivoluzionò la poesia cubana

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  di Antonio Nazzaro Nel mondo della poesia cubana Luis Rogelio Nogueras è considerato il poeta più importante della sua generazione, quella degli anni 60/70. Probabilmente ha aiutato la sua fama anche una morte prematura, avvenuta nel 1985 a soli quarantuno anni. Scrittore che, nonostante una produzione di sillogi e romanzi non molto corposa, ha influenzato fortemente le generazioni a lui posteriori. Con i suoi versi “poesía convecional” raggiunge un autorevole apice espressivo.  Non si tratta di un ritorno al postmodernismo ispanoamericano o al linguaggio di autori come: Luis Carlos Lopez, Evaristo Carriego, Baldomero Fernandez Moreno. A Cuba trova la sua voce nei poeti: Agustín Acosta, Regino Boti, Jose Z. Tallet e nel radicarsi di una nuova prosasticità che fa sue le conquiste formali ed espressive dell’avanguardia cubana. L’antecedente di questa nuova poesia è collocabile in testi della poesia degli anni Quaranta del secolo scorso. Poesia di autori cubani come Virgilio Pi...

(Redazione) - Anfratti - 01 - L'arte di chiudere gli occhi

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  di Alessandra Brisotto A Francoforte, sulle rive del fiume Meno, nel 1219 iniziò la costruzione della piccola chiesa di St. Leonhard. Data la mancanza di spazio in lunghezza l’edificio allargò il proprio respiro ai lati, tanto che mi ricorda un pasticcino, un bignè, un qualcosa di paffuto ed allettante. Ogni domenica, dopo una piacevole passeggiata lungo un viale alberato, accanto a dei negozi naturalmente chiusi e rispettosi del silenzio dovuto, attraverso un ponte sempre fedele al vento e ai grattacieli che vi si affacciano dall’altra parte, dalla parte della chiesa, entro in questo piccolo gioiello di affreschi, dipinti, voci, e viaggio. Anche oggi saluto l’anziano signore che risoluto attende l’inizio della Messa per chiedere l’elemosina. Lo ringrazio per aver accettato una moneta, passata di mano in mano migliaia di volte, per pochi istanti mia.  La chiesa è ricolma di gente, di adulti, bambini, anziani e altri, che non vedo veramente, perché non li guardo.  Un vio...

(Redazione) - Genere In-verso - 18 - Fantasmi di donne: da confinare, ghettizzare, allontanare, condannare.

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  di David La Mantia Aldilà delle figure mitiche delle arpie, delle sirene, delle Streghe, delle befane, esistono altre figure femminili disturbanti? Concentriamoci sugli spettri di donne. Un modo per esorcizzare la paura del cosiddetto sesso debole , proprio perché tutt’altro che debole?  Un modo per confinarla in un angolo?  Non ho risposte certe, ma di sicuro esistono tanti fantasmi al femminile nella nostra tradizione culturale. La Dama Bianca, ad esempio, è una figura misteriosa e complessa, da alcuni ritenuta una fata, per la maggior parte un fantasma. Si mostra in genere vestita di bianco nella notte, camminando lentamente con le vesti ondeggianti ad un vento impercettibile; ama per lo più i luoghi solitari come i boschi, le radure, i prati e le brughiere, ma non disdegna i cimiteri di campagna ed i sentieri degli antichi castelli, apparendo tra i merli delle mura.  I poemi cavallereschi, le antiche cronache narrano le sue frequenti apparizioni, tanto che si r...

In ricordo di Lorenzo Patàro

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  Foto di Sergio Daniele Donati Quando una voce si spegne lascia rivoli di ricordo. Quando una giovane voce non parla più restano i suoi suoni nelle tracce del tempo.  La Redazione de Le parole di Fedro si stringe nel ricordo di Lorenzo Patàro , troppo prematuramente scomparso perché se ne possa accettare l'assenza.  Il silenzio, forse solo il silenzio, può darci sostegno e creare nel dolore quella rete di parole di ricordo che sono benedizione per chi resta.  Un caro abbraccio da tutti noi alla famiglia e ai cari di Lorenzo, che non si sentano mai soli nel ricordo della sua magnifica presenza.  La Redazione de  Le parole di Fedro ______ Alcune poesie di  Lorenzo Patàro ______ Penso ai morti del paese a cui non pensa più nessuno. Gli ingrigiti fiori finti, i fiori secchi, il gelo che fa tana nelle tombe scoperchiate. Quanto resta. Cosa resta in una foto di tutto il mappamondo di un umano. Una scritta, una data, qualche oggetto. Cosa resta. Penso a tut...

Potrei dire (con due voci)

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  Potrei dire del raggio di luce che taglia le viscere, della voce che parla nelle notti porpora; di un ascolto verde, disadorno e greve, dell'ordito che filtra respiri di zolfo e gemme.           Figlio ancora indegno          di portare nome           perché piangi ora           il tuo limite           e non irrori invece           di altri fecondi errori           il crinale senza tempo           della tua umanità? Potrei dire questo e altro ma là, lontano,  al limite boschivo , (1) parla il grillo e la mente implora la dissoluzione del senso  nella voragine cobalto, nella turbina sonora, nel clangore timbrico.           Là,  mentre vòlto il vólto         allo spettacol...

(Redazione) - Muto Canto - 20 - Medea, figlia di Eete e di Ecate

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  di Anna Rita Merico    Delle infinite riscritture della tragedia, come genere. Delle altrettanto carte vergate intorno e dentro Medea. Di come la lettura di un testo sia spazio e tempo di stratificazioni. Di una verità di Ghiannis Ritsos commentata in calce a questo testo.   Foto da rete: Maria Callas in Medea di Pasolini (1969); Valeria Moriconi in Medea di Franco Enriquez (1972); Kirsten Olesen in Medea di Lars von Trier (1988); Melina Mercouri Scartabellando 1 in una passata sceneggiatura di Carl Theodor Dreyer 2   abbiamo trovato notizia di una Medea monologante con la natura e con sé.  Medea, forza eccessiva, nuda, metafisica staccata appena da un essenziale paesaggio del Nord cui Kirsten Olesen ha dato forma attraverso sguardi scarni impastati di azzurri freddi e iridescenti acquitrini. Medea feroce e struggente divinità. Abbiamo sentito in un altrove Maria Callas e Melina Mercouri e Valeria Moriconi 3 che, pure, avevano conosciuto Medea prestand...

Dans un petit rêve - In un piccolo sogno

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Foto dal web ________ Dans un petit rêve la voix d'argile de ma mère chantait le chant d'un peuple qui a irrigué ses racines dans le vent du désert. Dans un petit rêve mon cœur a pleuré des larmes de sel. ________ In un piccolo sogno la voce d'argilla di mia madre cantava il canto di un popolo che ha irrorato le sue radici nel vento del deserto. In un piccolo sogno il mio cuore ha pianto lacrime di sale. ___ Foto dal web Testo e traduzione dal Francese di Sergio Daniele Donati