Davanti al pozzo
nel deserto
la moabita cantava,
chiamava a sé
la discesa sacra.
Piogge invisibili
ciglia
pelle scura
(e il) bronzo della mia spada.
La moabita cantava
davanti al pozzo,
spostavo i sandali
su terre arse
cieco, muto, non udente
La moabita,
davanti al pozzo,
cantava,
e il mio viaggio
terminava
là
nella terra del miracolo
Mi chinavo ai suoi piedi
cieco, muto, udente.
La moabita cantava
davanti al pozzo.
e leccavo la sabbia
e le mani si poggiavano
sui suoi polpacci
muto, udente, vedente
La moabita cantava
davanti al pozzo
le cingevo i fianchi
vedente, udente
e la voce (mia, non mia)
sapeva di sale
e del volo della poiana
nel deserto
dei miracoli.
“Dammi un nome, moabita”, supplicavo.
Mi posava una mano sul volto
e cantava
e chiamava una discesa
sacra.
Nel deserto dei miracoli
davanti al pozzo
la moabita cantava
e calava il sole
e sorgeva la luna
“Dammi un nome moabita”, chiedevo
il volto rigato da lacrime
dense di petrolio.
Nel deserto dei miracoli
davanti al pozzo
la moabita cantava
e guardava nei miei occhi
e chiamava la discesa
sacra
“Dammi un nome moabita”.
Nel deserto dei miracoli
davanti al pozzo
la moabita si offuscava
e chiamava la discesa
sacra
con formule antiche
e mi teneva per mano
e mi chiamava קול המדבר *
e la discesa sacra
scendeva
sui nostri volti
eterni
* קול המדבר (Kol a midbar) – voce del deserto
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